Gualtieri: «Coraggio e creatività per trasformare il debito in leva per lo sviluppo»
«Siamo fortemente interdipendenti, sulla stessa barca - ha detto il ministro ad Assisi - e questo rafforza la necessità di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile»
di Nicoletta Cottone
2' di lettura
In questo momento «occorre anche con creatività e coraggio trasformare il debito in leva per investimenti e sviluppo». Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri intervenendo ad Assisi al “Cortile di Francesco”, parlando dell’economia al tempo del Covid.
Nota di aggiornamento al Def in Cdm il 28 o il 29
«Stiamo materialmente redigendo la Nadef che approveremo penso il 28 o il 29 di settembre in Consiglio dei ministri, essendo il 27 domenica», ha sottolineato il ministro dell'Economia. Il governo aveva annunciato il ritocco al ribasso delle stime sul Pil nel 2020. Nella Nota di aggiornamento del Def attesa per fine mese, hanno riferito il 19 settembre fonti vicine al dossier, l’asticella dovrebbe assestarsi attorno a -9 per cento. La precedente stima, che risaliva ad aprile, contenuta nel Def, era di -8 per cento. Si tratterebbe comunque di un numero molto inferiore a quello calcolato dalle grandi istituzioni internazionali.
Unire tutti alla ricerca di uno sviluppo sostenibile
«La prima lezione del Covid - ha detto il ministro - è che ha reso evidente a tutti in modo più diretto e immediato quello che sarà il titolo della prossima enciclica, che aspettiamo con grande trepidazione, che siamo fratelli tutti, ha dato una percezione molto più netta di un dato che ora è ineludibile e non può che essere il punto di partenza per qualsiasi ricetta», cioè «che siamo fortemente interdipendenti, sulla stessa barca e che questo rafforza la necessità di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile».
In Europa azione comune improntata alla solidarietà
«L’Europa questa volta a differenza del passato ha mostrato questa capacità di tradurre l’interdipendenza in una più robusta azione comune improntata alla solidarietà», ha detto il ministro. «La scelta di assegnare il primato alla vita, di salvare vite umane» anche a discapito dell’economia ha mostrato che «non era vero che le due cose fossero in contraddizione». E che «una risposta massiccia con scelte inedite» e «improntate alla solidarietà» si è «rivelata giusta anche dal punto di vista economico: chi ha contenuto di più il virus ha potuto poi ripartire in sicurezza, questo ha un impatto su un certo grado di ripresa».
Quota 100 non “saggia”, costata meno del previsto
«Secondo me Quota 100 non è stato un utilizzo saggio delle risorse, perché concentrata su una platea ristretta quando esistono tanti problemi. Finisce tra poco e, fortunatamente, ha avuto un costo minore del previsto, perché non ha funzionato nemmeno tanto bene», ha detto il ministro dell'Economia. Ora «si pone il tema di cosa fare dopo e per questo c'è un tavolo, guidato dal ministro del Lavoro a cui anche noi partecipiamo, che deve affrontare questa grande questione di come nella piena sostenibilità della finanza pubblica e del sistema pensionistico, governare questo salto che si determina un certo punto».
loading...