Gruppo Beltrame, l’acciaio entra nell’era del carbon neutral
L'azienda ha messo a punto 45 azioni da attuare con l'obiettivo di tagliare il 40% delle emissioni entro la fine del 2030
di Barbara Ganz
3' di lettura
In un settore tipicamente “hard to abate”, e che ha un impatto considerevole – contribuisce per il 7% delle emissioni globali – AFV Beltrame Group mette a punto Chalibria, il nuovo acciaio carbon neutral pensato per accelerare la transizione verso la neutralità climatica.
Quella della sostenibilità «è una leva strategica che ha impegnato la nostra organizzazione a tutti i livelli; ci lavoriamo da due anni e pensiamo che solo incorporando questo principio nelle azioni e attività quotidiane si riesce a esprimerlo al meglio», spiega l’amministratore delegato Raffaele Ruella. L’Italia è il secondo produttore in Europa di acciaio, ma il primo se si guarda alla produzione in forno elettrico (la tipologia alternativa alla produzione primaria in altoforno). Beltrame conta sette stabilimenti produttivi, quattro acciaierie, 12 laminatoi in Europa, con una capacità produttiva di 3 milioni di tonnellate annue e oltre 2.900 dipendenti.
«La lotta al cambiamento climatico è un tema primario per tutti i produttori di acciaio da forno elettrico - aggiunge Ruella - . Noi abbiamo iniziato dalle misurazioni della nostra impronta di carbonio, a monte e a valle, guardando anche alla catena di fornitura. I dati si sono poi espressi in una certificazione, la 14064, e si sono tradotti in una attività di trasparenza e informazione all’esterno».
In sostanza sono state messe a punto 45 possibili azioni da implementare, con un obiettivo di un taglio del 40% delle emissioni di qui al 2030. «Nell’ultimo rapporto che sarà pubblicato a breve possiamo già documentare una diminuzione da 0,26 a 0,23 tonnellate di CO2 per prodotto finito, Scope 1 e 2» dice l’Ad. Centrale è l’incremento dell’efficienza produttiva: «Più siamo efficienti e meno consumiamo, meno emettiamo. Abbiamo deciso il revamping dei forni di riscaldo, tre sono già stati ammodernati. Sistemi di controllo digitale e intelligenza artificiale consentono di ottimizzare in modo direi maniacale i consumi e ridurre gli sprechi - prosegue Ruella -. E non solo. Nuove pratiche di economia circolare sono state introdotte: miglioriamo la qualità del rottame utilizzato e sostituiamo materiali naturali con riciclati: questo sta dando ottimi risultati ad esempio a Vicenza, dove il polimero riciclato sta prendendo il posto del carbone insufflato».
Altri progetti riguardano il riutilizzo delle scorie di laminazione, materiale di risulta, in sostituzione di altri componenti. La decarbonizzazione vale per Beltrame Group 200 milioni di investimenti in quattro anni, ed ha fra i propri caposaldi anche l’approvvigionamento di energia verde: «Sostituiamo le fonti fossili con le rinnovabili e puntiamo all’autoconsumo: ci sono investimenti in corso per l’acquisizione di impianti idroelettrici e l’acquisizione o costruzione di impianti fotovoltaici per produrre l’energia che ci serve. Alcuni impianti, in acciaieria e in laminatoio, sono già pronti per essere alimentati a idrogeno verde, ma si tratta di una sostituzione che non è ancora effettiva per problemi tecnici e distributivi. Ci stiamo comunque attrezzando e saremo pronti al momento giusto» prosegue Ruella.
Strategia, organizzazione e azioni mirate devono poi tradursi in leve effettive di business: «C’è ancora una regolamentazione molto scarsa sui prodotti a basso impatto, sia per quanto riguarda l’impronta carbonica per gli acquisti certificati. Nasce così un progetto che i clienti europei hanno definito visionario: quello di un acciaio a emissioni neutralizzate certificato, il primo nel continente nel settore degli acciai lunghi - conclude l’ad -. Le prospettive che si aprono sono su più fronti.Da un lato c’è la consapevolezza dei clienti e la loro volontà di scegliere un prodotto innovativo e meno impattante. Dall’altro, la regolamentazione europea stessa può evolvere e stabilire nuovi criteri per gli appalti pubblici. Già oggi per le case si prevede una certificazione energetica: arriverà il momento in cui si guarderà non solo a quanto consuma, ma anche ai materiali con i quali è stata costruita. Allora per l’acciaio verde sarà un punto di svolta e ci troverà pronti».
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