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Guardie mediche come medici di famiglia: fino a mille assistiti in carico per ogni sanitario

Il provvedimento darà copertura a 1,5 milioni di cittadini in più. Cittadinanzattiva: «Così si evita che milioni di persone restino senza medico di base»

di Francesca Cerati

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2' di lettura

I medici delle guardie mediche arriveranno presto a rafforzare le fila dei medici di famiglia, sempre più difficili da trovare tanto che in vent’anni se ne contano 10mila in meno. Grazie a un emendamento (che vede come prima firmataria l’onorevole Marta Schifone di FdI) al Dl Omnibus approvato in via definitiva in Senato il 28 giugno, ciascuna guardia medica potrà prendere in carico fino a mille assistiti, il che significa che «porterà assistenza a 1,5 milioni di cittadini in più e salvaguarda l’efficacia della guardia medica», ha sottolineato Tommasa Maio, segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale Continuità assistenziale (Fimmg Ca).

Risposta alla mancata programmazione

In base alle ultime stime, la grande emorragia dei medici di famiglia continuerà almeno fino al 2025 quando, secondo le stime dell’Agenas, ce ne saranno a disposizione degli italiani soltanto 36.628: erano oltre 46mila nel 2002 e 40mila nel 2021. In questo scenario, l’emendamento prevede fino al 2026 la possibilità per i medici del ruolo unico di assistenza primaria con incarico a quota oraria di 24 ore settimanali (ovvero i medici delle ex guardie mediche) di avere in carico fino a mille assistiti.

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«Nel quadro di gravi carenze di professionisti che affligge molte aree del Paese, un provvedimento emergenziale come questo - ha affermato Maio - è importantissimo per contenere i danni della mancata programmazione. Soprattutto se paragonato all’inerzia delle Regioni che da un lato lamentano carenze di medici e dall’altro continuano a causare ritardi nella pubblicazione dei bandi per la formazione delle nuove leve della medicina generale». Un ritardo, rileva, che «impedisce al ministero di provvedere all’avviso nazionale e, quindi, fissare la data del concorso che porterebbe a potenziare un’assistenza sul territorio sempre più capillare ed efficace già subito dopo il superamento del concorso».

Garanzia di continuità assistenziale

A esprimere sollievo è anche il segretario generale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino, che da tempo è impegnata nel monitorare e denunciare la desertificazione dell’offerta assistenziale pubblica e le difficoltà che devono quotidianamente affrontare medici e pazienti. Una desertificazione cominciata da tempo e che si è acuita in questi ultimi anni a causa del maxi esodo di camici bianchi che vanno in pensione in massa con i “ricambi” che non sono sufficienti a riempire i buchi lasciati da chi è uscito. «Ci sembra una buona notizia - ha detto Mandorino - perché consentirà di evitare che milioni di cittadini restino senza medico di famiglia e aiuterà a garantire il funzionamento della continuità assistenziale. Chiaramente, c’è ancora molto da fare, perché il problema delle carenze è un tema nazionale. Una questione che riguarda drammaticamente il Nord Italia, ma che è sempre più sentito anche in molte aree del Sud». Ora si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge.

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