Heckman: «Benefici sociali ed economici se s’investe in educazione di qualità»
L'intervento del Nobel durante il lancio della Carta di Fondazione Reggio Children “Educazione di Qualità, una sfida globale all'emergenza educativa”
di Redazione Scuola
4' di lettura
Investire in educazione di qualità per la prima infanzia genera benefici sociali ed economici per la società, permette “adulti più autonomi e capaci di impegnarsi nella vita in modo attivo”, persone “capaci di impegnarsi con gli altri”, che “commettono meno reati”. Lo ha detto il Premio Nobel per l'Economia James Heckman, intervenendo a distanza all'evento di Fondazione Reggio Children al Centro Internazionale Loris Malaguzzi a Reggio Emilia per il lancio della Carta “Educazione di Qualità, una sfida globale in risposta all'emergenza educativa”. Secondo il Nobel i benefici si mostrano a ricaduta persino sulle seconde generazioni. Investire nell'educazione di un bambino, inoltre, è un vantaggio anche economico per la società in termini di risparmi sul welfare: «Un euro rende il 13%».
La presentazione della Carta
In un momento cruciale, dopo le conseguenze della pandemia e l'incremento dell'emergenza educativa, l'emergere della questione demografica e i piani del Pnrr per i nuovi nidi, la Carta “Educazione di Qualità, una sfida globale” è stata presentata da Carla Rinaldi, presidente di Fondazione Reggio Children-ETS all'evento del 7 novembre scorso e si susseguono iniziative in merito. «L'educazione è la risposta a tutte le emergenze – ha affermato Rinaldi – ma occorre un cambiamento culturale nella società: riconoscere l'infanzia come soggetto di diritti, politico e sociale. Un passo indispensabile per le politiche che riguardano i bambini, le famiglie, le città. Cultura dell'infanzia ed educazione di qualità, descritte nella Carta, aiuterebbero tutte le società a vivere meglio, in Italia e nel mondo».
L’esperienza di Reggio Children
Il testo nasce dall'esperienza educativa di Reggio Emilia in dialogo con i progetti di ricerca e solidarietà di Fondazione Reggio Children e promuove l'educazione di qualità come diritto dell'infanzia dalla nascita e per tutta la vita.Al lancio della Carta sono intervenuti Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia e delegato Anci Welfare, Romano Sassatelli presidente Fondazione Manodori-Acri, Filippo Rodriguez, consigliere delegato Enel Cuore, Arianna Saulini, advocacy manager Italia – Europa, Save the Children, per Fondazione Reggio Children Harold Goethson, consigliere di amministrazione e Graziano Delrio membro del Comitato scientifico, Livio Gigliuto vicepresidente Istituto Piepoli.
L’intervento del Nobel
James Heckman, professore di Economia all’Università di Chicago, membro del Comitato Scientifico di Fondazione Reggio Children, ha compiuto a lungo ricerche a Reggio Emilia sull'esperienza educativa nota come Reggio Approach e ha formulato importanti teorie sui benefici sociali ed economici dell'educazione di qualità per la prima infanzia. L'intervento è stato pubblicato integralmente oggi sul canale You Tube della Fondazione Reggio Children (https://youtu.be/AMagkdDkbVE).
Heckman ha raccontato gli esiti della ricerca su due programmi di educazione di qualità ai quali si è dedicato per decenni: Perry Preschool Program, 1962, per bambini svantaggiati di 3-4 anni dei centri urbani e il programma ABC, anni Settanta, per bambini dalla nascita fino a un anno. Bambini di cui ha seguito l'evoluzione fino all'età adulta, creando gruppi di studio, in confronto con persone che non hanno frequentato i programmi di qualità. Parlando dell'educazione di qualità «la cosa sorprendente - racconta il Premio Nobel – è che i bambini con un'esperienza di questo tipo hanno un successo maggiore. E con maggior successo intendo che hanno una gamma molto più ampia di competenze sociali ed emotive». Ma sono anche «in grado di interagire con gli altri in modo socialmente costruttivo».
Quindi, il bambino acquisisce «un senso di scopo e un senso di sé» in modo che, a partire da questi primi anni, si sviluppa in «un essere umano che ha effettivamente autonomia, dignità e capacità di impegnarsi nella vita in modo attivo».
Benefici anche da adulti
Quando questi bambini sono diventati adulti, dice il Nobel, «vediamo molta meno criminalità, situazioni familiari molto più stabili, molta più capacità di impegnarsi nel mondo in modo produttivo». «Ma c’è anche un altro beneficio che abbiamo studiato – continua il professor Heckman - Se guardiamo ai figli di queste persone, sono essi stessi molto più produttivi, più attivi, commettono meno reati, ricevono più istruzione, hanno punteggi più alti nei test, sono molto più impegnati nella vita. C’è un effetto di seconda generazione e un effetto moltiplicatore. In questo modo il fenomeno si propaga». E l'effetto si ha anche come ricaduta esterna «per i fratellini che non frequentano il programma».
I vantaggi economici
Lo studioso riprende poi la sua nota teoria sui benefici economici e a lungo termine per una società che investe nella prima infanzia, soprattutto in termini di risparmio sul welfare. «Da scienziato sociale ed economista – dice il Professor Heckman nel suo intervento - trovo sorprendente come la gente non si renda conto che è importante dare un valore monetario a queste attività. So che alcuni non vogliono farlo, perché dicono che così si svalutano i bambini, ma non è così, è solo un aspetto di questo programma, non l'unico. È emerso che se calcoliamo ogni importo del valore unitario, ad esempio, di un euro, ogni euro investito in un bambino all'età di zero anni in un programma di qualità per la prima infanzia sarà ripagato a un tasso del 13% all'anno».
Si tratta quindi di un tasso di rendimento molto elevato, «al netto delle tasse», e un tasso di rendimento reale, che si accumula. «Non è un 13% per una sola volta, ma il 13% ogni anno per tutta la vita del bambino fino al momento della sua morte».
Quindi con l'investimento sulla qualità educativa per l'infanzia come effetti indotti «si ottengono benefici economici molto elevati, benefici sociali molto elevati e cittadini funzionanti, cittadini che si impegnano gli uni con gli altri, cittadini che si impegnano nel proprio Paese, lavorano nelle democrazie, votano, collaborano con gli altri e si danno da fare e sono molto meno intolleranti nei confronti delle differenze tra le persone. Si tratta di vantaggi enormi, che spesso vengono ignorati».
I contributi esterni
La presentazione della Carta è avvenuta con i contributi di Fondazione Manodori, Iren e Presidenza del Consiglio di Ministri - Struttura di missione per la valorizzazione degli Anniversari e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni, nell'ambito delle iniziative per il “Cinquantenario del nido comunale di infanzia Cervi, in continuità con il centenario di Loris Malaguzzi e Gianni Rodari”.
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