Guerra in Ucraina e fertilizzanti, allarme per gli aumenti record dei prezzi
Non si ferma la corsa dei prezzi dei fertilizzanti innescata dagli aumenti del gas che porta i listini a rincari in tripla cifra rispetto a un anno fa
di Giorgio dell'Orefice
2' di lettura
Non si ferma la corsa dei prezzi dei fertilizzanti che portano i listini a rincari in tripla cifra rispetto a un anno fa. Una fiammata innescata dall'aumento delle quotazioni del gas naturale e che con il conflitto tra Russia e Ucraina non sembra proprio aver terminato la propria corsa. Un'escalation che inoltre coincide con un momento molto importante per l'annata agraria ovvero quello dell'avvio delle semine primaverili (mais, soia e sorgo) e dalla fase di concimazione dei cereali autunnali tra i quali il più importante è di certo il grano.
A lanciare l'allarme è la Borsa merci telematica italiana (Bmti) che ha effettuato un approfondimento sui listini delle Camere di commercio e delle Borse Merci italiane. Dall'analisi emergono diffusi aumenti nella settimana che va dal 28 febbraio al 4 marzo, con un +3,8% per l'urea, attestata sugli 875 euro a tonnellata (+120% rispetto a un anno fa), e un +0,9% per il nitrato ammonico, salito sui 675 euro a tonnellata (+140% rispetto al 2021).
Gli incrementi però - sottolineano a Bmti - si estendono a tutto il comparto, interessando anche i fertilizzanti a base di potassio e fosforo, con rialzi su base annua del +112% per il cloruro di potassio e del +96% per il perfosfato triplo.
Questi risultati sono provocati dal blocco dei carichi in partenza dal Mar Nero e dal rischio di uno stop alle esportazioni di concimi da parte della Russia, in risposta alle sanzioni economiche ricevute. L'area del Mar Nero - prosegue ancora Bmti - costituisce, inoltre, uno snodo fondamentale per il commercio globale di questi prodotti, con la Russia primo esportatore mondiale e l'Ucraina che ricopre un ruolo importante per l'export dell'urea (ottavo esportatore mondiale nel 2020), principale elemento nutritivo a base di azoto per le coltivazioni.
L'Ucraina, in particolare, con una quota del 15% sul totale, è stato nel 2021 il secondo fornitore di urea dell'Italia, con circa 125mila tonnellate inviate nel nostro paese tra gennaio e novembre (+46% su base annua).
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