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Green pass, via libera definitivo del Parlamento Ue. Tutto quello che c’è da sapere

Il parlamento europeo il 9 giugno ha dato il via libera definitivo al green pass Ue che entrerà in vigore in tutti i Paesi dell’Unione dal primo luglio 2021.

di Andrea Gagliardi e Alberto Magnani

Aggiornato il 10 giugno 2021 alle ore 18:56

Coronavirus, i vaccinati al 31 maggio 2021

6' di lettura

Si chiama ufficialmente «certificazione verde». È il pass introdotto dal decreto anti-Covid del 22 aprile 2021, poi modificato dal decreto del 18 maggio, per potersi spostare in entrata e in uscita dalle Regioni in fascia arancione o rossa (anche se attualmente l’Italia è solo gialla o bianca). Un documento che verrà poi soppiantato il primo luglio dal cosiddetto Digital Covid Certificate, un certificato analogo ideato dalla Ue per ripristinare la libertà di movimento nel perimetro comunitario. Nell’attesa, gli stati membri possono iniziare già a giugno i primi test e la Commissione ha proposte delle raccomandazioni per rimuovere gli ostacoli alla libertà di circolazione. Ma vediamo, per ora, come funziona il pass italiano e cosa dicono le linee guida in arrivo da Bruxelles.

Cosa è il green pass italiano?

Si tratta della “certificazione verde” che dimostra di essere stati vaccinati o di essere guariti dal Covid-19 o di essersi sottoposti a tampone con esito negativo.

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Quando serve?

Il green pass serve per spostarsi tra le regioni in fascia arancione e rossa (anche se in questa fase l’Italia in realtà è solo gialla o bianca), ma anche per visitare gli anziani nelle case di riposo (Rsa). E serve per partecipare a feste e banchetti di nozze dal 15 giugno nelle regioni in zona gialla e dal 31 maggio in quelle in fascia bianca. Possibile in futuro il ricorso a questo certificato per presenziare ad altri eventi, come i concerti con capienza maggiore di quella attualmente consentita (fino a un massimo di mille spettatori in impianti all’aperto e fino a 500 al chiuso), ma anche per andare in discoteca.

Chi rilascia il green pass nazionale?

Per i vaccinati «la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall'esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione». Per i guariti dal Covid la certificazione verde è rilasciata «in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta». Il risultato negativo del tampone viene attestato dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.

Quando entra in vigore il green pass nazionale?

È già in vigore. I documenti rilasciati fino ad oggi (di avvenuta vaccinazione, guarigione dal covid ecc.), cartacei e digitali, hanno valore di green pass nazionale. Contestualmente al rilascio, la struttura sanitaria, anche tramite i sistemi informativi regionali, provvede a rendere disponibile la certificazione nel fascicolo sanitario elettronico dell'interessato. Il Lazio è una delle regioni che si sono attivate per prime. Ma tutte le regioni si stanno attrezzando.

Quando è rilasciato e quanto dura il certificato nazionale?

La durata del green pass per i vaccinati è stata portata da 6 mesi a 9 mesi «a far data dal completamento del ciclo vaccinale». Non solo. È stato deciso di rilasciare la certificazione contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino, «con validità dal «quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale». La durata della certificazione verde in caso di guarigione resta di sei mesi a far data dall'avvenuta guarigione dal Covid. In caso di tampone negativo, il certificato ha una validità di quarantotto ore dall'esecuzione del test. Di fatto per chi fa il vaccino di AstraZeneca (la seconda dose viene somministrata dopo circa tre mesi),il green pass ha una validità di quasi un anno. Per chi invece riceve la somministrazione di quello di Johnson&Johnson (una sola dose) la durata del documento è di 9 mesi. Per chi ricorre ai vaccini a Rna messaggero Pfizer e Moderna (richiamo dopo 42 giorni) va calcolata una durata intermedia.

Quanto costa?

Il certificato è gratuito. A pagamento è solo il tampone. Il tampone molecolare rimane il “gold standard” per la diagnosi del Covid. Il costo varia tra i 60 e i 100 euro a seconda delle strutture e delle regioni. Il prezzo medio per fare un test rapido antigenico (eseguibile anche in farmacia) è di 30-40 euro.

Il certificato verde nazionale è obbligatorio per i minori?

Sì, anche i bambini devono averlo. L'età che segna l'obbligatorietà della certificazione è 2 anni. Significa che le famiglie con bambini piccoli potranno partecipare a matrimoni, battesimi e comunioni mostrando il green pass proprio e dei minori a carico. Con l’entrata in vigore del green pass Ue, dovrebbero essere esentati dall’obbligo del certificato per viaggiare i bambini con meno di 6 anni

Il green pass nazionale basta per spostarsi nei Paesi Ue?

Dipende dai Paesi. Ma è necessario comunque aver completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni. Dal 9 giugno tutti i cittadini dei paesi Ue vaccinati contro il Covid-19 - con la seconda dose somministrata da almeno due settimane - possono ad esempio entrare in Francia senza bisogno del tampone molecolare, come vuole la regola ancora oggi in vigore. Lo stesso vale per chi si reca in Spagna o in Germania. Per ora, indipendentemente dalla vaccinazione fatta o dalla guarigione dal Covid, per entrare in Italia serve ancora sempre un tampone negativo, 48 ore prima della partenza. Con 10 giorni di quarantena all’arrivo se si proviene dai Paesi extra Ue (dal 16 maggio la quarantena è stata abolita per chi proviene dai paesi Ue e dell'area Schengen, oltre che dalla Gran Bretagna e da Israele).

Come funzionerà il green pass europeo?

Le istituzioni Ue hanno raggiunto un accordo per ripristinare la libertà di movimento con un certificato analogo al Green pass italiano: l’Eu Digital Covid Certificate, già noto come Digital Green Certificate, che consentirà a tutti gli europei di tornare a viaggiare liberamente senza quarantene o restrizioni tra i Paesi dell’Unione. Il documento attesterà se un cittadino Ue è stato vaccinato contro il coronavirus, si è sottoposto a tampone con esito negativo o è guarito dal Covid, sviluppando gli anticorpi necessari. Il pass si baserà su un QR Code associato a un codice identificativo univoco a livello nazionale e leggibile da tutti gli Stati Ue. La Commissione europea ha raccomandato di esentare da periodi di quarantena e restrizioni ulteriori i cittadini vaccinati (anche se hanno ricevuto una sola dose), quelli guariti dal Covid (per un periodo che va fino a 180 giorni dopo il test molecolare) o risultati negativi al tampone (con un periodo di esenzione che va da 48 ore per i test antigenici a 72 ore per quelli molecolari). In aggiunta, Bruxelles raccomanda l’esenzione dal tampone per i bambini sotto i 6 anni di età. Gli Stati membri potranno comunque azionare un «freno d’emergenza» e ripristinare strette in caso di deterioramento della situazione epidemiologica o diffusione fuori controllo di varianti del virus.

Quando entrerà in funzione il green pass europeo

La data attesa è il primo luglio. Il 9 giugno è arrivato il via libera dal parlamento europeo, step fondamentale per i prossimi tre passaggi: l’adozione da parte del Consiglio, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e, quindi, l'applicazione immediata del regolamento che istituisce il pass il primo luglio 2021. Già da giugno sono iniziate le prime sperimentazioni nei paesi Ue, con l’attivazione di un gateway europeo che ha permesso ai Paesi già «attrezzati» di sperimentare il pass su scala nazionale. Entro luglio, in coincidenza con l’entrata in vigore del regolamento, tutti gli stati membri dovranno adeguare i propri sistemi informatici per distribuire il certificato Covid e renderlo leggibile dalla piattaforma tecnologica predisposta da Bruxelles. Il pass targato Ue sarà composto da un Qr a lettura ottica, riconoscibile in tutta Europa. Di fatto i green pass nazionali dei singoli Paesi saranno immessi nella piattaforma comunitaria che raccoglie i dati di tutti i certificati.

L’Italia come si collegherà alla piattaforma comunitaria?

L’Italia ha già compiuto le prove tecniche e deve fare l’ultimo passaggio. Nei prossimi giorni il sistema dovrebbe essere operativo attraverso due App già abbastanza diffuse: Io e Immuni. Nel primo caso si dovrebbe accedere con Spid o con la carta di identità elettronica e si scaricherà il pass; se si opta per Immuni, dal ministero dell'Innovazione spiegano che per accedere al certificato occorrerà una password generata con il sistema Otp (one time password), cioè una chiave di accesso “usa e getta”. Va segnalato però che, in merito alle app per recuperare il green pass, il Garante per la Privacy ha autorizzato per ora solo l’uso dell’App Immuni, e ha rinviato l’impiego dell’App IO a causa delle criticità riscontrate.



Quali sono i problemi legati alla privacy?

Come tutti i provvedimenti che riguardano in maniera più o meno diretta i dati sensibili dei cittadini, anche il green pass italiano e quello europeo sono stati messi sotto la lente degli organi garanti della privacy. Per quello che riguarda il pass italiano, il Garante ha sottolineato alcune lacune nella modalità di conservazione e trattamento dei dati. L'Autorità, inoltre, nei giorni scorsi ha richiamato all'ordine la Campania, che ha previsto un uso allargato del lasciapassare, rendendolo necessario per accedere - tra l' altro - a servizi turistici, alberghieri, di trasporto. Il 10 giugno Il Garante per la Privacy ha dato parere favorevole sullo schema di decreto attuativo che attiva la Piattaforma nazionale-DGC per il rilascio del green pass, prevedendo adeguate garanzie per l’utilizzo delle certificazioni verdi. In merito alle app per recuperare il green pass, il Garante ha autorizzato l’uso dell’App Immuni, ma ha rinviato l’impiego dell’App IO a causa delle criticità riscontrate.

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