Guerra dei dazi, il monito di Merkel-Macron-May a Trump: l’Ue si difenderà
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Angela Merkel, Emmanuel Macron e Theresa May ammoniscono gli Usa: non impongano dazi alle merci dell’Ue o l’Unione si difenderà, a tutela dei propri interessi. La posizione comune, ha riferito un portavoce tedesco citato dai media internazionali, è stata concordata durante una telefonata tra i leader di Germania, Francia e Regno Unito: «Gli Usa non devono prendere alcuna misura commerciale contro l'Ue, altrimenti l'Ue sarà pronta a difendere i propri interessi nel quadro delle regole del commercio multilaterale». I tre leader, a quanto riferiscono fonti di Downing Street (il parlamento britannico), si sono allineati anche per l’accordo sul nucleare iraniano, ritendolo lo strumento più adatto per impedire a Teheran lo sviluppo di armi.
Lo scontro sui dazi
Il presidente Usa Donald Trump ha imposto tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio, con l’obiettivo di ridurre il deficit sulla bilancia import-export rispetto alla Cina. La Ue era stata esclusa dal provvedimento fino al primo maggio, ma le cose potrebbero cambiare dopo il prossimo martedì. Finora gli appelli delle forze politiche europee per mantenere lo stato attuale sono caduti nel vuoto, aumentando i timori di una guerra commerciale a proprio svantaggio.
Il monito dei tre leader segue infatti il ritorno a mani vuote ieri in Europa di Angela Merkel - che aveva richiesto l’esenzione permanente a nome di tutta l'Unione europea - dopo che nemmeno Macron, pur accolto in pompa magna alla Casa bianca, era riuscito a scalfire il presidente americano. Il tycoon, salvo clamorose sorprese, dal due maggio farà scattare le nuove tariffe sulle importazioni di acciaio (25%) e di alluminio (10%) anche nei confronti dell'Europa.
L’attacco di Trump: Ue creata per approfittarsi degli Usa
Da parte sua, il presidente americano non sta facendo nulla per sciogliere la tensione con la controparte europea. In un comizio nel Michigan, l’inquilino della Casa Bianca si è spinto a sostenere che la Ue «è stata formata per approfittarsi degli Usa. Ma non me la prendo con loro, me la prendo con i nostri passati presidenti. Non sarà più così, quei giorni sono finiti, ma dobbiamo aprire quei mercati, è ingiusto.Trump vuole più concessioni dai partner degli Usa. Giovedì scorso alla Cnbc il consigliere economico di Trump, Larry Kudlow, aveva detto che «è molto importante che certi nostri amici facciamo delle concessioni su pratiche commerciali, tariffe e tasse. Per esempio, uno dei problemi è quello del trattamento equo per le auto e noi vorremmo vedere qualche concessione dall’Europa». Trump chiede inoltre impegni anche su altri fronti, come quello del contributo finanziario che gli alleati europei danno alla Nato, per la Casa bianca insufficiente.
L’impatto sull’Italia
L’ipotesi che misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti possano inasprirsi ed estendersi a più Paesi, innescando forme di ritorsione, configura uno scenario di rischio per l'economia internazionale a cui è opportuno prestare attenzione. Si legge nel Def, presentato giovedì scorso a Palazzo Chigi e che propone una simulazione degli impatti sull'economia italiana, «l'impatto macroeconomico per l’economia italiana di questo shock protezionistico prevede che nel 2018 il Pil registrerebbe una diminuzione dello 0,3% rispetto allo scenario di base e dello 0,7% nel 2019. Nei due anni successivi l'effetto negativo sul Pil sarebbe più pronunciato e pari allo 0,8%».
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