La guerra in Europa

Ucraina, ultimatum Russia per la resa di Mariupol. Zelensky: «Mosca vuole soluzione finale»

Missili russi lanciati dalle navi. A Mariupol bomba avrebbe colpito una scuola dove si era rifugiate 400 persone. Per Kiev elevato rischio di offensiva dalla Bielorussia

Ucraina, il teatro di Mariupol distrutto visto dal satellite

8' di lettura

L’esercito russo ha consegnato un ultimatum per la resa di Mariupol, la città assediata nell’Ucraina meridionale. Nella comunicazione il generale russo Mikhail Mizintsev ha detto che tutte le unità armate ucraine nella città devono lasciare Mariupol dalle 9 alle 11:00 ora locale di lunedì, dopodiché tutti i combattenti rimasti dovranno affrontare un tribunale militare. Secondo quanto riferito dall’agenzia russa Tass, nell’ultimatum si dice anche che convogli umanitari avrebbero consegnato cibo, medicine e altri elementi essenziali alla città.
«La Russia aspetta da Kiev una risposta alle misure proposte sull’evacuazione dei civili da Mariupol entro le 5.00 ora di Mosca (le 3.00 ora italiana) di domani», ha aggiunto Mikhail Mizintsev, citato dalla Tass. «Chiediamo alle autorità di Kiev di tornare in sé e fare marcia indietro rispetto alle istruzioni precedenti che obbligano i combattenti a sacrificarsi e diventare “i martiri di Mariupol” - ha proseguito - Inoltre, insistiamo con la richiesta di una risposta scritta ufficiale da parte ucraina entro le 5:00 per salvare i residenti di Mariupol e le infrastrutture della città».

Proseguono, intanto, i bombardamenti sulle città ucraine in attesa del nuovo round di negoziati in programma domani, lunedì 21 marzo. A riferirlo è l’Ukrainskaia Pravda, citando «fonti qualificate di alto livello». «La riunione online tra le due delegazioni di Ucraina e Russia è prevista per il 21 marzo», scrive il quotidiano.

Loading...

Secondo il Finalcial Times, che cita il ministero degli Esteri della Turchia, Russia e Ucraina sarebbero vicine a un accordo su quattro punti critici. Le parole del ministro Mevlut Cavusoglu sono state originariamente riportate dal quotidiano turco Hurriyet. Cavusoglu ha parlato di una crescente “convergenza” tra Mosca e Kiev dopo una settimana di intensa diplomazia. Non c’è stata una risposta immediata da parte dell’Ucraina o della Russia.

Intanto, la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha escluso che Joe Biden vada in Ucraina questa settimana quando sarà a Bruxelles per il vertice Nato e il Consiglio europeo. «Non è in agenda un viaggio in Ucraina», ha scritto in un tweet JenPsaky.

Zelensky alla Knesset: la Russia vuole la «soluzione finale»

I russi «stanno utilizzando di nuovo queste parole, “la soluzione finale”, in relazione a noi, alla nazione ucraina, è stato detto in un incontro a Mosca». Lo ha detto il presidente ucraino parlando al Parlamento israeliano ed esortando Israele ad aiutare la resistenza del popolo ucraino contro l’esercito russo.

«È una guerra su vasta scala mirata alla distruzione del nostro popolo, alla distruzione dei nostri bambini, famiglie, stato, città, culture e tutto ciò che ci rende ucraini», ha denunciato Zelensky.

L’intervento ha però diviso la Knesset, attirando anche diverse critiche. Yoaz Hendel ministro israeliano delle comunicazioni, ha scritto su Twitter: «Israele apprezza il presidente dell’Ucraina e sostiene il popolo ucraino con il cuore e con i fatti ma è impossibile riscrivere la terribile storia dell’Olocausto, un genocidio che è stato commesso anche sul suolo ucraino. La guerra è terribile, ma la comparazione con gli orrori dell’Olocausto e la ’soluzione finale’ sono oltraggiosi».

Attacco aereo nella regione di Kiev

Mentre Zalensky parlava alla Knesset, i russi hanno effettuato un attacco aereo in direzione del villaggio di Zabuyannia, distretto di Bucha nella regione di Kiev. Lo afferma il servizio stampa della Polizia nazionale ucraina, come riferisce Ukrinform. L'esistenza di vittime sarebbe in corso di chiarimento.

«Il 25esimo giorno di confronto nella regione di Kiev rimane teso, ma controllato. Durante questo periodo, le ostilità hanno avuto luogo nelle comunità di Bucha, Makariv, Irpin e Borodyan. Gli occupanti hanno lanciato un attacco aereo in direzione del villaggio di Zabuyannia», afferma Ukrinform.

Mariupol colpita da armi pesanti della Marina Russa

Mariupol sarebbe invece stata colpita da armi pesanti sparate da quattro navi della Marina russa. A riferirlo è il reggimento Azov su Telegram secondo quanto riporta l’agenzia ucraina Unian che parla anche di una possibile offensiva a breve da parte della Bielorussia. Il ministero della Difesa russo rivendica un attacco contro la base militare di Zhytomyr «dove si addestravano mercenari stranieri» e dice che «oltre 100 membri delle forze speciali ucraine e mercenari stranieri sono stati uccisi».

Le forze russe avrebbero poi colpito «62 obiettivi militari» e avrebbero usato ancora «un missile ipersonico Kinzhal» per colpire con altri «missili da crociera Kalibr» un deposito di carburante e di lubrificanti a Kostiantynivka che riforniva forze armate ucraine nelle aree di combattimento. Autorità municipali di Mariupol, citate dalla Bbc, accusano i russi di aver colpito «una scuola con dentro 400 persone». La vicepremier ucraina Olga Stefanishyna accusa i soldati russi di aver stuprato e ucciso donne ucraine.

Sfiorato dai bombardamenti su Mariupol anche un gruppo di giornalisti russi e un cinese. «Stavamo camminando quando abbiamo sentito un’esplosione dietro di noi. Altri colleghi hanno visto un’esplosione davanti a noi e anche sulla nostra destra. In tutto ci sono state fra le sei e le otto esplosioni. Il colpo più vicino a 50 metri da noi», ha riferito l’inviato della Tass. Il gruppo ha trovato riparo nel seminterrato di un’abitazione. Insieme con l’inviato della Tass nel gruppo c’erano giornalisti di RT, Izvestia, collaboratori e un giornalista cinese che si è ferito a un braccio mentre entrava nel rifugio.

La Russia, inoltre, secondo l'intelligence militare di Kiev, continua a perseguire il suo obiettivo di eliminare la leadership politica ucraina, a cominciare dal presidente Volodymyr Zelebnsky. Secondo quanto denuncia in un post su Facebook, l'intelligence, su ordine del presidente russo Vladimir Putin, «è arrivato oggi» in Ucraina un gruppo di mercenari della Wagner, il cui compito «è l'eliminazione della massima leadership militare e politica dell'Ucraina». Sul versante opposto, l’Accademia Navale russa ha riconosciuto la morte del capitano di 1° grado Andrey Palya in Ucraina. Tra i comandanti militari morti ci sarebbero già sei generali russi, sostiene il governo di Kiyv (Kiev, in ucraino), ovvero quanti sono morti in totale nei 10 anni di guerra sovietica in Afghanistan. Lo stato maggiore delle forze militari ucraine rivendica l’eliminazione” del 331esimo reggimento delle Guardie aviotrasportate «Kostroma».

Papa Francesco: «Cessate la guerra»

Non si arresta purtroppo la violenta aggressione contro l’Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c’è giustificazione per questo. Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante». È l’appello che Papa Francesco rivolge all’Angelus, applaudito dai fedeli in Ucraina. «Anche questa settimana missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte» e «tutto questo è disumano, anzi è anche sacrilego» perché va «contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta» e che «viene prima di qualsiasi strategia».

Usa a Onu: deportazioni in Russia inaccettabili

Gli Stati Uniti tornano ad alzare la voce . «Deportare i civili ucraini in quelli che possiamo immaginare siano campi di concentramento in Russia è inaccettabile». Lo ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield in un’intervista alla Cnn precisando tuttavia di non poter confermare le notizie diffuse dalla stampa ucraina sulle deportazioni da parte di Mosca degli abitanti di Mariupol.

Zelensky unifica le trasmissioni televisive

Il presidente ucraino Volodymyr Zelnsky firma un decreto con cui unifica tutti i canali Tv in un’unica piattaforma di «comunicazione strategica» attiva 24 ore al giorno, scrivono media ucraini fra cui l’Ukrainska Pravda. L’opposizione critica il provvedimento. Zelensky annuncia anche che sarà «limitata e posta sotto controllo l’attività di 11 partiti politici ucraini, alcuni dei quali avrebbero legami diretti con Mosca». In un’intervista alla Cnn Zelensky ha aggiunto: «Dobbiamo usare qualsiasi formato, qualsiasi chance di poter parlare con Putin. Se questi tentativi falliscono, allora vuol dire che questa è la terza guerra mondiale. Sono pronto a negoziare. Sono stato pronto negli ultimi due anni. Senza i negoziati non si può mettere fine a questa guerra».

Proteste in Polonia: fermiamo il commercio con la Russia

Centinaia di manifestanti bloccano la dogana al confine tra Polonia e Bielorussia mandando in tilt la circolazione dei tir. Lungo le strade che portano al confine ci sono file lunghissime di autoarticolati, alcuni fermi da due giorni, da quando cioè è cominciata la protesta a Kukuryki nell’est della Polonia. «Oltre alle sanzioni bisogna interrompere il commercio con l’Ue», dicono i manifestanti sventolando le bandiere dell’Ucraina. «Resteremo qui fino a quando non saranno prese decisioni», promettono.

Sirene d’allarme antiaeree in quasi tutte le regioni dell’Ucraina, nuovi bombardamenti e tentativi di rilanciare la diplomazia caratterizzano il 25esimo giorno della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Una bomba avrebbe colpito l’edificio di una scuola d’arte dove si erano rifugiate 400 persone. Inoltre, la Russia ha colpito l’Ucraina con missili da crociera provenienti da navi nel Mar Nero e nel Mar Caspio. A riferirlo è l’agenzia di stampa Interfax. Le autorità russe hanno anche affermato di aver impiegato per il secondo giorno consecutivo un missile ipersonico. Mentre sono almeno 266 i civili uccisi negli scontri nella regione di Kharkiv, nel nordest dell’Ucraina, dall’inizio dell’invasione russa e sale a 115 il numero di bambini uccisi in tre settimane di guerra (58 nella regione di Kiev), mentre altri 140 sono rimasti feriti.

La Turchia rilancia il trilaterale per la pace

La Turchia, intanto, tenta di rilanciare il proprio ruolo e gli sforzi diplomatici. Ankara si offre di ospitare un vertice trilaterale fra i presidenti russo, Vladimir Putin, ucraino, Volodymyr Zelensky, e turco, Recep Tayyip Erdogan, a riportarlo domenica mattina è l’agenzia russa Tass, che cita un’intervista del ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu al quotidiano Hurriyet. «Se si raggiunge la pace, (i tre presidenti) s’incontreranno senz’altro», aggiungendo che i leader russo e ucraino «non escludono affatto questa possibilità» né che l’incontro possa avvenire in Turchia. Ankara - dice Cavusoglu, secondo quanto riferisce la Tass - «vuole tenere il vertice trilaterale», che può essere convocato «su richiesta di due dei leader». Secondo la Turchia, sarebbero le parti sarebbero vicine a un accordo sui punti chiave. Nella giornata di lunedì 21 marzo i negoziati riprendono online.

Le perdite russe

Sul versante opposto, l’Accademia Navale russa ha riconosciuto la morte del capitano di 1° grado Andrey Palya in Ucraina. Tra i comandanti militari morti ci sarebbero già sei generali russi, sostiene il governo di Kiyv (Kiev, in ucraino), ovvero quanti sono morti in totale nei 10 anni di guerra sovietica in Afghanistan. Lo stato maggiore delle forze militari ucraine rivendica l’ “eliminazione” del 331° reggimento delle Guardie aviotrasportate “Kostroma”. In seguito a scontri intorno a Kiev, solo un militare dell’unità è sopravvissuto, ed è ricoverato in ospedale, si precisa in un post su Facebook rilanciato dalla Bbc. Nei giorni scorsi era stata data la notizia dell’uccisione del comandante del reggimento d’elite, Sergei Sukharev. Il 331° reggimento aveva partecipato all’operazione russa nel Donbass nel 2014 (a Ilovaisk), alla guerra contro la Georgia nel 2008 e a entrambe le guerre in Cecenia. Il comando russo a Belgorod, aggiunge lo stato maggiore ucraino, ha aperto una inchiesta su 10 militari della 138esima brigata di fucilieri che hanno disertato dopo che l’unità ha subito pesanti perdite durante l’offensiva contro Kharkiv.

Le forze armate russe hanno colpito 62 obiettivi militari nemici in Ucraina durante la scorsa notte, secondo il bollettino fornito dal portavoce del ministero ella Difesa di Mosca, Igor Konashenkov, citato dall’agenzia Interfax. «I bersagli messi fuori uso - dichiara il portavoce - comprendono tre posti di comando, un sistema di lancio razzi multiplo, due depositi di razzi e sistemi d’artiglieria, un deposito di carburante e 52 punti di raccolta di equipaggiamento militare». Mosca rivendica inoltre che la sua artiglieria ha colpito sei sistemi di guerra elettronica Bukovel, e di aver abbattuto un elicottero militare ucraino Mil Mi-8, sei droni e un missile balistico tattico di tipo Tochka-U, scrive ancora Interfax.

Cina: siamo dalla parte giusta della storia

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha affermato che «il tempo dimostrerà che la posizione della Cina è dalla parte giusta della storia» sulla guerra in Ucraina. «La Cina continuerà a formulare giudizi indipendenti basati sul merito della questione e in un atteggiamento obiettivo ed equo. Non accetteremo mai alcuna coercizione e pressione esterna e ci opponiamo anche a qualsiasi accusa e sospetto infondati contro» il nostro Paese, ha detto Wang Yi ai giornalisti, secondo una dichiarazione del ministero degli Affari esteri cinese riportata dai media internazionali. Wang ha affermato che «la soluzione a lungo termine è abbandonare la mentalità della Guerra fredda, astenersi dall’impegnarsi in scontri di gruppo e formare veramente un’architettura di sicurezza regionale equilibrata, efficace e sostenibile. Solo in questo modo si può raggiungere una stabilità a lungo termine nel continente europeo».

Kiev punta a 70% del raccolto nonostante la guerra

«L’Ucraina punta a raggiungere il 70% del raccolto dell’anno scorso nonostante la guerra». Rostyslav Shurma, vice capo dell’ufficio presidenziale, ha affermato che l’Ucraina sta lanciando un programma governativo per sostenere i produttori agricoli attraverso sussidi. Lo riporta il Kyiv Independent. Un decimo del grano mondiale proviene dall’Ucraina, mentre Russia e Ucraina sono collettivamente responsabili di circa l’80% della fornitura mondiale di olio di girasole. I paesi in via di sviluppo dell’Africa settentrionale, dell’Asia e del vicino oriente sono tra i più dipendenti dall’Ucraina e/o dalla Russia, portando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ad avvertire che l’invasione potrebbe portare a una crisi alimentare mondiale.


Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti