Hirst brucia mille opere di carta per salvarne il valore in Nft
Nella performance The Currency arse le prime mille opere acquistate dai collezionisti. Potrebbero essere andate in fumo 10 milioni di sterline, ma la tecnologie le salverà
di Marilena Pirrelli
I punti chiave
2' di lettura
Damin Hirst ha bruciato mille delle sue opere della serie ’Spot Paintings’ dopo averne venduto le versioni Nft. È l’ultimo atto della sua performance «The Currency» lanciata nel luglio 2021, nella quale ha venduto 10.000 Nft che corrispondono a 10.000 opere d’arte originali dell’artista di Bristol.
Su richiesta di Hirst gli acquirenti degli “Spot” della sua ultima collezione avrebbero dovuto scegliere tra l’opera d’arte fisica o l’Nft che la rappresenta. A coloro che avrebbero scelto gli Nft è stato detto che il pezzo fisico corrispondente sarebbe stato distrutto. Il rogo delle opere si è svolto all’apertura della mostra ’The Currency’, Hirst indossava pantaloni della tuta da lavoro in metallo argento e guanti antincendio, mentre raccoglieva i pezzi e li bruciava in una sorta di caminetto nella Newport Street Gallery di Londra, dove dal 23 settembre e fino al 30 ottobre è esposta la mostra. Alla domanda su come si sentiva a bruciare le opere, Hirst ha risposto: «È una bella sensazione, meglio di quanto mi aspettassi».
La scelta
Un portavoce della Newport Street Gallery ha dichiarato che 5.149 acquirenti hanno optato per le opere originali, mentre 4.851 hanno scelto gli Nft. Gli acquirenti degli Nft sono stati informati che le opere fisiche della versione digitale non scambiate sarebbero state distrutte. All’inizio della settimana Hirst ha comunicato ai suoi follower su Instagram che martedì 11 ottobre avrebbe bruciato le prime 1.000 opere. Gli Sport Nft, che raffigurano pallini colorati, sarebbero stati venduti per 2.000 dollari (circa 1.800 sterline) ciascuno.
La diretta
In diretta streaming, Hirst e i suoi assistenti hanno usato delle pinze per depositare i singoli pezzi impilati nei camini della galleria, mentre gli spettatori assistevano all’evento. I dipinti saranno bruciati progressivamente fino al 30 ottobre. “The Currency” è un esperimento che, secondo Hirst sfida: «Il concetto di valore nell’arte dal momento che costringe chi acquista a ragionare sulle diverse caratteristiche delle opere».
Il valore si trasforma
Nella sostanza identiche, ma differenti per medium e conseguente presenza estetica, è stato stimato che le opere bruciate valessero complessivamente quasi 10 milioni di sterline. «Molte persone pensano che io stia bruciando milioni di dollari di arte, ma non è così – ha detto Hirst che più volte si è interrogato sul valore dell’arte nella società capitalista –. Sto solo completando la trasformazione di queste opere d’arte dalla versione fisica a quella Nft», del resto non è il primo artista ad aver usato il fuoco per realizzare opere d’arte, in questo caso per assenza e trasformazione. «Il valore dell’arte, digitale o fisica, che nel migliore dei casi è difficile da definire, non andrà perso – prosegue Hirst –, ma sarà trasferito agli Nft non appena i dipinti su carta saranno bruciati».
Le opere sono state create nel 2016 con vernice a smalto su carta fatta a mano e ciascuna numerata, titolata, timbrata e firmata. Prima di bruciare ogni opera d’arte, Hirst l’ha mostrata a una telecamera per registrare il suo codice univoco in modo da tenere traccia di ogni pezzo dato alle fiamme, sperando che la tecnologia Nft e video sia più duratura delle fiamme e di un esile foglio di carta!
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