Guadagnino e i suoi ragazzi
Arriva “We Are Who We Are”, la nuova serie originale Sky prodotta con Hbo, disponibile su Sky Atlantic e Now Tv dal 9 ottobre. Una serie che ha in ogni inquadratura, dialogo e dettaglio il marchio di fabbrica del suo regista e showrunner , all'esordio in ambito seriale
di Marco Villa
2' di lettura
C'è un periodo della vita in cui i punti di riferimento spariscono e tocca navigare a vista. Un periodo in cui si fatica a trovare il proprio posto anche se si vive in un ambiente che si conosce in ogni dettaglio, figurarsi quando si viene catapultati dall'altra parte del mondo, in una cittadina che sembra casa, ma che ha la stessa consistenza della città di The Truman Show. Il periodo in questione è ovviamente l'adolescenza, che un gruppo di ragazzi statunitensi si ritrova a dover passare in una base militare in Italia: un incrocio di strade e di edifici in cui tutto rimanda agli Stati Uniti, ma immerso nella provincia veneta.
Un cortocircuito assoluto, che è il motore di We Are Who We Are, la nuova serie originale Sky prodotta con Hbo, disponibile su Sky Atlantic e Now Tv dal 9 ottobre. Una serie che ha in ogni inquadratura, dialogo e dettaglio il marchio di fabbrica del suo regista e showrunner Luca Guadagnino, all'esordio in ambito seriale.
Tutta l'attenzione è concentrata su due ragazzi che vivono nella base: c'è Fraser (Jack Dylan Grazer), appena trasferito da New York per seguire la madre (Chloë Sevigny) diventata comandante, e c'è Caitlin (Jordan Kristine Seamón), che invece è in Italia già da tempo al seguito del padre militare. In apparenza lontani, i due condividono in realtà la stessa ansia di scoprire se stessi e il modo per rapportarsi con ciò che li circonda: è questo il vero motore di We Are Who We Are, che usa il microcosmo della base militare per costruire un racconto sulla fluidità di genere.
Per farlo, Guadagnino riparte dallo stile di Chiamami col tuo nome con lunghe scene in cui seguiamo i personaggi mentre si occupano di faccende di poco conto, ma che ci permettono di entrare nel loro mondo e di capire che cosa li muove. I primi due episodi raccontano la stessa giornata vissuta dal punto di vista di Fraser e di Caitlin: il ragazzo cerca di nascondere la propria insicurezza dietro comportamenti provocatori, preferendo la rottura e l'isolamento al rischio di aprirsi con gli altri. Caitlin sembra il suo esatto opposto, a cominciare dal rapporto con la famiglia per arrivare a un gruppo di amici molto unito, ma è attraversata dalle stesse questioni irrisolte.
We Are Who We Are si prende tutto il tempo che ha a disposizione per portare lo spettatore all'interno delle vite dei personaggi, senza ricorrere a scorciatoie di alcun tipo: quello della serie è un tempo sospeso, esattamente come il luogo in cui è ambientata, una terra di nessuno che non è Italia, ma nemmeno Stati Uniti, perfetta rappresentazione di un'età di mezzo terribile e incredibilmente affascinante.
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