Green pass al lavoro, tamponi insufficienti: rischio caos in farmacia dal 15 ottobre
Le richieste di prenotazioni di tamponi registrano un drastico spostamento di orario al mattino, lasciando vuote le caselle negli orari successivi. Nelle farmacie della Liguria tamponi prenotati fino a dicembre
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
4' di lettura
Potrebbero essere circa 2,5 milioni i lavoratori che in Italia non si sono vaccinati. E che dal 15 ottobre per tornare in ufficio o in fabbrica dovranno fare un tampone per poter esibire un green pass valido. Se si ricorrerà ai test antigenici rapidi - che valgono per 48 ore - ne serviranno anche tre a settimana e quindi a regime si arriverebbe a fare una montagna di tamponi: fino a 7,5 milioni, in pratica oltre un milione al giorno. Una domanda enorme che difficilmente la rete di farmacie e laboratori riuscirebbe a soddisfare
Federfarma: pronti a decine migliaia tamponi in più
Nell’ultimo mese la media settimanale di tamponi effettuati ogni giorno non ha mai superato quota 300mila. Attualmente le farmacie eseguono circa due terzi dei tamponi complessivi, quindi circa 200mila. E le farmacie interessate sono circa 10mila rispetto a un totale di 19mila. Anche se si preparano a uno sforzo ulteriore. «Siamo pronti a uno sforzo eccezionale per aumentare l’offerta di tamponi eseguiti dalle farmacie italiane ed effettuare decine di migliaia di tamponi in più», ha dichiarato il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo.
La crescita possibile
Ma resta il fatto che anche se si raddoppiasse l’attuale media giornaliera di 20 tamponi per farmacia e si estendesse significativamente il numero delle farmacie interessate difficilmente si potrebbero superare i 500mila tamponi giornalieri. «Oggi sono in campo 10mila farmacie che fanno in media circa 20 tamponi a testa: questo numero può aumentare anche del 50%, così come può essere incrementato il numero di tamponi effettuati dai laboratori» conferma il presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli, che però aggiunge: «È chiaro che, se non aumenteranno i vaccinati, dei problemi per i test potrebbero presentarsi. Ma facciamo affidamento sul fatto che sempre più cittadini comprendano che la vaccinazione è sicura ed è l’unica strada per sconfiggere il Covid».
In farmacie Liguria prenotati tamponi fino dicembre
Intanto, a 48 ore dall’obbligo di esibizione del green pass nei luoghi di lavoro, si regitra un’impennata nelle prenotazioni dei tamponi nelle farmacie liguri. Secondo Federfarma, moltissime persone hanno prenotato le sedute per i tamponi da oggi fino a dicembre considerando di investire circa 450 euro, al netto delle piccole agevolazioni sui ’pacchetti’ che vengono applicate da talune farmacie.
Overbooking tamponi per le 8 del mattino
Non solo. C’è anche un problema di fasce orarie. In vista del 15 ottobre le richieste di prenotazioni di tamponi in farmacia registrano un drastico spostamento di orario al mattino, lasciando praticamente vuote le caselle negli orari successivi e fino alla sera. «Il test mi serve alle otto di venerdì, alle nove devo lavorare», si sono sentiti ripetere continuamente da qualche giorno a questa parte alla farmacia di Via Po a Roma, una delle più frequentate della Capitale. «Tutti ci chiedono il test non più tardi delle otto del mattino, per avere il risultato e il messaggio generato dalla piattaforma del Governo per il Green Pass entro un’ora, cioè in tempo utile per entrare in ufficio», raccontano i farmacisti.
Le proposte delle Regioni
Non a caso i governatori spingono per strumenti alternativi. Il governatore del Veneto Luca Zaia, tra i primi a sollevare il problema della carenza di tamponi, ha indicato anche una possibile soluzione: consentire di fare i test fai da te, cioè i tamponi nasali, nelle aziende, «con la sorveglianza delle imprese». Il costo resterebbe a carico dei lavoratori, anche se tra gli imprenditori «c'è chi è anche disposto a pagarli di tasca sua». Un’ipotesi rilanciata dal governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Il tema dovrebbe essere affrontato mercoledì dalla conferenza delle regioni.
Cicozzi: tamponi «fai da te» hanno solo il 51% affidabilità
Ma gli esperti frenano: «I test tampone “fai da te” per la diagnosi della positività al virus SarsCoV2 hanno una affidabilità ridotta e non credo sia opportuno pensare di utilizzarli ai fini della certificazione del green pass» sottolinea Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, in merito alla proposta in tal senso rilanciata dal presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. «I test tampone fai da te - spiega Ciccozzi - hanno solo il 50-51% di affidabilità, quindi è come il lancio di una moneta. Ovviamente sono utili in casi di emergenza in cui non si hanno alternative, ma utilizzarli ai fini del green pass per il ritorno al posto di lavoro è inaccettabile».
Quanto alla richiesta di alcuni esponenti politici si estendere a 72 ore la validità anche del tampone antigenico rapido, «penso che anche 48 ore di validità siano troppe. Dunque, una validità a 72 ore ritengo non abbia validità dal punto di vista epidemiologico e rappresenti, al contrario, un rischio». Il tampone infatti, chiarisce l’esperto, «fornisce un dato relativo a quel momento circa la positività o negatività al virus di un individuo, ma è ovvio che nell’arco delle successive 48 e ancora di più 72 ore ci si possa infettare. A 72 ore, naturalmente, le probabilità di infettarsi sono ancora maggiori. Capisco che si tratti di un problema economico e di costi per i lavoratori non vaccinati che devono sottoporsi a tali test, ma dal punto di vista epidemiologico l’estensione della durata della validità del test non è opportuna»
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