Gucci e l’approccio pionieristico di Alessandro Michele
di Giulia Crivelli
2' di lettura
Non stupisce che pochi giorni fa, lunedi 29 novembre a Londra, Alessandro Michele abbia ricevuto l’ennesimo riconoscimento, il Trailblazer Award del British fashion council (Bfc, la camera della moda britannica). Il nome è un programma: letteralmente, traiblazer è colui che crea un sentiero, mostra una via che nessuno aveva immaginato fino a quel momento. Un pioniere, diremmo in italiano. Ma la parola inglese si addice di più al direttore creativo di Gucci, che nel 2021 ha presentato innumerevoli nuovi progetti, che hanno rafforzato l’importante anniversario festeggiato quest’anno, i cento anni dalla fondazione, a Firenze, del marchio, oggi maison di punta del gruppo Kering.
In sintonia con il ceo e presidente Marco Bizzarri, Alessandro Michele ha spaziato dai format inediti per presentare le collezioni, compresi pop up store, a nuove categorie di prodotto. Integrando il progetto degli accessori più preziosi con il “secondo capitolo” del progetto Vault, piattaforma online di abbigliamento vintage lanciata in settembre, una sorta di concept store online che lo stilista immagina come laboratorio di contaminazioni creative.
Vault in inglese significa forziere, forse perché Michele considera i codici stilistici del passato una delle sue miniere di ispirazione. Dopo abbigliamento e accessori, i gioielli: il 22 novembre sono arrivati su Vault dodici designer, le cui creazioni spaziano da pezzi talismanici e scultorei che traggono ispirazione dall’arte e dalla poesia, a pezzi ispirati alla natura. Ed è proprio alla bellezza di fiori e piante che Michele si era ispirato per la seconda collezione di alta gioielleria da quando è direttore creativo di Gucci, presentata in giugno a Villa Pallavicino, sul lago Maggiore e chiamata Hortus Deliciarum (non a caso Villa Pallavicino è al centro dell’omonimo parco botanico e zoologico di Stresa).
Centotrenta pezzi, molti dei quali unici, poi messi in vendita nella boutique dedicata, aperta da Gucci in place Vendome a Parigi. Una collezione ispirata alla natura e idealmente legata alle variazioni del colore del cielo lungo il giorno e alla sue costellazioni. Quattro i capitoli: un’ode alla bellezza dei paesaggi naturali, il cielo al tramonto, un romantico roseto e una rivisitazione degli animali.
Ma nel suo essere trailblazer, come lo definiscono nel Regno Unito, Alessandro Michele non trascura la gioielleria pret-à-porter: l’ultima collezione si chiama Link to Love, definita da Michele «contemporanea e genderless» e che rappresenta – come dice il nome – il legame con e dell’amore. Con il design geometrico che permette di sovrapporre alcuni pezzi, creando combinazioni uniche, la linea Link to Love reinterpeta in parte lo stile degli anni 80. Il design ottagonale degli anelli e dei bracciali rigidi evoca inoltre il numero otto, simbolo dell’infinito; i gioielli sono realizzati in oro bianco, giallo o rosa 18 carati, con finitura liscia, con borchie o a righe finemente incise e gli anelli sono disponibili in diverse larghezze, da tre a sei millimetri.
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