Guida all’analisi dei costi dei fondi pensione
La conoscenza dei costi si configura come un'informazione necessaria per operare, seppur con una certa approssimazione, una scelta consapevole nella valutazione del fondo pensione al quale aderire
di Giuseppe Argentino
2' di lettura
I costi di gestione dei prodotti previdenziali incidono sugli importi delle prestazioni erogate dai fondi pensione: l'importo delle prestazioni attese non dipende infatti solo dai rendimenti maturati per effetto della capitalizzazione dei contributi accantonati, ma anche dai costi necessari per remunerare il prodotto previdenziale. In questo senso la conoscenza dei costi si configura come un'informazione necessaria per operare, seppur con una certa approssimazione, una scelta consapevole nella valutazione del fondo pensione al quale aderire.
con l'obiettivo di fornire un'indicazione sintetica dell'onerosità dei comparti di ogni singolo fondo, la Covip ha adottato una metodologia di calcolo per determinare l'ISC (Indicatore Sintetico dei Costi), che viene pubblicato nella “Nota informativa” dei fondi pensione. L'ISC esprime il costo annuo stimato, calcolato in misura percentuale della posizione individuale, ipotizzando un aderente che versi un contributo annuo di 2.500 euro, con tassi di rendimento del 4% su base annua. In particolare, l'ISC è calcolato considerando diversi periodi di partecipazione (a 2 anni, a 5, 10 e 35 anni): al crescere dell'orizzonte temporale, i costi sul montante in corso di accumulazione tendono ovviamente a ridursi a causa della ripartizione delle spese nel tempo.
La Covip ha più volte osservato che su orizzonti temporali di lungo periodo, differenze, anche piccole, nei costi dei diversi fondi, producono un impatto rilevante sulla prestazione finale. A questo proposito, nella “Relazione annuale” presentata dalla Covip il 24 giugno 2020, si afferma che “a parità di altre condizioni, un capitale di 100mila euro accumulato dopo un periodo di partecipazione di 35 anni su un prodotto con un ISC dell'1 per cento si ridurrebbe di circa il 18 per cento (scendendo a 82mila euro) nel caso l'ISC fosse stato del 2 per cento”.
I minori costi si registrano tra i fondi negoziali, che essendo organizzazioni senza scopo di lucro, registrano solo oneri amministrativi e finanziari, presentando un ISC medio che, stando alla Relazione Covip, varia tra l'1,07% su 2 anni di partecipazione, e lo 0,26% per una permanenza nel fondo di 35 anni, mentre l'ISC medio dei fondi aperti, calcolato sui medesimi orizzonti temporali, si attesta tra il 2,33% e l'1,23%, e quello dei PIP oscilla tra il 3,86% e l'1,83%. I fondi aperti e i PIP presentano costi più elevati perché si tratta di forme previdenziali di mercato che comportano oneri determinati dalle società istitutrici per la copertura degli oneri comprensivi del collocamento dei prodotti.
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