Green pass, dai ritardi alle regole per i bambini: i problemi ancora da risolvere
Sono numerosi i nodi da sciogliere per questo “certificato verde”. Ecco quali sono
di Alessandro Longo
I punti chiave
4' di lettura
Il primo luglio scatta il green pass valido per tutta l'Europa ed è già arrivato a dieci milioni circa di italiani, mentre molti aventi diritto (36milioni per ora tra vaccinati e guariti) lo attendono ancora. Alcuni di loro lo attenderanno chissà per quanto tempo.
Sono numerosi infatti i nodi da sciogliere per questo “certificato verde”: riguardano ad esempio i bambini tra i 2 e i 6 anni o chi si è vaccinato all'estero; ma anche chi non è pratico di digitale e avrebbe bisogno dell'aiuto del medico per ottenere il pass.
I ritardi
Ci sono anche quelli che il pass lo avranno senza problemi – non rientrando nelle categorie su cui permangono i nodi – ma un po' dopo degli altri; e magari già sono in trepidazione perché hanno programmato una vacanza in Europa nelle prime settimane di luglio. Mentre i vaccinati dovrebbero avere – promette il premier Mario Draghi – i propri pass tutti entro il 28 giugno, per i guariti dal covid non c'è la stessa certezza. Si riportano infatti in questi giorni forti difficoltà ad avere i pass collegati al certificato di guarigione (ottenuta da meno di sei mesi).
I vaccinati all'estero
Prima o poi il problema si risolverà, mentre non si può avere altrettanto ottimismo per la questione vaccinati all'estero. Due le questioni: chi, da cittadino italiano, ha avuto il vaccino (uno di quelli riconosciuti dall'EMA) in un Paese extra ue (per motivi di studio, lavoro) e ora vuole il pass italiano. Chi ha fatto la prima dose all'estero (anche in Europa) e vuole proseguire qui in Italia. La seconda dose che servirebbe ovviamente non solo per il pass ma anche per completare la copertura vaccinale.
Anche lettori del Sole24Ore ci rivolgono domande su come fare per avere il pass se il vaccino è stato fatto fuori dall'Europa. Secondo il dpcm del 17 giugno bisogna farsi convalidare i certificati vaccinali in Italia dagli Usmaf, Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera o nella rappresentanza diplomatica italiana presente nel Paese in cui si è avuto il vaccino. Sembra però che non sia ancora partito questo sistema di convalida, dato che i referenti non hanno ricevuto istruzioni a riguardo.
Se il vaccino è stato fatto in UE (più Svizzera, Liechtenstein, Norvegia, Islanda) il pass lo otteniamo grazie al sistema di interoperabilità europea che mette in collegamento tutti i sistemi sanitari. Come detto il problema si pone se abbiamo fatto solo una dose all'estero e vogliamo proseguire in Italia. Possibile, al momento, solo per chi è iscritto all'Aire (Anagrafe italiani residenti all'estero), secondo un'ordinanza del generale Figliuolo.
Bambini tra i 2 e i 6 anni
Poi c'è la questione minori, che i genitori pur vorrebbero portare con sé in un viaggio in Europa. Sotto i 2 anni non c'è obbligo di pass. Tra i 6 e i 12 si può fare un tampone, sopra i 12 anche un vaccino. Tutti possono avere il pass se guariti dal covid da massimo sei mesi, ma questa non è propriamente una condizione che si possa attivare a piacimento.
Resta il limbo di chi è tra i 2 e i 6 anni, per cui non si può fare il tampone. Una interpretazione corrente delle norme è che i genitori possono ottenere il pass per loro automaticamente se si sono vaccinati, inserendone il codice della tessera sanitaria sul sito del green pass (Dcg.gov.it); ma al momento è solo una possibilità teorica. Dal call center del green pass suggeriscono di verificare con il Paese dove si intende viaggiare.
Utilizzo dei medici di famiglia
Chi non ha dimestichezza con le tecnologie può, invece di usare quel sito o le app (Immuni, IO), andare dal farmacista o dal medico di famiglia per farsi scaricare il pass. I medici però, tramite i propri sindacati, hanno già fatto sapere di non volerlo fare perché è una pratica amministrativa che non compete loro e toglie tempo alla cura dei pazienti.
Restano i farmacisti, sulla cui disponibilità ancora non è dato sapere: sarà da verificare sul campo, farmacia per farmacia.
Il doppio codice per i guariti con vaccino
Un altro nodo riguarda chi, guarito da oltre sei mesi, ha fatto solo una dose di vaccino per completare il ciclo. Al momento il pass che ottiene contempla solo una dose – non tiene conto della guarigione - e quindi non sarebbe accettato fuori dall'Italia. In Europa infatti richiedono una doppia dose di vaccino oppure guarigione più vaccino (oltre a tampone negativo da meno di 48 ore) per la validità del pass.
Il ministero della Salute ha fatto sapere che a queste persone arriverà dal primo luglio un nuovo codice per scaricare un pass completo.
Se non arriva il codice perché non abbiamo dato i nostri riferimenti
Un problema potrebbe esserci anche per chi non può ricevere il pass perché non ha fornito il proprio numero di cellulare o mail al momento del vaccino o della guarigione. In questo caso non può ricevere il codice univoco che serve per scaricare il pass. C'è per fortuna una soluzione: o utilizza Spid (via sito del pass o su app IO) o si rivolge a un farmacista per ottenere il codice univoco.
Il problema è che probabilmente solo pochi italiani sanno che non riceveranno mai il codice e di doversi attivare in tal senso.
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