Guerra fra big brand per aggiudicarsi spazi nelle vie del lusso
di Paola Dezza
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La vivacità delle giornate della moda milanesi, che stanno catalizzando l’attenzione sulla città, corre sugli stessi binari del fermento immobiliare nelle vie dello shopping. Mercato governato oggi dalla forte competizione per aggiudicarsi gli spazi migliori delle high street centrali che decreta le impennate di valori e canoni. Emerge quindi una maggiore crescita dei costi delle locazioni nella fascia massima rispetto a quella di spazi standard.
«Il mercato immobiliare retail italiano resta al passo con i competitor mondiali - commenta Neda Aghabegloo, responsabile della ricerca di World Capital, società che ha di recente pubblicato il Report Retail-High street relativo alla prima parte del 2017 in collaborazione con Federazione Moda Italia, Global Blue e Osservatorio Acquisti CartaSì.
L’Italia è al sesto posto della top ten delle high street mondiali, subito dopo Londra. E vede una serie di vie in ripresa, oltre alle solite note, Monte Napoleone a Milano e via dei Condotti a Roma, che si confermano ai vertici della classifica dei costi.
Nell’indagine di World Capital, rispetto al secondo semestre 2016, vengono messe in evidenza una serie di variazioni positive nei canoni di alcune delle più importanti vie dello shopping italiane: a Milano in Corso Buenos Aires i canoni sono saliti del 14% grazie sia un maggiore interesse da parte dei brand sia agli investimenti di alcuni operatori esteri come il fondo inglese Meyer Bergman che, dopo essersi aggiudicato a gennaio 2016 il complesso delle Corti di Baires, ha comprato l’Upim store ai numeri 33-37.
Salgono i canoni anche in via Manzoni e in via Torino (entrambe +11%), nella città di Torino in via Garibaldi (+11%), a Firenze in via della Vigna Nuova (+9%), a Genova in via XX Settembre (+15%).
Il lusso traina anche il retail “prime” (di alto livello) e nelle vie centrali dello shopping si fa a gara a trovare le vetrine migliori. Complice l’aumento del 6% della spesa dei turisti stranieri, secondo i dati dell’Osservatorio Acquisti CartaSì per Federazione Moda Italia.
In Monte Napoleone il canone massimo è passato da 8.700 euro al mq nel primo semestre 2016 agli attuali 10.300 euro (+18%), mentre il valore medio è salito da 6.700 al 7.150 euro al mq all’anno. Nella via il turnover delle insegne è stato pari al 14%, con 12 negozi su 84 che hanno cambiato affittuario; spazi che nel 2015 risultavano vuoti sono stati occupati da Dolce & Gabbana e da Brunello Cucinelli. Ancora più consistente il rialzo del canone massimo in via della Spiga, che soffre però di alcuni spazi vuoti. Il canone massimo di 8mila euro al mq all’anno è cresciuto del 23,1% rispetto ai 6.500 euro registrati un anno prima e sono 13 i negozi, su un totale di 80, che hanno cambiato tenant.
Tra le location “prime” italiane che segnano gli incrementi più significativi troviamo anche Verona, Firenze e Bari, mentre Napoli e Genova rallentano le loro performance. Tra le dieci vie più ambite l’unico segno negativo si trova a Venezia, con piazza San Marco che registra canoni massimi in calo dell’1,1% e quelli medi in discesa dello 0,7 per cento. I valori sono fermi in via dei Condotti a 5.900 euro al mq all’anno in media e a 8mila euro nella fascia massima.
Dal focus su Roma emerge un andamento stabile dei canoni di locazione, ma il trend è positivo «confermato dall’inaugurazione di nuove vetrine di grandi marchi di gioielleria, come Tiffany e Harry Winston, a braccetto con i già presenti Bulgari, Cartier e Damiani, in via dei Condotti» commenta Neda Aghabegloo.
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