Acquisizioni

Gruppo Florence acquisisce Metaphor, storica azienda di maglieria d’alta gamma

La holding si è aggiudicata - con l'asta indetta dal Tribunale di Modena per 700mila euro - l’azienda fallita di Carpi che possiede un patrimonio di 41 dipendenti qualificati e 40 macchine hi-tech di tessitura

di Silvia Pieraccini

2' di lettura

Gruppo Florence compie un anno e si “regala” la settima acquisizione, che va a ingrossare l'innovativo polo di terzisti della moda di lusso made in Italy (170 milioni di euro di fatturato previsto a fine 2021 con circa 1.000 dipendenti) controllato al 65% da tre fondi, Vam Investments, Fondo italiano d'investimento e Italmobiliare.

La holding, presieduta da Francesco Trapani (ex ad di Bulgari) e nata per servire i grandi marchi internazionali, ha appena acquisito Metaphor, storica azienda di maglieria d'alta gamma di Carpi fallita nell'agosto scorso. Florence si è aggiudicata l'asta indetta dal Tribunale di Modena per 700mila euro. La scelta di acquisire un'azienda fallita si spiega col patrimonio di competenze (41 dipendenti qualificati) e di tecnologie (40 macchine hi-tech di tessitura) che Metaphor possiede. Sono stati gli stessi lavoratori, consapevoli delle potenzialità dell'azienda e aiutati da sindacati e istituzioni, a impegnarsi nella ricerca di un compratore.

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L'ex responsabile del reparto programmazione e tessitura di Metaphor, Massimiliano Tosi, ne è diventato amministratore delegato. Ora Florence, che rileverà tutti e 41 i dipendenti (pagando pure gli stipendi arretrati), è pronto al rilancio dell'azienda per recuperare le quote di mercato: «Nelle prossime due-tre stagioni investiremo dai tre ai quattro milioni» annuncia Attila Kiss, amministratore delegato di Florence. Prima del declino il fatturato di Metaphor era sui 15 milioni di euro e tra i suoi clienti c'erano nomi come Burberry.

Metaphor si affianca alle altre sei aziende acquisite nei mesi scorsi dal Gruppo Florence (in questi casi le famiglie fondatrici sono rimaste con quote di minoranza): Antica Valserchio di Castelnuovo Garfagnana (sciarpe e stole); la pisana Giuntini (outerwear); l'empolese Ciemmeci Fashion (abbigliamento in pelle); l'aretina Mely's (maglieria); l'umbra Manifatture Cesari (jersey); e la lombarda Emmegi (capispalla).

«Siamo particolarmente orgogliosi di questa operazione che si distingue da quelle che siamo soliti realizzare - afferma Trapani - perché interveniamo per rilevare il controllo di un'azienda che ha rischiato la chiusura e la dispersione di un importante know-how artigianale e tecnico. Ma anche in questo caso vogliamo sostenere la tradizione manifatturiera tipica del made in Italy, ricercata dai brand più prestigiosi del settore del lusso a livello internazionale».

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