Green pass, il garante della Privacy dà il via libera ma blocca l’utilizzo dell’App IO
La società PagoPA ha reagito alle osservazioni del Garante definendo l’App IO «un’applicazione sicura e affidabile»
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
Un passo avanti e uno indietro sulla strada del green pass. Il Garante per la Privacy ha dato parere favorevole sullo schema di decreto attuativo che attiva la Piattaforma nazionale-DGC per il rilascio del green pass (il documento che dal 1° luglio consentirà, tra l’altro, di muoversi liberamente tra tutti gli Stati Ue per chi è vaccinato, guarito dal Covid o ha un tampone negativo), prevedendo adeguate garanzie per l’utilizzo delle “certificazioni verdi”. In merito alle app per recuperare il green pass, il Garante ha autorizzato l’uso dell’App Immuni, ma ha rinviato però l’impiego dell’App IO a causa di criticità riscontrate sul trattamento dei dati personali.
Le condizioni del Garante della Privacy
In particolare, per il Garante il decreto attuativo dovrà prevedere che le certificazioni possano essere emesse e rilasciate solo attraverso la Piattaforma nazionale-DGC e «verificate esclusivamente attraverso l’App VerificaC19». Tale app infatti è considerata «l'unico strumento in grado di garantire l'attualità della validità della certificazione verde, in conformità ai principi protezione dei dati personali, garantendo inoltre che i verificatori possano conoscere solo le generalità dell'interessato, senza visualizzare le altre informazioni presenti nella certificazione (guarigione, vaccinazione, esito negativo del tampone)».
Blocco provvisorio dell’App Io
Quanto alle modalità con le quali ottenere il green pass, lo schema di decreto prevede che venga messo a disposizione attraverso diversi strumenti digitali (sito web della Piattaforma nazionale-DGC; Fascicolo sanitario elettronico; App Immuni; App IO) che permetteranno agli interessati di consultare, visualizzare e scaricare le certificazioni. Inoltre gli interessati potranno rivolgersi anche al medico di famiglia e al farmacista per scaricare la certificazione verde. Ma il Garante, in merito alle App tramite le quali recuperare il green pass, ha autorizzato l'uso dell'App Immuni (già utilizzata per il tracciamento dei contagi), rinviando l'impiego dell'App IO (molto diffusa per via del meccanismo del cashback ossia dei rimborsi per chi effettua un certo numero di pagamenti digitali) a causa di alcune criticità sul trattamento dei dati personali.
PagoPa: App Io sicura, presto operativa per Green Pass
La società PagoPA - il sistema dei pagamenti a favore delle pubbliche amministrazioni - ha reagito alle osservazioni del Garante definendo l’App IO «un’applicazione sicura e affidabile», smentendo l’affermazione del Garante per la Privacy secondo cui l’App prevede «un trasferimento verso Paesi terzi (es. Usa, India, Australia) di dati particolarmente delicati». PagoPA, insieme al Dipartimento per la Trasformazione Digitale, «sta esaminando i dettagli tecnici e giuridici del provvedimento per ogni opportuna iniziativa e, con spirito collaborativo e determinato, ha avviato un tavolo con le strutture del Garante per portare celermente il Green Pass su App IO», si legge in una nota.
Verso il green pass Ue
In vista dell’attivazione a partire dal 1° luglio del green Pass Ue già da giugno sono iniziate le prime sperimentazioni nei paesi Ue, con l'attivazione di un gateway europeo che ha permesso ai Paesi già «attrezzati» di sperimentare il pass su scala nazionale. Entro luglio, in coincidenza con l'entrata in vigore del regolamento, tutti gli stati membri dovranno adeguare i propri sistemi informatici per distribuire il certificato Covid e renderlo leggibile dalla piattaforma tecnologica predisposta da Bruxelles. Il pass targato Ue sarà composto da un Qr a lettura ottica, riconoscibile in tutta Europa. Di fatto i green pass nazionali dei singoli Paesi saranno immessi nella piattaforma comunitaria che raccoglie i dati di tutti i certificati. L'Italia ha già compiuto le prove tecniche e deve fare l'ultimo passaggio.
Gli altri nodi da sciogliere
Aldilà dei software, chi vorrà scaricare la certificazione verde potrà rivolgersi anche al medico di famiglia e al farmacista. Non si tratta dell’unica questione tirata in ballo dal Garante, il quale chiede chiarezza sulle finalità per le quali potrà essere richiesto il green pass e di individuare «i casi in cui può essere chiesto all’interessato di esibire la certificazione verde per accedere a luoghi o locali». Uno dei nodi quindi, riguarderebbe proprio «l’attuale indeterminatezza delle circostanze in cui è richiesta l’esibizione del green pass», dopo che alcune Regioni (come la Campania) con varie ordinanze ne hanno imposto l’uso anche per altri scopi rispetto a quelli previsti nel decreto riaperture. Dunque sarà possibile prevedere che il documento possa essere utilizzato per altre finalità oltre agli spostamenti, «ma solo se ciò è espressamente previsto e regolato da una norma nazionale».
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