Grecia: Tsipras ha perso ma resta al centro della scena politica
Dopo le elezioni, già oggi il suo rivale di centro-destra Kyriakos Mitsotakis lo sostituisce a capo del governo. Ma la sinistra di Syriza ha recuperato consensi rispetto alle Europee di maggio e afferma la sua posizione-chiave in un contesto politico che rilancia il bipolarismo. L’ex premier resta carismatico ed è pronto a dare battaglia da capo dell’opposizione: alcuni suoi sostenitori hanno persino festeggiato
di Stefano Carrer
4' di lettura
Una sinistra che perde, notoriamente, è spesso maestra nel trovare motivi di consolazione. Rimangono nella memoria certi titoli dell'Unità di un tempo, quando di fronte a una grave sconfitta elettorale usciva con titoloni equivalenti a un «È salva la moglie di Cesare» dopo le Idi di Marzo. In Grecia il premier della sinistra radicale Alexis Tsipras lascia già oggi il posto al suo rivale, il leader del centrodestra Kyriakos Mitsotakis, ma può trovare reali ragioni per non disperare, anzi: la sua è una sconfitta onorevole, dignitosa, non preclusiva di riscatto e di nuove speranze. Tanto che molti suoi sostenitori domenica hanno addirittura festeggiato.
Meglio delle attese
Se pure Nuova Democrazia ha sfiorato il 40% dei consensi, Syriza ha recuperato quasi l'8% rispetto alle Europee di maggio risalendo al 31,5% e ha superato le previsioni della vigilia: diventa un ormai consolidato polo politico in un contesto tendenzialmente bipartitico, attrae comunque quasi un terzo degli elettori e può aspirare ad aggregare ulteriori consensi se il nuovo governo dovesse incepparsi.
Non a caso Tsipras non ha mancato di ricordare che meno di 5 anni fa Syriza era solo un partitino al 4% marginalizzato nella vita politica del Paese. Per lui, il 44enne che ha messo finalmente la cravatta, per scommessa, solo il giorno in cui riuscì l'anno scorso a porre fine al giorno del salvataggio finanziario, potrebbe essere persino salutare un bagno nei panni di leader dell'opposizione che, da ex ragazzo della sinistra antagonista, dovrebbero risultargli congeniali. Tanto più che le prossime elezioni dovrebbero svolgersi non con un premio al partito di maggioranza relativa, ma con un nuovo sistema integralmente proporzionale che renderebbe più facile mantenere o aumentare il numero degli 86 parlamentari conquistato ieri.
Venti contrari
In queste elezioni Tsipras aveva tutti i venti contrari: una immagine di governo inevitabilmente logorata presso un popolo reduce da un decennio economico perduto; una classe media che non riconosce la ripresa economica in quanto non la percepisce più di tanto; una opposizione implacabile che l'ha presentato come arrogante e campione delle tasse (come se fossero una idea sua e non delle necessità imposte dal terzo memorandum); la delusione delle frange irritate dal voltafaccia dell'accettazione del rigore dei creditori europei, che hanno fatto entrare in Parlamento il suo ex ministro Varoufakis; lo sdegno dei molti - soprattutto nel settentrione del Paese - che non hanno accettato il suo accordo politico con la Macedonia del Nord che ha spianato al strada per Skopje verso l'ingresso nella Nato e nella Ue.
Su questo e altri punti, certamente Tsipras non ha avuto timore di sfidare l'impopolarità per fare scelte sollecitate o semi-imposte dall'Europa: da iniziale spauracchio dell'Unione si è guadagnato i galloni di “buon europeo”. Ma passare dal fomentare le piazze a scelte “responsabili” di governo è oneroso.
«Per portare la Grecia dove è oggi abbiamo dovuto prendere decisioni difficili con un alto costo politico - ha detto - Teniamo la testa alta perché la Grecia che consegniamo oggi non assomiglia affatto alla Grecia in bancarotta che abbiamo preso 4 anni fa». Questa sconfitta, ha aggiunto, non è «strategica»: Syriza lotterà per consolidare un ampio fronte progressista che protegga gli interessi dei lavoratori.
I risultati
Gli avversari non gli riconoscono meriti, ma dopotutto non si può negare che abbia raggiunto risultati in un contesto difficilissimo: ha evitato la Grexit dopo aver convocato e vinto un referendum popolare anti-austerità che la evocava, ha portato il Paese fuori dal commissariamento delle politiche economiche, ha riportato il Paese sul mercato obbligazionario. L'economia è tornata a crescere da nove trimestri e la disoccupazione è calata da oltre il 26% a poco più del 18%.
Castellina: « Syriza una grande forza»
Alla conferenza stampa di ieri sera , Tsipras, dopo aver riconosciuto cavallerescamente la vittoria degli avversari accennando all'alternanza come valore in democrazia, è sceso ad abbracciare Luciana Castellina (che si era presentata con la sua lista alle europee). «Syriza ha superato l'esame di maturità in circostanze molto difficili - dice la 90enne decana/icona della sinistra italiana, che ha forti legami con la Grecia (dove fu arrestata e espulsa dal regime dei colonnelli) - Certo è amaro per la Grecia e per l’Europa che un giovane primo ministro come Tsipras non sia più capo di un governo. Un capitano coraggioso che ha saputo rifiutare le scorciatoie ingannevoli e affrontare l’impopolarità pur di tirare fuori il Paese dai guai prodotti proprio da chi oggi vince le elezioni, in una situazione difficilissima imposta dalla cieca politica di Bruxelles». E aggiunge: «Syriza resta una grande forza: il solo partito della sinistra in Europa che mantiene sostanzialmente i suoi voti. Più grande del Psoe, del PD e persino della storica SPD!”
Festeggiamenti e speranze
«Abbracci, sorrisi, grandi pacche sulle spalle, selfie. L'atmosfera ieri sera da Syriza non era certo quella da sconfitti, il cielo non era affatto plumbeo», dice Massimo Torelli, coordinatore nazionale de “L'altra Europa con Tsipras” e tifoso dalla prima ora di Syriza come leader della Brigata Kalimera (gli italiani che sostennero Tsipras con numerose spedizioni ateniesi nel 2015, ai tempi in cui si fecero vedere nella capitale greca anche Beppe Grillo e Luigi di Maio, mentre Matteo Salvini disse che se fosse stato greco avrebbe votato no all'austerità nel referendum) - Il risultato delle europee era stato uno shock: aveva dato la ssensazione di una perdita di controllo, quasi di isolamento. In giornata si era temuta una performance inferiore a quello che poi è avvenuto. Un risultato superiore al 30%, solo di pochissimi punti inferiore a quello che l'aveva portata all'improvviso al governo nel 2015, ha diffuso invece la sensazione di essere diventati grandi in modo permanente. Tsakalotos (il ministro delle Finanze uscente), che non e' di solito un espansivo, ha fatto battute da entusiasta, con larghi sorrisi. Tsipras e' parso grintoso. Come dire, abbiamo perso una partita ma siamo vivi e rigiochiamo».
Leader dell’opposizione
Se il centro-destra governerà con la maggioranza assoluta in parlamento, insomma, non avrà comunque vita facile con una opposizione robusta e concentrata. Tanto che qualche analista finanziario vede in lui un fattore-chiave per i prossimi anni e pensa che sarà importante anche per i mercati la risposta a una domanda: Tsipras, che resta giovane e resta carismatico, si comporterà da “responsabile” da capo dell'opposizione quanto lo fu da capo del governo, oppure tornerà all'antico e a soffiare sul fuoco della piazza contro le riforme in arrivo da Mitsotakis?
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