Guerra sale a bordo di Roboze
Anche l’ex Ceo di Luxottica tra gli investitori del nuovo round della società hi-tech di Bari impegnata nella stampa 3D. Nel 2021 ricavi boom.
di Luca Orlando
3' di lettura
Il garage è ormai un lontano ricordo. E le stampanti 3D made in Bari, in passato solo prototipi da testare appena realizzati da un giovane, neppure ingegnere, hanno già convinto numerosi colossi dell’hi-tech in tutto il mondo.
Successo già tradotto in numeri, con Roboze ad aver moltiplicato per otto il milione di ricavi realizzato nel 2018 e in grado quindi di presentarsi in modo via via più credibile a potenziali investitori.
Che ora lievitano in modo rilevante, per effetto di un nuovo round di raccolta che porta a bordo un pool di investitori internazionali che include più di un nome di spicco. Tra cui Nova Capital (holding di investimenti finanziari guidata da Paolo Merloni, Presidente esecutivo di Ariston), Lagfin (Gruppo Campari Holding), Andrea Guerra (ex Ceo di Luxottica, ora Ceo di LVMH Hospitality Excellence), Luigi De Vecchi (Presidente EMea di Citi), Roberto Ferraresi (Ceo di The Equity Club), Luca Giacometti (Ceo di Galileo Spac), Denis Faccioli (Ceo di Tecres).
Gruppo che si affianca al nutrito pool già esistente, tra cui Alfredo Altavilla (presidente di Ita Airways), Boris Collardi (ex Ceo di Julius Baer), Diego Piacentini (ex senior Vp di Amazon), Federico Faggin (inventore del microprocessore) e Equiter (fondo di investimento detenuto da Intesa San Paolo e Compagnia di San Paolo).
«Questo ulteriore fundraising - spiega il fondatore di Roboze Alessio Lorusso - accelererà la nostra crescita sul mercato americano e potenzierà tutti i nostri investimenti in Ricerca e Sviluppo. In particolare nella creazione di nuovi super materiali, nel nostro centro R&D italiano, dove stiamo realizzando un nuovo laboratorio chimico. Siamo onorati di aver un gruppo di investitori di questa caratura, che credono fortemente nella visione di Roboze e nel cambio di paradigma produttivo che la nostra tecnologia sta abilitando sostituendo metalli e producendo parti senza spreco di materie prime».
Tra gli obiettivi dell’azienda vi è infatti il contributo al ridisegno della supply chain globale attraverso la propria tecnologia brevettata di stampa 3D ultra-precisa per super materiali, creando un modello produttivo circolare e sostenibile che riporta la produzione vicina al punto di utilizzo, riducendo i trasporti e le relative emissioni di Co2, consegnando parti just in time e on demand.
Lavoro realizzato da stampanti 3D ad alta precisione per superpolimeri e materiali compositi che in termini settoriali si svolge ad ampio raggio. Ad oggi Roboze lavora infatti con GE, Bosch, Airbus e altre organizzazioni globali nel settore aeronautico, spaziale, energetico/sostenibile, medico, manifatturiero per progettare e creare parti di uso finale. Roboze è anche al lavoro con Siemens Energy, per creare una produzione di parti su richiesta e un magazzino sostenibile.
«Pensiamo che la produzione additiva stia giocando un ruolo chiave nella digitalizzazione e nella riduzione dei costi nel settore dell’energy. In Siemens Energy - ha commentato Andrew Bridges, Service Frame Owner di Siemens Energy - abbiamo valutato molte aziende e abbiamo constatato che la tecnologia Roboze per i polimeri ad alta temperatura soddisfa la nostra qualificazione ingegneristica e le nostre aspettative. Di conseguenza, abbiamo acquistato la nostra prima macchina e non vediamo l’ora di estendere il nostro rapporto con Roboze».
Roboze - afferma Carlo Germano Ravina, Managing Director di NovaCapital - sta cambiando la manifattura globale attraverso la sua tecnologia di stampa 3D proprietaria e l'utilizzo di super materiali. Le soluzioni Roboze sono fra le più scelte nel mondo in quanto soddisfano le esigenze della produzione industriale, permettendo di risolvere le sfide comuni legate alla ripetibilità del processo, alla precisione e alla produzione di polimeri e materiali ad alte prestazioni».
«Il 2021 - aggiunge Lorusso - è stato un anno di forte crescita. Il team supera le 100 persone e prevediamo un fortissimo piano di assunzioni nei prossimi 12-18 mesi, in Italia, Germania e Stati Uniti».
La progressione dei ricavi è in effetti evidente e deve essere assecondata da un allargamento del perimetro dell’organico: un milione di euro nel 2018, 3,5 quello successivo, più di cinque nell’anno della pandemia, otto milioni lo scorso anno.
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