Gualtieri: stop all’Iva sulle mascherine per tutto il 2020. Rinvio scontrini elettronici . Naspi prorogata di due mesi
Si ragiona «su un sussidio temporaneo per le famiglie che non hanno reddito, sussidi, pensione». Oltre alla proroga di due mesi per la Naspi, sarà anche previsto un indennizzo per colf e badanti
di Nicola Barone
4' di lettura
Stop al'Iva sulle mascherine per tutto il 2020. È l’annuncio fatto dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri in audizione sul Def elencando le misure che saranno contenute nel prossimo decreto per fronteggiare l’epidemia da coronavirus. Si ragiona «su un sussidio temporaneo per le famiglie che non hanno reddito, sussidi, pensione». Oltre alla proroga di due mesi per la Naspi, sarà anche previsto un indennizzo «per colf e badanti che non hanno potuto lavorare in questo periodo».
Nel decreto aprile spazio anche a sospensioni, agevolazioni e semplificazioni fiscali. «Saranno rinviati alcuni adempimenti come quelli amministrativi in materia di accise e quelli attualmente previsti per l'installazione dei dispositivi per la trasmissione telematica dei corrispettivi». E verranno individuate «nuove specifiche cause di esclusione per l'applicazione degli Isa che verranno anche riparametrati per tener conto degli effetti» dell'emergenza coronavirus.
Scostamento non pregiudica i conti pubblici
«Lo scostamento non mette assolutamente a repentaglio la sostenibilità della finanza pubblica, anzi appare necessario proprio a garantire una tenuta del sistema produttivo», mette in chiaro Gualtieri. Il Def prevede una ripresa nel 2021 che «rappresenta una valutazione prudenziale, sull'ipotesi che la crisi dell'epidemia non sia superata completamente a inizio anno». Il riferimento è al 4,7% di crescita atteso per il prossimo anno dopo la profonda recessione del 2020.
Sul Mes il tema è assenza di condizioni
Gli strumenti innovativi allo studio dell'Ue contro la crisi, il Mes, il Sure e l'intervento della Bei, «se i lavori procedono dovranno essere operativi entro il 1° giugno» e per quanto riguarda il Mes «ad oggi stiamo parlando semplicemente di offrire la possibilità di una linea di credito senza condizioni. Forse alcuni onorevoli non si sono accorti che finora si accedeva al Mes solo con condizioni», aggiungendo che per quanto riguarda l'Italia «valuteremo, quando si conoscerà il memorandum of understanding predeterminato» disponibile ai Paesi interessati. Quanto al recovery fund, Gualtieri ricorda che «ci stiamo battendo perché le risorse siano adeguate e fornisca risorse agli Stati attraverso non solo prestiti ma soprattutto sotto forma di trasferimenti diretti».
Vorremmo recovery fund operativo già dall'estate
«Noi vorremmo che il recovery fund sia operativo già dall'estate e possa offrire il suo sostegno non solo con prestiti a lungo termine ma anche con trasferimenti diretti», aggiunge il ministro. Complessivamente con i due provvedimenti economici il governo ha messo in campo «una manovra del 4,4-4,5% del Pil in termini di deficit, di più del 10% del Pil come saldo netto e del 40% del Pil in termini di garanzie». Ciò colloca l’Italia «nella fascia alta di azioni sull'impatto macroeconomico» in Europa, «tra i più consistenti». Anche se «strumenti comuni europei consentirebbero di rafforzare ulteriormente questi interventi nel corso dell'anno, come la crisi richiede e suggerisce».
Con garanzia prestiti 500 milioni in dieci giorni
«In soli dieci giorni, fra il 17 e il 27 aprile, per la copertura al 100% dei prestiti fino a 25.000 imprese abbiamo ad oggi 20.835 domande per un importo finanziato di quasi mezzo miliardo di euro, 449 milioni. Dopo un inizio con numerose criticità, lo strumento sta iniziando ad essere attuato
più rapidamente». La moratoria sui prestiti prevista dal «Cura Italia» si sta rivelando molto efficace, con un primo sostegno pari a 140 miliardi di prestiti al 17 aprile, cifra ora probabilmente aumentata».
Per le imprese anche rafforzamento del patrimonio
Nel decreto in vista è previsto «un importante pacchetto di nuovi interventi di supporto alle imprese, che terrà conto sia della loro dimensione che dell'impatto avuto dalla crisi. La tenuta del sistema delle imprese sarà assicurata da specifiche forme di sostegno a fondo perduto per chi ha subito l'impatto della crisi». Il ministro conferma che «sono all'esame possibili iniziative volte al rafforzamento patrimoniale di imprese per contribuire all'assorbimento delle perdite generate dalla crisi, e per sostenerle con prospettive di rilancio e il finanziamento di investimenti per la ripresa e la crescita, in linea con le riflessioni in corso in altri Paesi europei». Anche la Commissione Ue «sta considerando adeguamenti al Quadro Temporaneo in materia di aiuti stato per consentire maggiore flessibilità per interventi di questo tipo».
Ai Comuni 3,5 miliardi,subito il 30% delle risorse
Per «sostenere l'azione» degli enti territoriali, «in modo particolare nell'erogazione dei servizi essenziali, sarà costituito un fondo con una dotazione di 3,5 miliardi di euro in favore di Comuni, Province e Città
metropolitane, incluse le autonomie speciali». Entro pochi giorni dall'adozione del decreto sarà predisposta l'erogazione di un anticipo del 30% del fondo, parametrata alle entrate di ciascun ente. Questo allo scopo di andare incontro alla potenziale carenza di liquidità.
Giù tasse dallo stop ad aumenti Iva e accise
L’escutivo chiede l'autorizzazione a intervenire anche negli anni successivi per eliminare definitivamente l'incremento di Iva e accise dal 2021 e sostenere, allo stesso tempo, un congruo pacchetto di investimenti. Per Gualtieri, ascoltato dalle commissioni Bilancio di Senato e Camera, l’intervento costituirebbe una «fondamentale operazione di pulizia del bilancio pubblico che aumenta la trasparenza e la credibilità delle previsioni». Inoltre comporterà anche un calo della pressione fiscale pari «all'1,1% del Pil che restituisce maggiori margini di politica economica». In linea generale «l'intonazione della politica fiscale dovrà rimanere espansiva per un congruo periodo di tempo» sia pure con attenzione alla stabilità dei conti.
Per Piano nazionale di riforma rinvio di un mese
«Improvvisamente ci siamo trovati in un contesto elevata incertezza che rende difficile la predisposizione di previsioni economiche» quindi il Def, sulla base delle linee guida Ue, ha «uno scenario limitato al biennio 2020-21 e la pubblicazione del Piano nazionale di riforma e dei principali allegati è rinviata di almeno un mese per attendere gli sviluppi dell'epidemia, il programma di riapertura dei settori produttivi e affrontare il disegno della fase della ripresa con adeguato dibattito», è la previsione del ministro.
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