GT3 e GT3 RS: le Porsche pensate per le gare oggi fanno gola ai collezionisti
I modelli di Stoccarda che raggiungono i valori più alti in genere sono quelli con i motori più potenti, prima ancora dei più rari
di Vittorio Falzoni Gallerani
3' di lettura
È il primo agosto del 1999 quando vede la luce la versione GT3 (MY 2000) della allora recentissima Porsche 996; l’aspetto esteriore cambia poco rispetto alle sorelle più tranquille ma le modifiche sono ingenti e, pure con i nostri limiti di spazio, conviene descriverle. Ma ancor prima di iniziarne l’elenco ci pare opportuna una precisazione sulla denominazione: GT3 è un raggruppamento F.I.A. per vetture derivate dalla serie e questa Porsche è stata sviluppata per cimentarsi nelle gare ad esso riservate; opportunamente preparata lo farà con il suo solito incredibile coefficiente di successi, ma noi qui vogliamo limitarci alla versione stradale.
Per avere successo in gara, è ovvio, occorre innanzitutto limitare le masse; ecco quindi la rimozione di tutto il materiale insonorizzante, degli strapuntini posteriori, dell’impianto audio e del climatizzatore (due componenti, questi ultimi, che rimangono ottenibili gratuitamente, a richiesta, per chi proprio non gareggerà mai); non saranno mai disponibili, invece, la trazione integrale, il tetto apribile ed il cambio automatico Tiptronic S. Buon successo conobbe, al contrario, un kit para agonistico denominato «Club Sport» formato da sedili avvolgenti in tessuto ignifugo a regolazione manuale, roll bar compatibile con la circolazione stradale, cinture a sei punti ed estintore davanti al sedile del passeggero.
Nel comparto meccanico è il motore che riceve le modifiche più sostanziali; a partire dalla cilindrata che raggiunge i 3.600 cc tondi tondi adottando le stesse misure di alesaggio e corsa di quello raffreddato ad aria delle Porsche 964 e 993 e molti dei miglioramenti ricevuti nei suoi passaggi sotto i cofani di Porsche 962 e 911 GT1 da corsa; di questa provenienza è testimone la potenza specifica: 100 CV/litro, 360 in totale, che, per un motore aspirato non sono mai pochi.
Con una maggiore potenza di 60 CV e la destinazione pistaiola è chiaro che occorre intervenire anche sulla ciclistica del modello standard: freni più grandi ed assetto irrigidito sono passaggi ineludibili come, peraltro, l’adozione di cerchi ruota più larghi di mezzo pollice davanti ed uno dietro ma, nel contempo, più leggeri e dal disegno specifico. Un disegno più aggressivo ma meno elegante di quello dei cerchi della Carrera ; e lo stesso dicasi delle modifiche aerodinamiche intervenute: probabilmente obbligatorie per schiacciare a terra la vettura oltre i trecento ora raggiungibili, non brillano certo per armonia stilistica e in particolare l’alettone posteriore avvolto su se stesso non appare un prodigio di design.
Sarà infatti oggetto di un riuscito restyling nella seconda edizione della GT3 presentata nel 2002 (MY 2003) con il muso della 996 Carrera 3.6 del 2001 (MY 2002) avente la fanaleria modificata per distinguerla finalmente dalla Boxster; una macchina con cui, in effetti, la GT3 non aveva nulla a che fare: a parte la diversa impostazione meccanica, i 381 CV a 7.400 giri/min disponibili in questa versione evoluta proiettavano questa 911 a livelli prestazionali che la sorellina raggiungerà solo dopo un decennio. Stiamo parlando di 306 km/h e 4,5 secondi nello 0-100; per tenere sotto controllo tanta esuberanza, i cerchi guadagnano un altro mezzo pollice davanti ed un altro dietro raggiungendo addirittura gli undici di larghezza mentre i freni anteriori presentano nuove pinze anteriori a sei pistoncini e dischi, volendo, in ceramica.
Stesse dotazioni presenti sulla GT3 RS che nasce un anno dopo: distinguentesi dalla GT3 «normale» per una serie di feritoie sul muso e per l’alettone posteriore ancora più grande, presenta un alleggerimento ancora più spinto e si fa beffe della recuperata eleganza della GT3: disponibile solo in bianco con adesivi e cerchi ruota rossi o blu non offre, nella sostanza, molto di più della GT3 ma ha il notevolissimo pregio, ai fini collezionistici, di essere la versione più rara: contro gli oltre quattromila esemplari complessivi delle due evoluzioni della GT3, le RS sono solamente 682 fino al 2005 (MY 2006) quando la GT3 assume le sembianze della 997.
Oggi la Porsche 996 GT3 ci pare ancora piuttosto appetibile anche se è valutata oltre il doppio delle Carrera: i buoni esemplari partono, infatti, da circa settantamila Euro (circa centoventimila le RS); è giusto anche dire che, nell’uso non è che diano soddisfazioni molto maggiori delle più diffuse sorelle: sono certamente più veloci ma anche enormemente meno confortevoli, soprattutto la RS che presenta oltretutto un sovrapprezzo che oggi è difficile da comprendere.
Tuttavia è bene ricordare che, storicamente, le Porsche che raggiungono i valori più elevati sul mercato collezionistico sono sempre quelle con i motori più potenti, ancor prima di quelle più rare; e in questi casi entrambe le prerogative sono presenti; a buon intenditor...
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