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Grosso guaio da Taiwan, Tsmc aumenta i prezzi dei chip fino al 20%

Il big del settore, con il 52% del mercato, pianifica aumenti di prezzo intorno al 10% per i semiconduttori più avanzati e di circa il 20% per quelli per l'automotive

di Sissi Bellomo

Crisi dei chip, l’effetto a cascata sull’industria

1' di lettura

Microchip non solo introvabili, ma anche sempre più costosi. Il maggior produttore mondiale, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (Tsmc, forte del 52% delle quote di mercato a livello globale) starebbe pianificando aumenti di prezzo intorno al 10% per i semiconduttori più avanzati e di circa il 20% per quelli meno sofisticati, impiegati nell'automotive. Lo riferiscono fonti del Wall Street Journal. I rincari dovrebbero essere applicati anche ai grandi clienti (uno dei maggiori è Apple) verso fine anno o dal 2022. La società taiwanese, con una lettera inviata a marzo dal ceo C.C. Wei, ha già comunicato ai clienti che non praticherà più sconti nemmeno sugli ordini più importanti, in quanto ha dovuto sopportare un forte aumento del costo delle materie prime. Inoltre deve finanziare un piano di investimenti da 100 miliardi di dollari in tre anni, con cui punta ad espandere la produzione, a fronte delle attuali carenze, e a sviluppare chip più potenti.

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