Green e lavoro, i giovani talenti non vogliono il posto fisso ma quello giusto
Il 34% dei contratti attivati nel 2021 sono green (Symbola). Non c’è soltanto l’aspetto economico e temporale ma contano anche i valori sostenibili abbracciati dall’azienda
di Daniela Russo
I punti chiave
3' di lettura
La sostenibilità sta trasformando anche il mercato del lavoro. Nascono nuove professioni e cambia l’atteggiamento di candidati e imprese. I giovani cercano sempre meno il “posto fisso” e sempre di più quello “giusto”, in linea con i propri valori. A trainare le ricerche delle aziende sono anche le figure green, a partire dai sustainability manager chiamati a guidare la transizione ambientale, sociale e di governance delle realtà produttive. Nel 2021 si stima che le attivazioni di contratti green siano state superiori a 1.600 mila unità pari al 34,5% della totalità dei contratti attivati (+443 mila unità), secondo l'ultimo report GreenItaly 2022 della Fondazione Symbola. Emerge, però, con forza il tema delle competenze: a fronte della totalità dei contratti green, infatti, la difficoltà di reperimento ammonta al 40,6 per cento.
La consulenza ambientale ricerca talenti
La richiesta di nuovi profili professionali nell’ambito della sostenibilità è in costante aumento a livello globale, in tutti i settori. Un fenomeno che interessa anche l'Italia e che tocca da vicino il mondo della consulenza ambientale.
È il caso, ad esempio, di Quantis, società internazionale nata 15 anni e da quattro anni presente in Italia, che ha promosso una ricerca per sette nuove figure da affiancare al team di 25 professionisti attivo presso la la branch italiana.
Le richieste interessano Strategic Communications & Engagement Consultant, Operations Coordinator e Talent Lead a Sustainability Project Manager, Business Developer e Consultant: professionalità nate da poco sul mercato del lavoro ma già fortemente richieste. «Si tratta di figure molto ricercate dal mercato del lavoro – spiega Simone Pedrazzini, direttore Quantis Italia –. Il nostro lavoro segue tre direttrici principali: quantificazione del problema, pianificazione del domani guardando al 2030-2050, trasformazione. Le ricerche in corso rispondo a queste divisioni e interessano professionisti con competenze verticali negli ambiti food, fashion e cosmetica, principali settori di riferimento per le nostre attività». E aggiunge: «Negli ultimi 18 mesi si registra un notevole fermento nel mercato del lavoro, aumenta la concorrenza per cercare di attrarre i migliori talenti. Uno dei valori aggiunti che riusciamo a esprimere è la possibilità di una carriera internazionale in un contesto italiano. Un elemento che ci ha permesso di accogliere nel nostro team anche professionisti che erano andati a lavorare all'estero».
Agenzie per il lavoro: nuove richieste di imprese e candidati
Pandemia e crisi energetica hanno contribuito ad accrescere l'attenzione delle imprese verso le tematiche Esg, una spinta che sembra destinata a dare frutti duraturi, sostenuta dalla sensibilità delle nuove generazioni.
La ricerca di profili executive e middle in questo campo, rispetto all’inizio dell'anno, è cresciuta, secondo W-Executive. Molte aziende stanno assumendo figure in grado di gestire e supervisionare il consumo interno, come sustainability o energy manager, responsabili acquisti, project manager fotovoltaico.
«La vera sfida per le organizzazioni sarà farsi scegliere dai candidati, soprattutto dai più giovani: negli ultimi anni assistiamo, in un’altissima percentuale di casi (oltre il 80%) a valutazioni estremamente consapevoli da parte dei professionisti nel considerare la sostenibilità un driver fondamentale che pesa nella scelta di una nuova azienda al pari di progetti, clima aziendale, pacchetto retributivo e benefits – commenta Raffaele Bonfitto, equity partner & founder di W-Executive –. Il candidato ha la necessità di comprendere se l'azienda che sta valutando è sostenibile ed etica, elemento che solo fino a pochissimi anni fa era quasi totalmente assente».
Diversity, inclusione e territorio
Non solo ambiente: inclusione, diversity, territorio sono tra i principali temi di interesse dei nuovi candidati. Una attenzione crescente, che non interessa più solo ambiti come servizi, digitale e finance, ma si consolida anche nel manifatturiero.
«Le generazioni più giovani – dice Laura Piccolo, direttore commerciale di Openjobmetis – non scelgono più il proprio percorso lavorativo esclusivamente in funzione degli aspetti economici o guardando alla gavetta. Diventa prioritaria la conciliazione vita-lavoro e quest'ultimo è inteso sempre più come realizzazione della propria progettualità. L'attenzione al benessere dei lavoratori da parte delle aziende e le prospettive diventano elementi di grande importanza nella scelta dei candidati».
L'analisi dell'impatto ambientale e sociale delle imprese è un passaggio sempre più frequente prima di un colloquio. «È cambiato anche il nostro modo di lavorare – aggiunge Piccolo -. Sono nate nuove figure professionali, dal manager della sostenibilità a quello della diversity, e stanno prendendo forma percorsi di formazione. Il ruolo di chi si occupa di risorse umane è diventato maggiormente proattivo, andiamo a cercare i talenti, senza attendere le candidature, e approfondiamo il contesto aziendale nel quale potremmo inserirli anche sul fronte delle policy di sostenibilità».
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