Green Planner prima casa editrice italiana certificata BCorp
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Dal 2016 a oggi sono 52 le aziende italiane certificate BCorp che vanno ad aggiungersi alle circa 2mila distribuite in 50 paesi. In questo contesto Edizioni Green Planner (Egp) ha ottenuto la certificazione di sostenibilità diventando la prima tra la case editrici e testate giornalistiche italiane a vestire i panni di BCorp.
“Per noi è stato naturale in quanto ci occupiamo di sostenibilità sia ambientale che sociale scrivendo tutti i giorni r vivendo questi temi anche sulla nostra pelle - ha commentato Paolo Galli, cofondatore di Egp che ha curato il cammino verso la certificazione -. Per questo le azioni, gli eventi, le attività messe in pratica dal 2012 a oggi ci hanno permesso di superare l’assessment”.
Tra le iniziative meritevoli dello status di BCorp Egp edita Green Planner, l’almanacco dei progetti verdi stampato su carta Fsc con inchiostri vegetali, organizza le Gp EcoRun, marce non competitive ideate per diffondere le buone pratiche di mobilità sostenibile, di educazione ambientale e di benessere e propone attività di formazione per le scuole di ogni ordine e grado. “Ottenendo questa certificazione abbiamo firmato anche la dichiarazione di interdipendenza, ribadendo che il nostro modello operativo prevede il rispetto sociale e ambientale e la capacità di lavorare in network con chi ha a cuore lo sviluppo della sostenibilità in Italia”, ha aggiunto M.Cristina Ceresa, direttore della testata giornalistica.
Il movimento delle BCorp è nato negli Stati Uniti nel 2010 e l’Italia è stato il primo a recepire anche a livello legislativo il riconoscimento a chi fa business in maniera etica. Le BCorp perseguono volontariamente, oltre al profitto, una nuova strada etica a vantaggio della comunità, dei lavoratori e dell’ambiente.
In Italia questo concetto è stato introdotto da Nativa, prima BCorp italiana nata nel 2012, che si occupa di accompagnare le aziende in questo percorso. Paolo di Cesare, cofondatore di Nativa, spiega che il successo di questa certificazione in Italia è da ricercare nello stesso Dna di una parte del nostro sistema imprenditoriale che si identifica nelle figure di grandi capitani d’indutria del passato, con in testa Adriano Olivetti.
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