legge di bilancio

Gualteri (Parlamento Europeo): preoccupazione per la manovra

di Carlo Marroni

(Paolo Cerroni / IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

Il deficit/Pil al 2,4% fissato nella manovra dal governo è un “tetto”. Dall’incontro con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il presidente della commissione problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Roberto Gualtieri, ha «registrato un tentativo di considerare il 2,4% come tetto più che come obiettivo». Per tre giorni Gualtieri ha guidato una delegazione di dieci membri della commissione e ha effettuato incontri con istituzioni economiche e monetarie.

Ieri dall’incontro con Tria è emerso che «il ministro non ha detto che quel rapporto deficit/Pil non era obiettivo, ma che il governo ha chiesto al parlamento di andare fino al 2,4%. Loro puntano ad attuare - ha aggiunto Gualtieri in un incontro con la stampa - le misure più rapidamente possibile e in quel caso tutte le risorse sarebbero impiegate ma, nel momento in cui le misure venissero definite in tempi e modi diversi, non è detto che tale limite verrebbe raggiunto». Certo per Gualtieri, esponente del Pse, questa strategia risulta singolare: «Assicurare che il 2,4% non si tocca, come la linea del Piave, e poi alludere che si potrebbe fare di meno. Di solito si fa il contrario».

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Incontri con Bankitalia, Mef, Febaf, Consob, Cdp, Ania
La delegazione della commissione, presenti tutti i gruppi parlamentari, ha visto per prima la Febaf (Federazione banche e assicurazioni e finanza) guidata da Luigi Abete, presenti Bianca Maria Farina (Ania), Gian Maria Gros-Pietro (IntesaSanPaolo) e Giovanni Sabatini (Abi), e a seguire il vertice della Banca d'Italia, il Governatore Ignazio Visco, e i vice Fabio Panetta e Luigi Federico Signorini. In questi incontri – come quello con Tria - «sono emerse preoccupazioni, ma il sistema bancario viene ritenuto solido e non si ritiene ora che ci siamo elementi critici. Così come sono solidi i fondamentali dell'Italia».

Incontri anche con la Consob («abbiamo manifestato l'esigenza di salvaguardare l’indipendenza politica della commissione dopo le note vicende»), l'Antitrust, Assonime, la Cdp e l’ufficio parlamentare di bilancio, che come noto non ha validato la manovra. Più in generale dagli incontri sono emersi «elementi di forte preoccupazione sia per il quadro generale dei mercati, sia per misure come il condono fiscale. La manovra è confusa e lo sanno tutti». E riguardo alle reazioni del governo verso le iniziative della commissione Ue – ultima quella di ieri sul debito eccessivo che potrebbe sfociare in una procedura – Gualtieri è stato netto: «È un errore grave trasformare in casus belli gli effetti di una decisione del governo. Quella di andare al 2,4% è una scelta». Insomma, questa retorica antieuropea rischia di mettere in mora anche le iniziative in atto per il cambio di alcune regole.

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