sostenibilità

Green carpet fashion awards, vince la concretezza: gli artigiani sono le nuove celebrities

Alla Scala Sophia Loren consegna il premio alla carriera a Valentino Garavani. E François-Henri Pinault annuncia: «Il 24 ottobre a Parigi discuteremo gli obiettivi del Fashion Pact»

di Marta Casadei

Stella McCartney (seconda da sinistra) premiata ai GCFA 2019

4' di lettura

L’emozione raggiunge il suo picco alla fine, quando sul palco della Scala compare, accolta dagli applausi, una commossa Sophia Loren, 85 anni compiuti la scorsa settimana, fasciata in un lungo abito nero. «È la prima volta che sono sul palco di questo teatro» dice l’attrice, chiamata a consegnare il premio alla carriera a Valentino Garavani, «un maestro, un amico, una leggenda, un uomo che ha rivoluzionato il mondo della moda ma ha avuto effetti anche sulla cultura, portando su questo pianeta passione, compassione, humor e stile» dice, con le lacrime agli occhi. Per poi smorzare la tensione con una battuta: «Ma sentite che bell’inglese!»

Lui è accolto da una standing ovation: tra gli applausi c’è chi perfino, in abito da sera, improvvisa una corsa sotto il palco per scattare una foto con il telefono, come si fa ai concerti. Valentino, del resto, è la rockstar della serata: impeccabile in smoking, di poche, pochissime, parole, ringrazia.

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La terza edizione dei Green Carpet Fashion Awards, inaugurata dai “padroni di casa” Livia Firth e Carlo Capasa e chiusa dal sindaco di Milano Beppe Sala, ha lasciato poco spazio ai siparietti per concentrarsi sul contenuto. Meno celebrities hollywoodiane - assenze che, agli occhi del pubblico, si sono fatte sentire: ne si è vociferato durante l’aperitivo sotto le viti di Piazza della Scala, allestita in un omaggio a Leonardo - e più addetti ai lavori che sono saliti, orgogliosi, sul palco a godersi i (meritati) applausi.

Sophia Loren con Valentino Garavani ai Green Carpet Fashion Awards Italia 2019 (Photo by Miguel MEDINA / AFP)

Gli esempi sono diversi: dalle artigiane che a Mumbai lavorano per “I was a Sari” di Stefano Funari (realtà premiata con il «Responsible distruption award») che danno nuova vita ai sari dismessi, trasformandoli in capi, accessori e calzature, a Pino Grasso, titolare dello storico laboratorio di ricami e vincitore del premio «Art of craftmanship» insieme alla figlia Raffaella: «Sono orgoglioso, dopo 60 anni di lavoro, di essere qui a ricevere questo riconoscimento - ha detto Grasso - a Milano, la città dove ho iniziato la mia attività».

Sul palco è salito anche il team di Stella McCartney, premiata con il Groundbreaker award per il suo impegno in difesa dell’ambiente e degli animali: «Finalmente non mi sento più il fenomeno da baraccone nella stanza» ha commentato, sorridendo, la designer. Che, oltre ad aver spiegato perché è da sempre impegnata sul fronte della sostenibilità («sono cresciuta in una fattoria con due genitori molto all’avanguardia») , ha voluto condividere il premio con i suoi collaboratori: «Chi viene a lavorare da Stella McCartney credo lo faccia perché vuole lavorare in un’azienda più consapevole e attenta».

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L’idea di costruire aziende più sostenibili è il frutto di un approccio “visionario” che ha caratterizzato alcuni degli imprenditori del settore, fin da prima che l’attenzione all’ambiente diventasse un movimento “popolare”. Tra questi c’è François Henri Pinault, presidente e ceo di Kering, premiato con il «Gfca Visionary award». «Combattere per la sostenibilità implica un grande sforzo, una grande dedizione perché se si vuole cambiare il modo di fare business, bisogna reingegnerizzare tutti i processi», ha detto Pinault. Dietro incarico del presidente francese Emmanuel Macron, il presidente e ceo di Kering ha creato il “Fashion Pact” che riunisce 32 aziende del settore nell’impegno green e di cui ha svelato il prossimo incontro in agenda: il 24 ottobre , a Parigi, verrà stilata una prima lista degli obiettivi concreti che le aziende aderenti vogliono perseguire.

Del patto fa parte anche Zegna che con il progetto #Usetheexisting, insieme a Max Mara (per il progetto Camelux), ha ricevuto il «Cnmi award in recognition of sustainability»: «Zegna da sempre si ispira alla visione pionieristica del fondatore Ermenegildo, che per primo capì l'importanza di sviluppare l'azienda rispettando la natura e promuovendo progetti sostenibili», ha detto il ceo Gildo Zegna.

Tra gli altri premi sono stati consegnati il «Gcfa Circular Economy Award», vinto da Healthy Seas, che recupera le reti da pesca che vengono impiegate nella realizzazione di fibre di riciclo come Econyl; il «Gcfa award for Technology and Innovation», assegnato a Sicit, azienda conciaria che ha fatto della sostenibilità il proprio vessillo; il «Social Media Changemaker Award», andato alla supermodella Doutzen Kroes, impegnata nella difesa degli elefanti in Kenya; l’«Eco Stewardship Award» che ha visto salire sul palco i gondolieri di Venezia, che hanno scelto di utilizzare la lana per le loro divise ufficiali, e il «North Star Award» condiviso dalla Nyu Stern e dalla Union of Concerned Researchers in Fashion.

A vincere il contest dedicato ai giovani talenti e intitolato a Franca Sozzani è stata Flavia La Rocca, designer romana, classe 1985. Dopo aver lavorato da Blumarine, Prada, Valentino e Vivienne Westwood, Flavia ha lanciato il suo brand nel 2013, cercando di limitare l’impatto ambientale delle sue creazioni.

Chiuso il sipario, una parte degli ospiti attraversa la vigna e si avvia alla sontuosa cena («milanese», come ha sottolineato il sindaco Sala) allestita a Palazzo Marino; un’altra si avvia verso casa. E se tacchi e abiti lunghi impediscono soluzioni ecologiche come una passeggiata o una pedalata (sotto la pioggia, oltrettutto), c’è chi si accorda per dividere un taxi e risparmiare qualche emissione di gas di scarico. Missione compiuta, insomma: lo scopo della serata, del resto, è quello di mettere il luce le best practices e contribuire al cambiamento, a partire dai piccoli gesti quotidiani.

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