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Gruppo Leonardo aumenta gli investimenti in ricerca: bando per nuovi scienziati

L'azienda cerca 51 ricercatori nel 2022 per salire a 200 complessivi nel 2023. Ongaro: «È stato creato anche un nuovo laboratorio dedicato alla logistica»

di Raoul de Forcade

Robotica e Ai sono alcuni dei campi in cui operano i Leonardo Labs

3' di lettura

Leonardo punta su ricerca e sviluppo, aumentando il numero di giovani scienziati da inserire nei suoi Labs e incrementando gli investimenti sul settore. Il colosso italiano che opera nei comparti di aerospazio, difesa e sicurezza, nel 2021 ha impegnato 1,8 miliardi di euro su R&d, rispetto agli 1,6 miliardi dell’anno precedente; e nel 2022 l’impegno potrà aumentare, risentendo positivamente sia dei programmi del Pnrr, sia dei grandi progetti europei nel campo della difesa. È in coerenza con questa linea che l’azienda ha appena messo a punto un bando rivolto a 51 ricercatori, per ampliare il network di competenze dei Leonardo Labs; il che porterà a 128 i giovani inseriti con contratti di ricerca nel gruppo. L’obiettivo è raggiungere i 200 ricercatori entro il 2023. Intanto ai 10 laboratori già esistenti si aggiunge un nuovo Lab, dedicato alla logistica.

A spiegare la strategia in atto è Franco Ongaro (già capo della ricerca dell’Esa), da febbraio chief technology and innovation officer di Leonardo. «Stiamo impostando il futuro dell’azienda - afferma - su base sempre più digitale: dai big data, all’high-power computing, all’intelligenza artificiale (Ai), per guardare avanti a quantum computing e quantum communication (che si riferiscono a modelli quantistici, ndr). Si sta cercando di creare un link tra le aree di business del gruppo e questa spinta tecnologica. E dobbiamo dotarci di una capacità che non si fermi solo alla crescita interna. Non puoi essere credibile se i tuoi laboratori non producono conoscenza nuova che si possa confrontare col resto del mondo. Devi quindi pubblicare ed essere in grado di dimostrare che le risorse che hai stanno facendo ricerca. Perciò abbiamo fatto questo bando per i nuovi 51 ricercatori, che per noi sono linfa vitale. Si aggiungono ai 77 che già abbiamo e vogliamo portare il loro numero a 200 alla fine dell’anno prossimo. Intendiamo raggiungere quella massa critica di capacità di ricerca che ci permetta di diventare credibili in aree dove la competizione non è la nostra consueta ma è quella di istituti di ricerca ben più famosi. Sappiamo già che dovremo avere l’intelligenza artificiale su tutti i nostri veicoli; e dobbiamo capire come renderla interpretabile e, soprattutto, certificabile».

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Leonardo, prosegue Ongaro, ovviamente non farà «ricerca a tutto spettro, ma tesa a individuare qual è il futuro, rispetto alle linee principali di business dell’azienda. Poi però c’è sempre un occhio collaterale e, se siamo alla caccia di nuovi ricercatori per far crescere la nostra capacità interna, non trascuriamo anche le idee esterne. Abbiamo collaborazioni con tutti gli atenei e i nostri scienziati lavorano con altri ricercatori che finanziamo all’interno delle università stesse. Abbiamo, inoltre, dei meccanismi per individuare e far crescere le startup». Leonardo ha recentemente attivato 32 borse di studio con 13 atenei in Italia e all’estero. E ovviamente all’open innovation dei Labs contribuiscono i plus del gruppo, come le possibilità di calcolo del supercomputer davinci-1, le applicazioni di intelligenza artificiale e la appena lanciata Cyber and security academy.

«Posso dire - sottolinea Ongaro - che sono estremamente grato al mio predecessore (Roberto Cingolani, oggi ministro della Transizione ecologica, ndr) perché è riuscito a mettere in piedi un piano tecnologico, un’infrastruttura e una filosofia eccezionali per Leonardo. E i vertici dell’azienda hanno avuto il coraggio di dargli retta e fornirgli i mezzi». In tema di transizione, peraltro, Ongaro ricorda l’impegno del gruppo nel campo della sostenibilità: «Oggi il 50% delle risorse che riceviamo dal mondo finanziario sono legati al soddisfacimento dei criteri Esg (Environmental, social, governance). Stiamo veramente impostando un lavoro che investe l’intera ditta e riguarda tutti i nostri processi. L'ambiente, poi, è un’area di ricerca su cui stiamo innovando, sia nei materiali, sia nell’elettrificazione di elicotteri e aerei, sia nei veicoli unmanned, sia nei processi industriali di sviluppo. Su questo stiamo lavorando con i nostri ricercatori, con l’università e con altre realtà: abbiamo tre laboratori in cooperazione con l’IIt di Genova e uno per la ricerca sui materiali, in collaborazione con Solvay».

Il gruppo ha appena creato un nuovo Lab dedicato alla logistica. «Leonardo - dice Ongaro - ha 106 siti industriali nel mondo e una serie di sistemi logistici diversi, anche informatici, che sono un’eredità delle aziende che avevamo prima. Occorre reinventarsi la logistica del gruppo. Anche perché, fra pandemia e guerra, la fragilità di una supply chain internazionale è diventata evidente a tutti e una logistica efficiente è una chiave di vantaggio industriale. Questo laboratorio guarderà a tutte le applicazioni di big data, di Ai e robotica, nell’ambito della logistica dell’azienda».

Sugli investimenti, infine, Ongaro spiega che nel 2022 saranno «senz’altro» di più rispetto al 2021: «Il fatto che stiamo incrementando il numero dei ricercatori, quello dei laboratori e che stiamo ampliando le collaborazioni esterne, fa capire che l’azienda sta investendo un po’ di più».

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