Eurogruppo, ok a riforma Mes. Gualtieri: Italia vuole accordo
Il ministro è intervenuto in videoconferenza davanti alle commissioni Bilancio, Finanze e Politiche Ue di Camera e Senato
4' di lettura
L’Eurogruppo ha dato il suo ok alla riforma del Meccanismo europero di stabilità (Mes). Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in rappresentanza dell’Italia, non ha posto il veto sulla riforma. «Sarebbe un contraddire le indicazioni del Parlamento se il ministro dell'Economia oggi andasse a porre un veto. La mia posizione finale sarà sulla base della discussione», ha spiegato Gualtieri rispondendo alle domande dei parlamentari sulla posizione che assumerà all'Eurogruppo di oggi, chiamato a votare sulla riforma del Fondo Salva Stati.
In un'audizione congiunta a sei commissioni di Camera e Senato, il responsabile dell’Economia ha spiegato che l'orientamento del Governo sarà quello di «concorrere un accordo positivo che contenga elementi ritenuti estremamente importanti dal Parlamento, dal Governo e da tutto il sistema economico e finanziario italiano».
A stretto giro una nota del capo politico dei Cinque Stelle Vito Crimi ha chiarito la posizione di M5s: «La riforma del Mes e il suo utilizzo, l'eventualità di farvi ricorso, sono due elementi totalmente distinti. Una distinzione chiara e sostanziale - ha messo in evidenza Crimi -. Non intendiamo adottare un approccio ostruzionistico e non impediremo l'approvazione delle modifiche al trattato, rispetto alle quali pure non mancano i rilievi, così da consentire ad altri paesi l'eventuale ricorso allo strumento».
Vogliamo riforma Mes con progressi con banche
Fin dalle prime battute dell’intervento in audizione, Gualtieri ha infatti posto l’accento sul fatto che la riforma del Mes all’esame dell’Eurogruppo va distinta dal suo utilizzo: quest’ultimo, infatti, dovrà comunque passare per un passaggio parlamentare. «La riforma complessiva del meccanismo di stabilità europeo avverrà in contemporanea con l'istituzione della rete di sicurezza (backstop) al fondo di risoluzione bancaria e a una valutazione più positiva dei rischi del sistema bancario europeo e italiano», ha aggiunto.
L'accordo sull'introduzione anticipata della rete di sicurezza del Fondo di risoluzione bancaria, e ancora più quello sulla valutazione dei rischi bancari, oggi sul tavolo dell'Eurogruppo nella riforma del Mes, ha detto Gualtieri, sono «di importanza strategica per rafforzare l'Unione bancaria e assicurare un'ulteriore rete di sicurezza per la stabilità del sistema bancario».
A Eurogruppo più peso a derivati nelle banche
Sarà «mio impegno», ha assicurato, che nelle conclusioni dell'Eurogruppo di oggi sia inserito un riferimento agli attivi di livello 2 e livello 3, l'esposizione a derivati e prodotti finanziari complessi nel bilancio delle banche che l'Italia chiede venga “pesata” adeguatamente accanto all'esposizione ai titoli di Stato. «Per me - ha aggiunto il ministro - è molto importante che nelle conclusioni dell'eurogruppo ci sia un riferimento ai level2 e level3 asset, e che i contributi Edis (l'assicurazione comune sui depositi bancari che oggi verrà discussa nell'ambito della riforma del Mes, ndr) i contributi non siano legati alla quantità dei titoli di Stato contenuti nei bilanci bancari».
Riforma Mes è distinta da suo utilizzo
Nell’audizione il responsabile dell’Economia ha messo in evidenza che «le decisioni di oggi pomeriggio riguardano unicamente la riforma del Mes e l'introduzione anticipata sul common backstop e la valutazione dei rischi e queste decisioni non investono in alcun modo l'utilizzo del Mes, è cosa distinta dalla scelta se utilizzarlo o meno. Come noto, ci sono posizioni diverse nel Parlamento e nella maggioranza e come sempre detto dal Governo, ogni decisione dovrà essere condivisa dall'intera maggioranza e approvata dal Parlamento».
Vogliamo riforma Mes con progressi su banche
Gualtieri ha aggiunto che grazie anche all'iniziativa dell'Italia, che insisterà su questo punto anche all'Eurogruppo di oggi, la riforma complessiva del meccanismo di stabilità europeo (Mes) avverrà in contemporanea con l'istituzione della rete di sicurezza (backstop) al fondo di risoluzione bancaria e a una valutazione più positiva dei rischi del sistema bancario europeo e italiano. Il ministro ha ricordato che in precedenza la riforma del Mes e gli altri due punti avvenivano «in sequenza» e non contestualmente. Ciò - ha detto Gualtieri - «costituisce un'opportunità da cogliere adesso, valorizzando una valutazione positiva dei progressi delle nostre banche che porterebbe a escludere ogni possibilità di ulteriori misure restrittive o penalizzanti». Infatti «non ci verrebbe richiesto che venissero prese iniziative specifiche» di riduzione dei rischi per le singole banche».
Evitati automatismi su ristrutturazione debito
«Le nuove Cacs - ha poi chiarito - non aumentano le probabilità di ristrutturazioni, essendo attivabili esclusivamente per iniziativa dell'emittente cui spetta di decidere se e come attivarle né è richiesta una ristrutturazione preventiva del debito per l'accesso al Mes. Le Cacs - ha aggiunto Gualtieri - prevedono un ampio margine di discrezionalità per gli Stati membri, che restano i soli a decidere se e come modificare i termini dei propri titoli. È stata evitata la previsione e applicazione di meccanismi automatici di ristrutturazione del debito. Questo è molto importante. Spetta allo Stato decidere se attivare le Cacs e se decide di farlo spetta anche decidere come farlo e come raggruppare e sotto raggruppare i detentori dei titoli». La valutazione della sostenibilità del debito, ha continuato il responsabile dellEconomia, «sarà condotta su base trasparente e prevedibile, consentendo un sufficiente margine di giudizio. Il Mes, contribuirà, nell'ambito dell'analisi di sostenibilità, alla sola analisi della capacità di rimborso, dal punto di vista del prestatore, ma la Commissione preserva il ruolo guida».
No accordo estremamente negativo, peserebbe su Unione bancaria
Ragionando sulla “contestualità” della riforma del Mes con le altre misure di protezione a livello europeo, Gualtieri ha voluto precisare «qualora non sia stato chiaro, che la decisione sulla valutazione dei rischi non implica una decisione sull'introduzione anticipata del backstop, ma un mancato accordo politico sulla valutazione dei rischi e sul common backstop rappresenterebbe uno scenario estremamente negativo che metterebbe in luce l'incapacità di procedere sul percorso verso l'unione bancaria pregiudicando la sua realizzazione».
Parlamento sempre informato, coerenti con risoluzione 2019
Il ministro ha fatto presente che «il Governo ha provveduto a più riprese e continua a informare il Parlamento sulle riforme relative all'Unione economia e monetaria europea, la posizione del Governo - ha continuato - è pienamente coerente con le indicazioni del Parlamento e la risoluzione di maggioranza approvata lo scorso dicembre 2019.Siamo pienamente nella cornice della risoluzione», ha concluso.
loading...