Grecia, affondano le stime del Pil (-1,2%) nel quarto trimestre
di Vittorio Da Rold
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Il Pil della Grecia è sceso dell'1,2% nel quarto trimestre 2016 rispetto al terzo e dell'1,1% anno su anno. Nel terzo trimestre il Pil aveva segnato una crescita dello 0,6% (dato rivisto). Lo ha comunicato l’ufficio di statistica greco Elstat, rivedendo di molto le stime preliminari. Una cattiva notizia per il governo greco di Alexis Tsipras e i creditori della Ue e del Fmi: le prime stime indicavano un calo di solo lo 0,4% nel quarto trimestre e addirittura un rialzo dello 0,3% su anno. Il dato rischia di mettere ulteriore pressione sui negoziati tra Atene e i creditori internazionali per la la seconda revisione del terzo programma di salvataggio da 86 miliardi di euro. Sull’anno il Pil della Grecia risulta in contrazione dell'1,1%. «Dopo la revisione dei dati per l'intero esercizio 2016 si prevede una crescita del Pil reale del -0,1 per cento», ha detto l'economista di Eurobank Platon Monokroussos. Insomma le continue richieste di austerità stanno contraendo i consumi o rinviando i già scarsi piani di investimenti privati.
Intanto i depositi bancari ellenici sono scesi al livello più basso dal 2001: secondo i dati di gennaio comunicati dalla Banca di Grecia, guidata da Yannis Stournaras, le famiglie (per 0,562 miliardi) e le imprese (per 0,972 miliardi) hanno ritirato 1,534 miliardi di euro dai depositi bancari a gennaio rispetto a dicembre 2016, portando così il livello totale dei depositi a 119,75 miliardi, il livello più basso dal 2001. Un segno evidente di nervosismo degli stessi greci sull'andamento del terzo salvataggio greco da 86 miliardi di euro.
Tsipras spera in un accordo
Il governo greco, in difficoiltà nei sondaggi, si aspetta comunque di giungere a un accordo a marzo o all'inizio di aprile, ma le questioni ancora in sospeso sollevano forti preoccupazioni da parte degli osservatori a causa della estrema impopolarità delle misure da far approvare in Parlamento.
Il governo guidato dal primo ministro greco Alexis Tsipras avrebbe accettato - secondo fonti raccolte da Bloomberg - la prova di forza e quindi di approvare le riforme strutturali richieste dal Fmi che tagliano i limiti di reddito esente dalle imposte e modificano il sistema pensionistico entro il 2019, superando così quella che una volta Syriza definiva nei congressi del partito di maggioranza relativa come una “linea rossa” invalicabile.
Il governo ellenico ora pragmaticamente dice che l'accordo sarà neutrale e non aumenterà l' austerità, in quanto la nuova normativa includerà anche misure di stimolo alla crescita. Un modo per rendere meno amara la consueta medicina di tagli alle spese e aumenti di tasse. Intanto Atene ha chiesto alla Banca Mondiale
un prestito da 3 miliardi di dollari per finanziare un piano di sviluppo che prevede la creazione di 100mila nuovi posti di lavoro.
Primo incontro il 20 marzo
Tsipras ha detto ai suoi parlamentari che la revisione del piano può essere completata entro il 20 marzo, quando i ministri delle Finanze della zona euro si incontreranno di nuovo a Bruxelles. Le discussioni potrebbero trascinarsi ancora fino alla prossima riunione dell'eurogruppo prevista il 7 aprile, dato il numero elevato di questioni ancora in sospeso. La Grecia è alla ricerca di un «accordo globale» entro maggio che potrebbe anche includere eventuali decisioni sulle misure di alleggerimento del debito a medio termine e l'inclusione dei titoli greci nel Qe, il programma di acquisto dei bond da parte della Banca centrale europea.
Alla Grecia viene chiesto di attuare delle riforme fiscali, del lavoro e nel mercato dell'energia. I negoziati potrebbero portare a un rapido accordo, se ci sarà la volontà politica di Atene e un approccio realistico da parte dei creditori. In caso contrario, la missione della troika si esaurirà subito e sarà necessario un altro giro di incontri per raggiungere un accordo.
Le richieste dei creditori
I creditori hanno chiesto nuove misure di austerità pari al 2% del Pil , che saranno messe in atto entro il 2019, se la Grecia dovesse mancare i suoi obiettivi di bilancio. Atene ritiene che questa cifra potrebbe scendere tra l'1,7% e 1,8% grazie a una performance di bilancio migliore nel 2016 .
La troika ha chiesto che le misure provengano da un ulteriore taglio della soglia di esenzione dei redditi - pari al 0,75% del Pil, un altro 0,75% da una diminuzione delle pensioni e lo 0,5% da altre misure varie non rese note. Tutte queste misure dovranno essere approvate in via preventiva come clausole di salvaguardia. Il Parlamento greco le voterà subito ed entreranno in vigore dal 1° gennaio 2019. Atene poi potrà varare delle misure di segno opposto se dovesse superare gli obiettivi di bilancio: queste misure di rilancio si concentreranno sui tagli fiscali per le imprese e tagli ai contributi sociali.
La Grecia deve anche chiudere un gap di bilancio per il 2018, che prevede un obiettivo concordato per un avanzo primario di bilancio al 3,5%del Pil. Il governo ha individuato misure supplementari tra i 500 e i 700 milioni di euro per compensare il divario. Atene dice che può compensare i restanti 200 milioni di euro, grazie al buon andamento del bilancio del 2016, risultato migliore del previsto. Ma la troika è cauta e vuole vedere gesti concreti prima di dare il suo assenso.
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