Guardiamoci l'ombelico
Questa è l'epoca dell'autorappresentazione, che sia social oppure no. Dimentichiamo, perciò, le storie raccontate per conto terzi. Pure i documentari diventano materia privata, fai-da-te
di Mattia Carzaniga
2' di lettura
Ci hanno spiegato che questa è l'era dell'autofiction, anche se la classificazione resta a molti oscura. Di certo è l'epoca dell'autorappresentazione, che sia social oppure no. Dimentichiamo, perciò, le storie raccontate per conto terzi. Pure i documentari diventano materia privata, fai-da-te, ombelicale, e non per forza nell'accezione deteriore del termine.
Si prenda l'ultimo arrivato in ordine di comparsa sulle piattaforme. In Circus of Books, su Netflix, la regista Rachel Mason sfoglia il suo weirdo-album di famiglia: mamma e papà (dunque etero, e di ortodossa osservanza ebraica) aprono quella che diventerà la più nota libreria porno (gay) di LA, finendo per fare pure da produttori ai film sconci (sempre per maschi). Da attestato LGBTQ, che per larga parte è, il film diventa il racconto dell'amministrazione dell'economia e degli affetti domestici, più difficili da digerire di una pila di dvd siglati “XXX”.
Tolte le storie che private lo sono fin dal titolo (Un amore segreto, sempre Netflix, struggente ritratto di una coppia lesbica che s'è amata dagli anni Quaranta: ma il coming out è stato, per congiunture storiche, assai tardivo), pure la politica diventa un affare di famiglia. Democrazia al limite, ancora Netflix, è la più precisa testimonianza sui governi sudamericani, almeno dopo i saggi di V. S. Naipaul: solo che là era (principalmente) l'Argentina, qua è il Brasile del progressismo impossibile. Ma conta di più l'eredità raccolta dalla brava regista – Petra Costa – dai genitori, militanti di sinistra nei decenni caldi del Novecento: il sogno (prima di tutto personale) fallisce ieri come oggi.
Lo stesso fa One Child Nation, su Amazon Prime Video, dove Nanfu Wang (insieme alla co-regista Lynn Zhang) ripercorre la cosiddetta “politica del figlio unico” cinese attraverso i suoi ricordi di bambina (con fratello!). Su Becoming - La mia storia, diretto per Netflix da Nadia Hallgren sulla base del best-seller di Michelle Obama, non serve dare ulteriori dettagli a proposito di privato che diventa pubblico.
E pure Nanni Moretti in Santiago, Italia (da recuperare su RaiPlay, in sala purtroppo l'hanno visto in pochi) più che accusare il Cile di Pinochet torna alle memorie di chi ne è fuggito. Mettendoci la sua personalissima parzialità politica.
Altra musica (letteralmente), a corroborare la tesi: Beastie Boys Story (Apple TV+) non è solo il racconto for-fans-only della band che ha sdoganato l'hip hop bianco, ma l'istantanea universale di tre amici che volevano cambiare il mondo. Quasi una videocall ante litteram. Perché adesso arriveranno tutti i doc sulla (post)quarantena. Ne vedremo (ancora) di ombelichi.
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