casualwear

Gruppo Vf, trimestre sopra le stime grazie a sostenibilità e ricerca

di Giulia Crivelli

La collezione rebotl 1 di Timberland, marchio del gruppo Vf

3' di lettura

Del domani non v’è certezza, le nuvole che incombono sull’orizzonte economico e geopolitico degli Stati Uniti e di molti altri Paesi consigliano di non fare previsioni. Meglio godersi i dati del 2019, che per il colosso americano Vf sono incoraggianti, anche grazie al ruolo strategico dei mercati europei e dell’Italia, spiega Martino Scabbia Guerrini, presidente di Vf per l’area Emea (acronimo di Europe, Middle East e Africa).

Nel primo trimestre dell’esercizio fiscale 2019-2020 (aprile-giugno), il fatturato di Vf è cresciuto del 6% a cambi correnti (del 9% a cambi costanti), arrivando a 2,3 miliardi di dollari e le previsioni per l’intero esercizio sono state riviste al rialzo: in marzo 2020 si dovrebbe chiudere il bilancio annuale con un fatturato di 11,8 miliardi di dollari. Vf è uno dei principali player mondiali del casualwear e sportswear: tra i brand in portafoglio ci sono Vans, The North Face, Timberland, Eastpak, Kipling e Napapijri, marchio nato in Val d’Aosta e acquisito da Vf nel 2004. «L’area Emea nel trimestre aprile-giugno è cresciuta del 5% e la performance migliore è stata quella di Vans, che da brand di calzature si è trasformato in sinonimo di lifestyle – spiega Scabbia Guerrini –. A livello globale la crescita è stata del 23%, ma siamo soddisfatti anche di quella per l’area Emea, +15%. Al secondo posto c’è The North Face, che per il quattordicesimo trimestre di fila aumenta a due cifre i ricavi. In questo caso dell’11%, praticamente in linea con il dato globale, +12 per cento».

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È un momento positivo per i settori in cui, da sempre, opera Vf: accanto al fenomeno delle sneaker, che ha contagiato tutti i segmenti del mercato, dal fast fashion al lusso, c’è una tendenza alla “casualizzazione” del vestire, che interessa ogni Paese, generazione e gamma. «L’osmosi crescente tra abbigliamento e calzature sportive e marchi di alta gamma e la tendenza ad aggiungere al guardaroba formale capi comodi da indossare, lavare, portare in viaggio, funzionali ma anche belli, sono buone notizie per Vf – conferma il manager italiano –. Ovviamente però è aumentata la competizione. Non solo: i competitor siamo abituati da sempre ad affrontarli, oggi è ancora più importante ascoltare i consumatori e accettare di buon grado il fatto che i cambiamenti sono accelerati e non sempre prevedibili».

Tra le esigenze del mercato c’è la sostenibilità sociale e ambientale, in questo caso particolarmente sentita dai Millennial di ogni latitudine e dalle generazioni di consumatori ancora più giovani. «In un certo senso partiamo avvantaggiati, perché l’attenzione alle persone e all’ambiente sono da sempre linee guida di Vf. La sostenibilità ambientale è scritta nel nostro Dna, perché lamaggior parte dei marchi Vf è legata alla passione per la vita e l’attività all’aria aperta – precisa il presidente Emea –. Ma gli spazi di miglioramento, anche nella comunicazione dei nostri obiettivi e dei traguardi raggiunti, sono tanti. La ricerca e sviluppo assorbe, insieme al digitale, la maggior parte degli investimenti del gruppo e all’inizio di agosto abbiamo presentato una grande novità per Napapijri legata all’idea di economia circolare, la vera frontiera».

Scabbia Guerrini si riferisce alla versione Infinity della giacca Skidoo, iconico modello nato nel 1987, che dal 21 ottobre sarà in vendita in una versione al 100% riciclabile. L’innovazione sta nella composizione: imbottitura e bordi sono realizzati in Nylon 6, il tessuto principale è fatto di nylon rigenerato Econyl di Aquafil. L’utilizzo di un solo materiale semplifica il processo di riciclo e chi acquista una Skidoo Infinity ha la possibilità, trascorsi almeno due anni, di restituire la giacca, che verrà trasformata in nuovi fili e prodotti.

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