Opinioni

Green deal, la sfida in un mondo che cerca energie migliori

Per far sì che il cambiamento climatico non comprometta la nostra vita e quella delle generazioni future, occorre un netto cambio di passo

di Simone Tagliapietra

(REUTERS)

3' di lettura

L’energia gioca un ruolo fondamentale nelle nostre società e nella nostra vita quotidiana. I sistemi di illuminazione, le macchine negli uffici, gli elettrodomestici e i dispositivi elettronici funzionano grazie all’energia elettrica. Il trasporto, e quindi il commercio, sono resi possibili dai prodotti derivati dal petrolio. L’industria dipende, per le sue attività, dall’approvvigionamento energetico, così come l’agricoltura. In breve, senza energia non saremmo in grado di svolgere le attività più semplici: fare una doccia calda al mattino, preparare la colazione, portare i bambini a scuola in automobile e poi lavorare al computer, possibilmente in un ufficio adeguatamente climatizzato. In conclusione, l’energia è una premessa indispensabile per la vita di oggi.

Le risorse energetiche sono alla base dello sviluppo degli ordini internazionali della storia moderna: il carbone ha fatto da sfondo all’Impero britannico nel XIX secolo, il petrolio è stato al centro del successivo «secolo americano», e oggi molti prevedono che la Cina diventerà la superpotenza mondiale delle energie rinnovabili del XXI secolo. In estrema sintesi, possiamo affermare che l’importanza strategica dell’energia è tale da definire le dinamiche economiche e geopolitiche globali.

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Negli ultimi vent’anni il ruolo globale dell’energia è diventato ancora più centrale in seguito alla crescente consapevolezza, a livello internazionale, di due grandi temi: il cambiamento climatico e l’accesso all’energia nei Paesi in via di sviluppo.

L’approvvigionamento energetico globale è sempre stato, e continua a essere, in gran parte basato sui combustibili fossili. Nonostante il recente sviluppo delle energie rinnovabili, l’80% dell’approvvigionamento energetico nel mondo deriva ancora dal carbone, dal petrolio e dal gas naturale, la cui combustione produce il 75% circa delle emissioni globali di gas serra, rendendo l’energia la principale causa del cambiamento climatico. Una risposta strutturale a questa grave minaccia per l’umanità può quindi venire solo dal settore energetico, in particolare attraverso una rivoluzione globale dell’energia pulita.

Essendo l’energia una prerogativa fondamentale della vita moderna, garantirne l’accesso assume un’importanza socioeconomica cruciale. Oggi, 860 milioni di persone in tutto il mondo – e in particolare in Africa – non hanno ancora accesso all’elettricità, mentre 2,6 miliardi di persone non hanno ancora accesso a sistemi moderni e sicuri per cucinare. Problematica, quest’ultima, drammatica sia sotto il profilo sociosanitario (si pensi alle malattie respiratorie dovute ai fumi inalati in casa dalle stufe o dai focolari), sia sotto il profilo ambientale (si pensi al disboscamento risultante dall’uso di legna per queste finalità). Permettere a queste persone di usufruire di servizi moderni ed economicamente sostenibili rappresenta uno dei maggiori temi socioeconomici del nostro tempo, un passo necessario per sradicare la povertà e per ridurre le disuguaglianze.

L’enormità di queste sfide ci presenta la necessità di avere una chiara conoscenza dei fondamentali dell’energia globale per avviare un dibattito pubblico informato sulle questioni vitali della crisi climatica e sulle sue possibili risposte.

Questa necessità si fa oggi ancora più pressante data la centralità del tema della transizione energetica nell’agenda politica internazionale. Il Green Deal europeo rappresenta, in particolare, l’esperimento a oggi più avanguardistico in questo campo a livello mondiale. Con questa iniziativa, finalizzata a fare dell’Europa il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050, si sta impostando una nuova traiettoria capace di accompagnare la transizione energetica con la necessaria trasformazione economica e industriale che essa comporta, garantendo l’inclusione sociale dell’intero processo. Con il suo Green Deal, l’Unione europea ha di fatto preso atto che le politiche climatiche ed energetiche da sole non sono più sufficienti per far fronte alla portata della sfida climatica. Solo una politica molto più ampia – che tenga conto anche degli aspetti economici, fiscali, industriali, e delle questioni legate al lavoro, all’innovazione e alla politica sociale – può affrontare questa sfida in modo equilibrato. La questione è semplice: per far sì che il cambiamento climatico non comprometta la nostra vita e quella delle generazioni future, occorre un netto cambio di passo. Quella che ci accingiamo a vivere, forse ancora senza rendercene davvero conto, è ben più di una trasformazione energetica. È una vera e propria rivoluzione industriale, che toccherà ogni aspetto dei nostri sistemi economici e interesserà il nostro stesso modo di vivere e di rapportarci all’ambiente. Una sfida che può davvero fare del mondo un posto migliore per tutti, ma per questo dobbiamo farci trovare preparati.

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