le nuove norme sulla cittadinanza

Grasso: spero che «ius soli» si possa calendarizzare. Crescono adesioni a sciopero fame

di Andrea Gagliardi

(ANSA)

3' di lettura

Cresce il numero delle adesioni allo sciopero della fame a staffetta - al momento sono oltre 600 - per sollecitare l’approvazione delle nuove norma sulla cittadinanza, il cosiddetto “ius soli”. Oggi tocca al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e al sottosegretario Angelo Rughetti. Ma all’iniziativa hanno aderito, tra gli altri, anche i viceministri Mario Giro e i sottosegretari Benedetto della Vedova e Andrea Olivero. Oltre al presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, al presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, alla presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi e agli eurodeputati Cecile Kyenge e Curzio Maltese.

Grasso: spero si possa calendarizzare a Senato
«Sull’approvazione della legge sullo “ius soli” mi auguro che si possa aprire una finestra nell'agenda particolarmente fitta del Senato per poterla calendarizzare. Del resto mi pare che ci sia una maggiore consapevolezza che si tratti più di uno “ius culture” che di uno “ius soli” in senso stretto» ha detto oggi il presidente del Senato Pietro Grasso a Vibo Valentia.

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Oltre 70 parlamentari aderiscono a sciopero della fame
Fino all’approdo della manovra in Senato, a fine ottobre, si apre per il governo una finestra, forse l’ultima, per valutare se lo “ius soli” ha i numeri per essere approvato. La ministra Anna Finocchiaro ha avviato contatti informali con i gruppi, in particolare con Ap, per tentare di ammorbidire la contrarietà dei centristi con qualche modifica al testo che accentui il cosiddetto “ius culturae” rispetto ai diritti di nascita. Un pressing arriva dagli oltre 70 parlamentari, tra i quali esponenti di governo come Graziano Delrio, che hanno aderito allo sciopero della fame a staffetta, che anche la presidente della Camera Laura Boldrini sta valutando.

Gentiloni: l'impegno per approvare lo ius soli in autunno rimane

L’impegno di Gentiloni a verificare i numeri in Aula
Era stato il premier Paolo Gentiloni, dopo l’ennesimo rinvio nella calendarizzazione in Aula, a prendere «l’impegno» a verificare «in autunno» la possibilità di approvare lo “ius soli” (già licenziato dalla Camera) a palazzo Madama. Un’impresa ardua perchè il provvedimento sulla cittadinanza agli stranieri è possibile solo con il voto di fiducia vista la mole di quasi 5mila emendamenti che impedirebbero l'approvazione nell’ultimo scorcio di legislatura. Portata a casa, nonostante lo strappo di Mdp, la maggioranza assoluta sulla variazione di bilancio, ora il governo può tornare a sondare gli alleati di governo su un provvedimento che vedrebbe favorevole anche Sinistra Italiana.

Lupi (Ap): basta pressioni, si scordino la fiducia
Ufficialmente Ap dice di non aver cambiato idea. «Lo “ius soli” non passerà semplicemente perché noi non siamo d'accordo che questa legge passi così come è. La cittadinanza è tema delicato e va tolto dalle tifoserie» ha ribadito nei giorni scorsi il coordinatore nazionale di Ap, Maurizio Lupi, che ha aggiunto: «Al Pd abbiamo detto che volevamo delle correzioni sullo ius soli temperato. Smettiamola con queste pressioni che sono anche legittime, ma le priorità al Senato adesso sono altre. Si scordino la fiducia, vogliamo fare una buona legge e non una legge a tutti i costi». Una minoranza dei centristi però non è così contraria al provvedimento. E vorrebbe lavorare ad una mediazione. Il punto per superare le barricate sarebbe accentuare l’aspetto che lega la cittadinanza dei bambini al percorso scolastico più che alla nascita. Si capirà solo nei prossimi giorni se lo spiraglio ha fondamento.

Ius soli «temperato», requisiti aggiuntivi per i cittadini extra Ue
La riforma della legge 91/1992 sulla cittadinanza prevede che possa diventare italiano chi nasce sul territorio nazionale da genitori stranieri, dei quali
almeno uno sia in possesso del diritto di soggiorno permanente (per i cittadini Ue) o del permesso di soggiorno di lungo periodo (per i cittadini extracomunitari) che è a tempo indeterminato. Questo implica che sia legalmente residente in Italia da almeno 5 anni. Ma se il padre o la madre non appartengono a uno dei paesi dell'Unione europa per far scattare lo ius soli saranno necessari altri tre requisiti: reddito non inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale, disponibilità di alloggio che risponda ai requisiti previsti per legge e superamento di un test di lingua italiana.

Non solo nascita, la seconda via dello «Ius culturae»
In alternativa alla cittadinanza per nascita il Ddl sullo “ius soli” apre anche a una seconda via: quella collegata all'istruzione. La cittadinanza italiana scatta per i minori stranieri nati in Italia o che vi siano arrivati entro i dodici anni se hanno frequentato regolarmente un percorso scolastico per almeno cinque anni sul territorio nazionale. E cioè: uno o più cicli del sistema nazionale di istruzione, percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Nel caso in cui la frequenza riguardi le elementari l'iter scolastico deve essere concluso positivamente.

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