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Grecia verso nuove elezioni dopo la vittoria del partito conservatore del premier Mitsotákis

Il partito conservatore Nea Dimokratía guidato dal premier uscente Mitsotákis è l’unico che può offrire una maggioranza stabile per il governo del paese

di Stefano Versace

Voto Grecia, vince Mitsotakis ma si torna alle urne

3' di lettura

Il risultato uscito dalle urne del 21 maggio è stato, insieme, chiarissimo, e inatteso per la differenza tra i due principali contendenti, i partiti Nea Dimokratía (ND) guidato dal premier uscente Mitsotákis, e Syriza, guidato da Alexis Tsípras.

Ad Atene si stanno contando gli ultimi voti, ma lo stacco tra i due rende evidente come ND non sia solo il primo partito, ma l’unico che può offrire una maggioranza stabile per il governo del paese. Si nota anche come la differenza tra i due primi partiti sia senza precedenti per il sistema politico greco.

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Affluenza oltre il 60%

Interessante il dato sull’affluenza, che si attesta per momento al 60-61%. Su 10 milioni di cittadini greci, significa che il 40% dei 6 milioni di votanti, poco sotto i 3 milioni, hanno deciso di premiare il governo di Mitsotákis, che ha preso in mano il potere ancora sotto il controllo formale della Troika, e lo ha accompagnato verso un nuovo periodo di crescita economica e ritmi sostenuti di investimenti esteri.

Al tempo stesso, questa maggioranza ha deciso di porre in secondo piano i principali temi di politica interna su cui avevano – almeno in parte – insistito le forze di opposizione, cioè il drammatico incidente ferroviario di inizio marzo, e lo scandalo delle intercettazioni da parte dei servizi segreti a carico di diverse personalità della politica e della società greca.

Mitsotákis era oggi 22 maggio a colloquio dalla Presidente della Repubblica Sakellaropoúlou, a cui ha rimesso il mandato che gli è stato conferito dalle urne per la formazione di un governo di coalizione.

Il risultato elettorale di ieri, ha detto il premier, è un passo importante verso la maturità politica, mentre ha ribadito che il risultato delle urne è chiaro che non ci sono condizioni per la formazione di un governo da parte dell’attuale Parlamento.

Syriza riconosce la sconfitta

Dalla parte opposta, la leadership di Syriza ha pienamente riconosciuto la débâcle elettorale, e sottolineato come ora l’orizzonte del partito è continuare la propria battaglia per il cambiamento e arrivare alle prossime elezioni nella migliore condizione possibile.

Da Syriza ha parlato Giórgos Tsípras, omonimo del leader, che ha commentato la sconfitta del suo partito sottolineando come essa si presta a due considerazioni.

«La prima è che i Greci hanno scelto di dire “basta”, e lo hanno detto a noi, non l’hanno detto a ND, che pure è il partito delle intercettazioni telefoniche e degli aumenti del costo della vita, dai generi di prima necessità, alle bollette energetiche. La seconda considerazione è che il voto ha giudicato la nostra opposizione come troppo incerta, e la gente non ha considerato Syriza come un alternativa credibile, fidandosi piuttosto di Mitsotákis».

Bocciata la proposta del governo di coalizione

Perché? Questa è la seconda domanda. Mitsotákis aveva anche detto in un’intervista prima del voto che il sistema proporzionale non è adatto alla Grecia perché non può offrire un governo stabile. Syriza, che aveva voluto la legge elettorale negli anni precedenti, avrebbe dovuto preparare un tessuto di relazioni con i partiti affini, cosa che invece non ha fatto se, non negli ultimi tempi, con la proposta a Nikos Androulakis (leader del Pasok) di formare un governo di coalizione con lo scopo di istituire una commissione d’inchiesta per indagare le responsabilità del premier nella questione delle intercettazioni.

Proposta poco attraente per l’elettorato. La sfida, ora, è molto differente per i vari partiti politici. ND, i cui sostenitori ieri festeggiavano cantando lo slogan “tutta la Grecia è blu” (il colore del partito di Mitsotákis, NdA), può gestire abbastanza comodamente il risultato elettorale di ieri; così come il centrosinistra Pasok, che ha superato le attese attestandosi all’11,46% e confermando come, oltre gli scandali che lo avevano interessato nella decade precedente, l’opposizione a un governo di centrodestra deve passare anche per loro.

Mentre Syriza si trova davanti al compito titanico di modificare il suo messaggio politico, arrivare a tutte le categorie di elettori, probabilmente soprattutto giovani, che non l’hanno votato, oppure essere condannato a una progressiva marginalizzazione politica.

I partiti rimasti fuori dal parlamento, come il movimento di Varoufákis, cercheranno di recuperare terreno. Ma l’impresa sembra molto complessa, perché un voto di protesta contro il governo, salvo ribaltamenti improvvisi nell’opinione dei Greci che non hanno votato ieri, difficilmente si organizza in un mese.

Anche perché il voto di ieri sembra aver premiato tra le altre cose il profilo personale di Mitsotákis, di famiglia ricca e studi in America, rispetto a quello di Tsípras, di classe media e gavetta nel partito che era arrivato al potere negli anni della crisi.


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