Gruppo Florence cresce con le pmi della moda e punta a 30 aziende
Polo di terzisti
di Silvia Pieraccini
3' di lettura
Il termine inglese embellishment rende bene l’idea: l’abbellimento, l’ornamento, la decorazione, in pratica la lavorazione speciale in grado di dare valore aggiunto a un abito, una borsa, un paio di scarpe per renderli, in molti casi, unici e inimitabili, sta diventando la nuova frontiera dei grandi brand della moda. Al punto che alcuni stanno comprando piccole aziende-gioiello specializzate in questo campo, e molti altri si stanno “legando” a fornitori in grado di realizzare questo tipo di trattamenti.
Si spiega così una delle ultime operazioni messe a segno dal Gruppo Florence, l’aggregazione di terzisti che producono per i principali marchi mondiali del lusso, costruita e controllata (al 65%) da tre fondi d’investimento: Vam, Fondo Italiano e Italmobiliare. Il presidente di Florence è Francesco Trapani, ex ceo di Bulgari, mentre l’amministratore delegato è Attila Kiss, una lunga esperienza da manager della moda.
Florence nelle settimane scorse ha acquisito la maggioranza del Ricamificio Gs, azienda abruzzese fondata 35 anni fa dalla famiglia Galiffa, leader in Italia nel ricamo industriale su tessuti. Nel 2022 Gs ha fatturato 16 milioni, con 114 dipendenti nei due stabilimenti di Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo) che ospitano anche uno showroom con oltre mille campioni a disposizione dei creativi dei brand.
La caratteristica dell’azienda abruzzese è saper unire competenze manuali e tecnologie all’avanguardia: accanto all’ufficio grafico e ai reparti di serigrafia, negli ultimi anni ha investito nelle macchine da ricamo con campi grandi, nei laser a ponte per realizzare ricami con intagli, in una macchina inkjet con coloranti a pigmento che permette di stampare su tutti i tipi di tessuti e sui capi finiti. «Ricamificio Gs è capace di realizzare piccoli capolavori – afferma Attila Kiss –, frutto di ricerca sulle lavorazioni e innovative capacità tecnologiche». Quella abruzzese è la seconda azienda di lavorazioni speciali che entra a far parte del Gruppo Florence dopo la toscana Officina Ciemmeci, specializzata in lavaggi, tinture e trattamenti manuali su tessuto e su pelle. Ma è anche la 22esima operazione messa a segno, in poco più di due anni, dal Gruppo Florence (che il 1 febbraio ha annunciato la 23esima acquisizione, l’azienda bergamasca di camicie Sipaff), scandagliando l’Italia da nord a sud alla ricerca di produttori di abbigliamento, maglieria, scarpe e accessori (mancano per adesso le borse) e di lavorazioni speciali, in Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Abruzzo. «Il progetto di Gruppo Florence continua ad attrarre realtà produttive che eccellono in lavorazioni uniche per maestria e innovazione – spiega il presidente Trapani – e che rendono il Made in Italy il prodotto sempre più ricercato dai brand del lusso a livello globale».
Il modello di business di Florence prevede che gli imprenditori aderenti al Gruppo restino alla guida operativa delle proprie aziende, reinvestendo (come successo nella maggior parte dei casi) nella holding che concentra una serie di servizi che difficilmente aziende piccole e spesso prive di manager potrebbero svolgere da sole, come digitalizzazione, sostenibilità, finanza e controllo di gestione. Accanto a questo Florence si sta occupando di sinergie operative e di quelli che Attila Kiss chiama «nuovi percorsi di contaminazione creativa tra le aziende del gruppo»: lavorando non più da solisti ma come un’orchestra – spiega il manager – le imprese stanno imparando a collaborare e a fare squadra. E stanno aumentando gli ordini grazie alla “condivisione” dei clienti, una cinquantina di grandi marchi del lusso, a partire da quelli dei colossi francesi Lvmh e Kering.
La forza finanziaria dei soci di Florence è stata fondamentale «per crescere così velocemente e attrarre professionisti di alto livello», aggiunge Kiss, che sta lavorando al primo bilancio di sostenibilità. Gruppo Florence ha chiuso il 2022 con un fatturato di circa 500 milioni di euro, un margine operativo lordo del 18% e 2.300 dipendenti. L’obiettivo è crescere ancora, salendo – secondo quanto annunciato – a 700-800 milioni di fatturato con un portafoglio di oltre 30 aziende entro il 2023. Nel frattempo, gli azionisti di Florence si stanno muovendo per valutare le strade di valorizzazione del gruppo: quella più probabile resta la quotazione in Borsa, che si era raffreddata per le turbolenze sui mercati finanziari, ma c’è anche l’ingresso di fondi di private equity che avrebbero già manifestato interesse.
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