Economia e moda

High Heel Index: se l'economia si risolleva, crescono i centimetri dei tacchi

Si torna su ed è un preciso cambio di passo, perché crescita e decrescita di stiletti e chunky seguono le oscillazioni finanziarie. Da flat a 100 è un'impennata di ottimismo.

di Silvia Paoli

5' di lettura

Tacchi alti: un'altra vittima della pandemia? Il titolo di questo articolo apparso online sembra una provocazione: occuparsi di un dettaglio tanto frivolo al tempo del Covid. Se non fosse che la risposta è (numericamente, economicamente) rilevante. Le vendite di scarpe con i tacchi sono crollate fino al 70% (del 71% nel secondo trimestre del 2020, secondo la società di ricerche di mercato americana NDP Group), essendo crollate le occasioni sociali e di fronte alla necessità di indossare scarpe comode per mettersi in fila davanti agli hub vaccinali e via dicendo. Negli anni 2020 e 2021 le scarpe sono state sensible, e cioè pragmatiche, comode e funzionali, ma anche attente a non urtare la sensibilità comune che ci voleva tutti migliori e meno foolish; dunque anche meno sognatori e capaci di slanci. Ma, tremate di felicità, le scarpe (con i tacchi) sono tornate: votate a un miglioramento anche loro, dotate di nuovo spessore, volendo anche di un portato simbolico.

L'esperto di consumi e futurologo inglese Trevor Davis ha creato l'High Heel Index, un indicatore che associa crescita e decrescita del tacco alle oscillazioni economiche. Nelle prime fasi del declino rappresenta l'ultimo baluardo di resistenza e propensione al rischio (imprenditoriale e ortopedico), poi diventa una vittima della recessione, infine la sua ricomparsa è la prima avvisaglia della ripresa. Scott ha analizzato milioni di post e hashtag (di influencer e non solo) per constatare che il cambiamento delle scarpe va di pari passo al risollevarsi dell'economia. Ed è quindi con una certa esultanza che accogliamo il ritorno di tacchi alti e altissimi per la prossima stagione.

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Pump in vernice con tacco Blade in metallo, CASADEI (575 €).

«Mi piace immaginarlo come un atto liberatorio, un bisogno di leggerezza dopo anni pesanti», dice Cesare Casadei , direttore artistico del marchio Cadasei. «Anche se le donne non hanno mai abbandonato i tacchi, nemmeno da recluse: lo stivale più venduto in pieno primo lockdown è stato quello a gabbia, su tacco Blade». Come dice la psicologa comportamentale Carolyn Mair, autrice del saggio The Psychology of Fashion, «lo stile non esiste nell'isolamento. Gli abiti sono una forma di espressione, ma sono anche centrali nella definizione della nostra identità perché danno forma a come gli altri ci vedono». E questo non è solo uno svantaggio

Sandalo a listini in pelle silver, GIUSEPPE ZANOTTI (695 €).

Continua la Mair: «La mancanza di visibilità può essere positiva per alcune donne, specie per quelle che non possiedono i canoni della bellezza socialmente più gradita. Può significare venir giudicate per i propri pensieri e idee piuttosto che dal proprio aspetto». Dopo aver approfittato dello zoomwear e delle scarpe piatte per dimostrare che siamo più di quanto sembriamo, è ora di tornare a una dimensione più d'immagine. «Gli esseri umani sono creature visuali», continua la Mair. «La metà del nostro cervello viene usata per elaborare informazioni che arrivano dall'osservazione. Quando non abbiamo la possibilità di presentarci al mondo e ricevere feedback, perdiamo un importante strumento per chiarire e negoziare la nostra identità». Se il tacco alto è sempre stato associato a seduzione e potere, l'immaginario legato a questo elemento distintivo pare assumere nuove connotazioni: «Dopo due anni molto complessi, che hanno quasi annullato le occasioni per stare insieme e socializzare, il tacco simboleggia il ritorno alla vita e ai rapporti sociali», dice Giuseppe Zanotti , designer del marchio omonimo. «È la voglia di godersi ogni momento con spensieratezza: ce n'è tanto bisogno. E c'è anche un pizzico di sana vanità nei tacchi, perché sono sempre stati legati all'idea di bellezza e sensualità». Per Ada Kokosar, consulente moda e styling e fondatrice del brand di scarpe Midnight 00 , «l'immaginario che si lega al tacco sottende una volontà di cambiamento, un desiderio di uscire dalla pandemia, di tornare a incontrarsi, frequentarsi, divertirsi. La scarpa femminile ha sempre avuto una valenza psicologica importante, ma ora coincide con un bisogno di affermazione, di forza, di disinvoltura». Secondo Kokosar proprio perché le occasioni di vedersi e incontrarsi sono comunque meno frequenti, la scarpa diventa ancora più speciale ed è uno strumento di affermazione femminile, più rivolta al mondo girlfriend che a quello maschile. «I colori sono shocking: viola, fluo, arancio, verde smeraldo, e la scarpa è ingioiellata; ha catene, cristalli, si fa notare, e rivendica una femminilità più gioiosa e ironica».

Scarpa iconica in pelle ricoperta con tulle, MIDNIGHT00.

Sandalo stiletto in pelle metallizzata con struttura cromata e plexi, GIANVITO ROSSI (790 €).

Per Gianvito Rossi , designer dell'omonimo marchio, altezza e colore sono i connotati del futuro. «Il tacco è di per sé un moto verso l'alto, rappresenta un'idea di slancio. In questo caso è simbolico di una ripartenza verso il futuro: i colori accesi e metallizzati ne esaltano l'entusiasmo per uno sperato ritorno alla libertà e alla socialità». Precisa ancora Giuseppe Zanotti: «I colori sono tanti, ma tutti super vivaci. Dai fluo – che la scarpa elegante da donna ha mutuato dallo sportswear – ai classici, passando per le tinte metalliche. Il tacco è sottile e in varie altezze, oppure scultoreo, di design. Il minimo comune denominatore è la voglia di giocare, di essere spensierate».

Sandali in pelle tagliata da un unico pezzo, SANTONI.

«Io associo sempre il tacco a divertimento, sensualità, leggerezza ed eleganza», dice Giuseppe Santoni , ceo del brand Santoni. «Anche per questo sosteniamo un ritorno del tacco in tutte le sue interpretazioni, dal kitten heel fino allo stiletto passando per il chunky, pratico e quotidiano». Colore e forma si contagiano a vicenda nella ricerca della felicità. Per Edgardo Osorio, fondatore e designer del brand Aquazzura , la stagione Spring/Summer 2022 sarà connotata da linee sensuali: «Sandali da annodare alla caviglia, slingback e pump affusolate, da scegliere giocando con l'effetto nude del plexi. Per il colore ho puntato su nuance forti e brillanti, colori saturi che mettessero allegria». Per Casadei «il tacco è il Blade, ormai da 10 anni. Si adatta a ogni forma, materiale e colore. Ci sono voluti sei mesi di prove per poterlo produrre, perché era talmente fine che si rompeva a ogni test, però è e rimane il nostro best seller. Lo amo nella variante optimistic pink in vernice, che asseconda l'effervescenza della speranza in tempi migliori».

Pump Mirror, in camoscio con tacco 105 in plexi, AQUAZZURA.

Pigalle di Christian Louboutin in vernice (575 €).

Con 18 anni di successi, la Pigalle di Christian Louboutin , è la prova che il tacco alto può vincere la sfida del tempo, specie se la scarpa è così essenziale da suggerire l'idea di una calzata, più che la calzatura stessa. Dice Louboutin: «È una scarpa che esiste senza esserci: in un certo senso, è solo altezza e punta del piede. La sua natura iconica è data dall'essere ridotta all'essenziale: una linea affilata e un lato vertiginoso». La versione più attuale si chiama Kate (la nuova Pigalle) e nelle parole del suo creatore «ha uno stile affilato, semplice, ma allo stesso tempo complesso». Sebbene esista in molte varianti di materiali e colori, è lo stesso creatore a riconoscere alla vernice nera una supremazia indiscussa, «perché il colore della suola e la precisione del design raggiungono nel nero il massimo dell'espressività».

Che non è solo un fatto di stile, ma anche di postura e modo di incedere, come sanno bene i creatori di scarpe. Dice Giuseppe Zanotti: «Il tacco slancia la figura e modifica il portamento, che diventa più fiero. Sono principi quasi architettonici. Oggi una donna con i tacchi ha i piedi ben ancorati a terra ed è concreta, ma allo stesso tempo sogna e aspira all'alto». Anche Edgardo Osorio di Aquazzura è d'accordo: «I tacchi cambiano il modo in cui ci si muove. Influenzano persino il modo in cui una donna si sente e si comporta. Senza dubbio sono l'unica cosa in grado di elevare un outfit e renderlo immediatamente cool». Insomma i tacchi sono in grado di condizionare anche uno dei nostri segni più distintivi: la camminata. Il Gait Recognition System è un sistema di riconoscimento biometrico che ci identifica dal nostro incedere, quasi un'impronta digitale. Ecco, adesso avete un argomento in più per contraddire chi dice che un tacco è solo un tacco.

Pump Rosie, in raso con cristalli, AMINA MUADDI (835 €, su Mytheresa).

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