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Grecia e British Museum: c’è accordo sui Marmi

Le trattative, in corso da quasi un anno, sarebbero ad un punto di svolta. Circola una bozza dell'accordo: Atene punta su un ritorno definitivo, ma il Museo è fermo sul prestito

di Giuditta Giardini

2' di lettura

Il British Museum ha confermato, per la prima volta, di avere intrapreso discussioni costruttive con la Grecia in vista del ritorno di ‘alcuni' dei marmi del Partenone. Nei mesi passati si era parlato di una possibile intesa tra Londra e Atene per alcuni dei pezzi esposti al British Museum dal 1832, dopo essere stati rimossi dall'Acropoli di Atene da Lord Elgin, diplomatico britannico.
Lo scorso dicembre, alcuni rappresentanti del governo greco hanno confermato l'esistenza di trattative tra il chairman del museo, l'ex ministro inglese George Osborne, e il governo di Atene. Il dialogo andrebbe avanti da più di un anno. Mercoledì scorso, The Telegraph ha parlato di una prima bozza di accordo tra le parti che prevederebbe “il prestito” di alcuni pezzi già dai primi mesi del 2023. Questa notizia, cioè dell'esistenza di un accordo, sarebbe però stata smentita dai portavoce del governo greco. Sembra, infatti, che ci siano ancora dei disaccordi tra le parti che necessitano di essere risolti.

Mentre la Grecia spinge per un rientro definitivo, il British Museum è aperto soltanto ad un prestito temporaneo. In dicembre George Osborne aveva dichiarato di non avere intenzione di smantellare la collezione del Museo che racconta una parte importante della storia unica dell'umanità. Il chairman del British Museum ha sostenuto che avrebbero operato secondo la legge inglese e che avrebbero fatto il possibile per instaurare una “long-term partnership con paesi e comunità in giro per il mondo e queste ovviamente includono la Grecia”. Probabilmente il prestito conciderà con i lavori di ammodernamento per un miliardo di sterline di alcune sale del museo londinese. I lavori sono chiamati, in codice, il Progetto Rosetta. Il Progetto re-immagina, ‘svecchia' il museo e rinnova molte delle sue gallerie, tra queste le gallerie del Partenone, che ormai da anni necessitano di lavori.

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I passi avanti fatti dagli altri

L'apertura verso la Grecia sembra sia stata catalizzata da alcuni eventi del 2022 che sono partiti dall'Italia. A gennaio del 2022 il Ministro della Cultura greco e l'Assessorato alla Cultura e ai Beni dell'Identità Siciliana si sono accordati per un prestito a lungo termine (quattro più quattro anni) del cosiddetto “Reperto Fagan”, un frammento in marmo pentelico che raffigura il piede della dea Peitho o di Artemide seduta in trono custodito al Museo Antonio Salinas di Palermo. Poi nel maggio del 2022, l'assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Alberto Samonà aveva fatto sapere che la restituzione sarebbe stata definitiva come “conferma di quel sentimento di fratellanza culturale che lega Sicilia e Grecia, due terre unite dalle comuni radici mediterranee e da antichissimi e profondi legami”. Infine, lo scorso mese, Papa Francesco ha acconsentito alla restituzione di tre frammenti del Partenone dalla collezione dei Musei Vaticani “quale segno concreto del sincero desiderio di proseguire nel cammino ecumenico di testimonianza della Verità”. I marmi, giunti in Vaticano nel XIX secolo, sono stati donati a Ieronymos II, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, sollecitando il pronto ringraziamento del Governo greco.

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