Green pass, dai guariti alla durata: ecco cosa potrebbe cambiare
Potrebbe di nuovo essere ridotta a 9 mesi la durata del green pass per i vaccinati, come in principio. Anche il tema della durata per i guariti è oggetto del monitoraggio del governo
I punti chiave
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Se ce ne sarà bisogno potrebbe di nuovo essere ridotta a 9 mesi, come era all’inizio, la durata del green pass per i vaccinati. La novità emerge dalle parole del ministro della Salute Roberto Speranza. «L’attuale estensione del green pass fino a 12 mesi - ha detto il ministro al question time alla Camera mercoledì 10 novembre - potrà essere rivista in futuro se emergeranno nuovi dati o studi». E ha aggiunto: «Da settembre sono stati osservati i primi segnali di perdita di efficacia per cui è raccomandata una dose aggiuntiva per alcune categorie». Terza dose “booster” che dal 1° dicembre sarà aperta anche agli over 40.
Il calo di protezione dei vaccini
Per tutti i vaccini approvati la protezione si indebolisce infatti a partire dal sesto mese dal completamento del ciclo vaccinale (in media). Questo calo riguarda soprattutto la capacità di protezione dai contagi: il vaccino protegge da ricoveri e decessi, ma (in parte) lascia al virus un certo margine di circolazione nella popolazione. «La dinamica della quarta ondata - ha spiegato Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova - dipenderà dalla durata del vaccino e dal numero di persone vaccinate. In Italia stiamo ancora in un momento di protezione relativamente elevata perché gran parte di noi ha fatto il vaccino tra aprile e luglio, una finestra che ci consente ancora di avere una certa immunità».
Il nodo della durata del green pass
Tuttavia, ha precisato Crisanti, «la protezione dall’infezione, dopo sei mesi dalla vaccinazione, diminuisce dal 95% a 40%, quindi aumenta la probabilità che ci si possa infettare. La notizia buona - ha aggiunto - è che dopo 6 mesi rimane ancora molto elevata la probabilità che chi è vaccinato sia protetto dalla malattia e dai sintomi gravi, la cui protezione va dal 95% al 65%». Ma resta il tema dell’allineamento della protezione del vaccino con quella del Green pass. «Tra 3 o 4 mesi avremo persone che si sono vaccinate tra aprile e luglio e che, sebbene ancora protette da rischio di ospedalizzazione, possono infettarsi e trasmettere il virus. Ciò implica che non possiamo creare con il Green pass ambienti sicuri. E questo nodo, in qualche modo, va risolto» ha concluso Crisanti.
Quanto dura il green pass dopo la terza dose
Per chi ha fatto la terza dose, la nuova certificazione viene emessa il giorno successivo alla vaccinazione e ha validità per 12 mesi dalla data della somministrazione della dose aggiuntiva al ciclo completato. L'aggiornamento della certificazione è automatico.
Possibile modifica durata Green Pass guariti
Non solo. Anche il tema della durata del green pass per i guariti è oggetto del monitoraggio del governo. «La durata per i soggetti guariti è di 6 mesi e per i vaccinati e di 12 mesi. Il governo intende avviare un percorso di approfondimento per acclarare se vi siano le condizioni per valutare diversamente il certificato verde rilasciato ai guariti. Le evidenze suggeriscono che il rischio di reinfezione è basso se l’esposizione a variante si verifica entro 3-6 mesi dalla diagnosi iniziale» ha spiegato Speranza rispondendo al question time alla Camera.
Revoca Green pass per chi risulta positivo
Resta un punto fermo: chi è stato identificato come caso positivo a Sars-Cov-2 è sempre soggetto all’obbligo di legge dell’isolamento fiduciario e «deve essere conseguentemente esclusa a rigore la possibilità di utilizzo del Green pass se il titolare è causa di possibile contagio» ha concluso il ministro, ricordando che per questi casi «il Dpcm 17 giugno 2021 ha previsto la possibilità della revoca delle certificazioni verdi, precedentemente rilasciate, per il periodo della malattia».
Speranza ha inoltre annunciato che «è in corso di approfondimento con le Regioni la possibilità di prevedere una doppia opzione di revoca con segnalazione del medico ovvero attraverso il flusso dei tamponi molecolari positivi».
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