Guida Michelin 2024, salgono a 13 i ristoranti 3 stelle in Italia
Il nuovo Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler a Brunico (da zero a tre stelle) e Quattro passi a Nerano (Napoli) di Fabrizio Mellino sono le new entry top. Cinque nuovi 2 stelle. In totale 395 locali stellati
di Emiliano Sgambato
I punti chiave
6' di lettura
Salgono a 13 i ristoranti tre stelle Michelin in Italia. Norbert Niederkofler si riprende subito, con il nuovo Atelier Moessmer di Brunico (Bz), le tre stelle perse “forzatamente” dallo storico St Hubertus a causa della chiusura per ristrutturazione dell’hotel che l’ospitava. Un risultato senza precedenti dato che lo chef altoatesino balza in un colpo solo da zero a tre stelle con una nuova apertura (e si riprende anche la stella verde, per la sua filosofica di cucina non meno importante delle altre).
Debutto invece del massimo riconoscimento per Quattro passi grazie al giovane talento di Fabrizio Mellino (figlio del fondatore Tonino che aveva conquistato le due stelle): ha il merito di riportare le tre stelle al Sud, sulla Costiera Amalfitana, a Nerano (Napoli).
«È stato più emozionante della prima volta, quasi un ottovolante in pochi mesi – ha detto Nierderkofler –. Il mio lavoro è fatto per i giovani e l’Atelier vuole essere un think tank per costruire il loro futuro. Non è più solo un ristorante, è molto di più per la formazione delle nuove generazioni. Ho 62 anni, l’età media della mia brigata è meno della metà. Mantra del nostro lavoro è il rispetto, per la persona, per la natura, per la montagna. Solo così c’è futuro, con la sostenibilità, e l’Italia ha tanti valori da esprimere e preservare».
Un piatto dell’Atelier che ha colpito gli ispettori, perché in grado di tradurre questa filosofia «con sorprendente forza al palato», è il risotto con robiola, tuorlo d’uovo grattugiato e il crescione: «Un piatto aromatico, intenso, pungente quasi a ricordare la parte aromatica del rafano ma senza l’eccessiva spinta piccante, piacevolmente equilibrato: una ricetta geniale».
Dei piatti proposti da Quattro passi agli ispettori sono piaciuti soprattutto le linguine alla Nerano, fusillone ai ricci di mare, l’agnello Laticauda e la pasticceria salata: «Si passa dalla tradizione alla modernità – spiaga la Rossa – senza mai perdere la via del puro gusto attraverso il rispetto degli ingredienti e la perfezione delle cotture».
Verso e La Rei Natura: due chef da zero a due stelle
Nella 69esima edizione della Guida Michelin Italia – la premiazione è stata ospitata per il terzo anno consecutivo in Franciacorta – non sono mancate altre sorprese: sono cinque i nuovi due Stelle (40 in totale), ma soprattutto due di questi le ricevono in un solo colpo: Verso a Milano, con in cucina i fratelli Mario e Remo Capitaneo, e La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti a Serralunga D’Alba (Cuneo), a pochi mesi dall’apertura all’interno dell’albergo Il Boscareto.
Due stelle anche per Andrea Aprea a Milano, lo chef campano d’origine e milanese di adozione già “bistellato” al ristorante Vun; per George Restaurant a Napoli con lo chef Domenico Candela nel roof garden del Grand Hotel Parker’s e per Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia, con lo chef Maicol Izzo che riceve anche il Michelin Special Award Young Chef 2024 (by Lavazza). Del resto è molto significativa la quota di giovani: tra le novità sono 11 gli chef under 35 (4 under 30) tra cui anche il neo tristellato Fabrizio Mellino (33 anni): «La Campania ha tanta biodiversità e sono dovuto andare fuori per comprendere quanto valga questo per poi tornare come chef patron», ha detto durante la premiazione.
Conferma per tutti i tristellati
«Si tratta di una edizione da record che dà la misura di una cucina italiana piena di vitalità e talento – ha commentato Gwendal Poullennec, direttore internazionale delle guide Michelin –. La selezione 2024 contempla 395 ristoranti stellati con 33 novità, tra i quali spiccano due nuovi tre stelle».
Una nuova tappa di crescita quindi per il fine dining della penisola, spesso al centro di critiche per la sua discussa sostenibilità economica, ma che a quanto pare non smette di trovare formule vincenti, come quella che legano l’enogastronomia all’ospitalità di lusso. Riconoscimenti inoltre che non possono non essere anche un fiore all’occhiello per la cucina italiana del mondo (e la sua candidatura a Patrimonio Unesco), che proprio in questi giorni viene celebrata in tutto il mondo con oltre mille eventi dedicati.
Si confermano ristoranti che “valgono un viaggio”: Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara) di Antonino Cannavacciuolo (new entry dello scorso anno), Piazza Duomo ad Alba (Cuneo) di Enrico Crippa, Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo) dei fratelli Cerea, Le Calandre a Rubano (Padova) di Massimiliano Alajmo, Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio (Mantova) di Giovanni Santini, Osteria Francescana (Modena) di Francesco Bottura, Enoteca Pinchiorri (Firenze), La Pergola (Roma) chef Heinz Beck, Reale a Castel di Sangro (L’Aquila) di Niko Romito, Uliassi a Senigallia (Ancona) e Enrico Bartolini al Mudec (Milano).
Lombardia al top, tallonata dalla Campania
Nella classifica per regioni, la Lombardia mantiene la leadership con 60 ristoranti (3 i tre Stelle, 6 i due Stelle, 51 una Stella), la Campania si conferma al secondo posto con 51 ristoranti (1 tre Stelle, 8 due Stelle, 42 una Stella), mentre sul terzo gradino del podio si trova la Toscana con 41 ristoranti (1 tre Stelle,5 due Stelle,35 una Stella). Scivola in quarta posizione il Piemonte con 40 ristoranti (2 tre Stelle,4 due Stelle,34 una Stella), mentre conferma il quinto posto il Veneto con 32 ristoranti Stellati (1 tre Stelle, 4 due Stelle, 27 una Stella).
La regione con le novità Stellate più importanti è la Campania, prima per dinamismo la Lombardia con 7 novità (2 due Stelle, 5 una Stella), mentre al terzo posto troviamo la Toscana con 4 novità una Stella.
Tutte le stelle emergenti (e qualche cadente)
Sono 26 i nuovi ristoranti che ottengono il riconoscimento del singolo macaron e in tutto sono 395 stelle distribuite in tutta la penisola. Tra queste Bluh Furore in Costiera Amalfitana con Enrico Bartolini che ne ha definito la linea gastronomica interpretata poi dallo chef Vincenzo Russo, classe 1995, che ha lavorato anche nella cucina di Antonino Cannavaciuolo. In leggera crescita (+ 3 unità) i riconoscimenti a ristoranti guidati da chef donna: Casa Mazzucchelli a Sasso Marconi (Bologna) con la chef Aurora Mazzucchelli; Ada (Ada Stifani) a Perugia, e Wood (Armanda Eriksson) alle pendici del monte Cervino.
Ecco tutte le new entry: Alici di Amalfi (Sa); Bluh Furore di Furore (Sa); Un Piano nel Cielo di Praiano (Sa); Casa Mazzucchelli di Sasso Marconi (Bo); Orma di Roma; Il Marin di Genova; Vignamare di Andora (Sv); Contrada Bricconi Oltressenda Alta (Bg); Horto Milano; Il Fagiano di Fasano del Garda (Bs); La Coldana di Lodi; Sui generis di Saronno (Va); Cortile Spirito Santo di Siracusa; Crocifisso di Noto (Sr); Votavota di Marina di Ragusa; Il Visibilio di Castelnuovo Berardenga (Si); La Magnolia di Forte dei Marmi (Lu); Osmosi di Montepulciano (Si); Saporium di Firenze; Dolomieu di Madonna di Campiglio (Tn); Ada Perugia; Elementi di Torgiano (Pg); Une di Capodacqua (Pg); Wood Breuil di (Ao); Nin di Brenzone sul Garda (Vr); Vite di Lancenigo (Tv).
Il Luogo di Aimo e Nadia a Milano e Bracali (Grosseto) perdono una delle due stelle. E sono dieci i ristoranti che sono rimasti senza: La fermata ad Alessandria, La bottega del 30 a Castelnuovo Berardenga; Pietramare Natural Food a Isola Capo Rizzuto, Il Cascinale nuovo a Isola d’Asti (dopo più di 50 anni), Tano passami l’Olio a Milano, Ma.ri.Na a Olgiate Olona, Cielo a Ostuni, La Terrazza a Roma, Casa Vicina a Torino, Pierino Penati a Viganò.
Più sostenibilità con le 13 nuove Stelle Verdi
La Stella Verde è un simbolo che contraddistingue i ristoranti in prima linea sul fronte
della sostenibilità e può essere attribuito a qualsiasi ristorante, non solo ai ristoranti
Stellati o ai Bib Gourmand. «Nell’assegnare il riconoscimento – spiegano dalla Michelin – gli ispettori prendono in considerazione molteplici fattori: la produzione delle materie prime, il rispetto del lavoro e il supporto dei produttori locali, la riduzione degli sprechi, la gestione dei rifiuti, le azioni mirate a minimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche e l’impatto della struttura sull’ambiente, la formazione sostenibile dei giovani, sono solo alcuni dei temi».
Tredici i nuovi riconoscimenti di quest’anno, su un totale di 58: Atelier Moessmer Norbert Niederkofler; Dal Pescatore; Hyle; Oasis - Sapori Antichi; Horto Milano; Saporium; Vespasia; Il Piastrino; La Cerreta; Coltivare; Grow; Radici.
Debutta il premio per il dolce
Da quest’anno debutta infine il premio “Passion Dessert”: per la prima volta in Italia i ristoranti sono premiati dalla Michelin anche per l’alta qualità delle esperienze proposte attraverso i dolci ai propri clienti. Con questo riconoscimento, la Guida intende continuare a mettere in risalto le diverse dimensioni dell’esperienza gastronomica e a riconoscere ristoranti e professionisti che condividono attraverso i loro dolci creatività, audacia ed emozioni.
Il nuovo riconoscimento è andato a: Riccardo Monco di Enoteca PInchiorri (Firenze); Davide Guidara de I Tenerumi (Salina); Gian Piero Vivalda di Antica Corona Reale (Cervere), Francesco Marchese di Fre (Monforte D’Alba), Nicola Portinari di La Peca (Lonigo), Gaetano Trovato di Arnolfo (Colle di Val D’Elsa); Angelo Sabatelli di Sabatelli (Putignano), Matteo Metullio e Davide De Pra di Harry’s Piccolo (Trieste).
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