Gronda e tunnel sotto il porto, 11 miliardi per rilanciare Genova
Solo la costruzione della diga foranea per le navi portacontainer vale 1,3 miliardi - Al via il distretto logistico sulla Valpolcevera e i collegamenti fra Ponente e Levante
di Raoul de Forcade
3' di lettura
Da Ponente a Levante, Genova ha avviato un imponente processo di trasformazione infrastrutturale, che punta a trasformare la città, migliorandone la logistica e i collegamenti sia con le regioni vicine che a livello internazionale, ed è frutto di un vasto piano di sviluppo strategico messo a punto dall’ amministrazione comunale e appoggiato dalla Regione Liguria. Un iter che ha avuto il suo avvio con la costruzione del nuovo viadotto San Giorgio in Valpolcevera, terminata dopo due anni dal tragico crollo del ponte Morandi (il 14 agosto 2018). A favorire questo processo di trasformazione della città, le risorse messe a disposizione dallo Stato sia con la legge Genova (130/2018) sia attraverso il Pnrr. Risorse che puntano a valorizzare la città quale snodo chiave per l’Italia e l’Europa, facendo leva sullo sviluppo del suo porto (il più importante del Paese) e delle infrastrutture, visto che dal capoluogo ligure parte anche il tracciato del Terzo valico ferroviario verso Rotterdam.
Di fatto, Genova ha oggi a disposizione oltre 6 miliardi di euro e ne ha chiesti altri 2 al Governo per realizzare il primo porto completamente decarbonizzato d’Europa (costo: circa un miliardo) e per allestire sul territorio un data center per il cloud nazionale, dato che la città è stata scelta come landing area di due moderni cavi internet per il trasporto di dati digitali: quello di Telecom Italia Sparkle e quello di Equinox e Vodafone. È atteso poi il placet governativo all’avvio dei lavori della Gronda autostradale di Ponente (si veda articolo in basso).
Tra i numerosi progetti in fieri, oltre al riassetto, in chiave di sostenibilità, della Vapolcevera, dove si prevede un parco e una green logistic valley con Zls, quello sul porto assume un ruolo centrale. L’obiettivo primario è la costruzione di una nuova diga foranea per assicurare l’accesso in sicurezza nello scalo alle grandi navi portacontainer di ultima generazione. È uno degli investimenti più cospicui del piano: 1,3 miliardi. Il finanziamento è a valere sul Pnrr e prevede possibili cofinanziamenti da Regione Liguria e Autorità di sistema portuale.
Un altro progetto avviato (vergato da Renzo Piano) è il riassetto del waterfront di Levante (ex Fiera di Genova). Su quest’area, di circa 100mila metri quadrati, sorgeranno, oltre a due canali per l’ormeggio di barche realizzati ex novo, un distretto della nautica, un palasport rinnovato, un parco urbano e una zona residenziale con servizi. L’opera da 350 milioni è, in gran parte, coperta da investitori privati (Cds holding e Orion), con un contributo pubblico di 111,5 milioni. Un altro intervento privato su aree del fronte mare è la ristrutturazione, avviata dal gruppo Vitali, dell’ex silo granario Hennebique, in abbandono da 50 anni. Il progetto prevede si trasformi in un polo multifunzionale con servizi per le crociere, residenze, spazi direzionali, hotel, nonché un parcheggio interrato. Ma i lavori hanno subito uno stop per la scoperta di un corso d’acqua sotterraneo, il rio Sant’Ugo, che scorre sotto l’edificio. Un problema che potrebbe far crescere di molto i costi previsti per l’opera.
Il piano strategico di Genova punta anche a migliorare la mobilità urbana. Il disegno, in particolare, si concentra sul sistema di collegamenti col porto e la realizzazione di una connessione diretta tra Ponente e Levante della città, alternativa all’attuale soprelevata Aldo Moro. Sarà un tunnel subportuale a collegare il nodo di San Benigno (che si innesta sull’autostrada a Genova Ovest ed è anche questo in corso di risistemazione) col centro della città: costerà 700 milioni e sarà finanziato da Autostrade (inizio lavori previsto nel 2023). Fa parte, infatti, di uno degli interventi da ascrivere all’accordo tra Mims e Aspi, che destina circa 1,5 miliardi di risarcimento a Genova. Fondi che serviranno anche a realizzare un tunnel tra la Val Fontanabuona e la costa ligure (investimento da 230 milioni con cinque anni di lavori a partire dal 2023).
Sempre in tema di mobilità urbana, sarà frutto di collaborazioni tra pubblico e privato uno skymetro nella Val Bisagno (al quale lo schema di dm Infrastrutture-Mef ha appena assegnato 418,9 milioni) e un people mover per raggiungere dall’aeroporto il polo high tech degli Erzelli.
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