Hollywood in sciopero: dagli animatori Disney al Reagan sindacalista, breve storia sindacale del cinema americano
Dagli animatori della Disney al Reagan sindacalista: quella in corso è soltanto la 21esima agitazione dell’industria cinematografica più grande del mondo
di Francesco Prisco
I punti chiave
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La storia del cinema americano è piena di scioperi. No, non è ai cortei rappresentati in film come Fronte del porto, Reds e The Irishman che ci riferiamo, ma ad agitazioni vere e proprie aventi per protagonisti quelli che abitualmente stanno davanti o dietro la macchina da presa: attori, sceneggiatori, maestranze, musicisti e persino animatori di cartoni animati. Lo sciopero Sag-Aftra e Writers Guild of America che in questi giorni coinvolge attori e sceneggiatori che lamentano paghe basse e mostrano preoccupazioni per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei film è insomma soltanto il 23esimo della storia di Hollywood. Riavvolgiamo insieme la pellicola.
Lo sciopero contro le forze armate nei film
La nostra storia parte nel 1936, quando la Mecca del cinema è ancora giovane e l’invenzione del sonoro una roba recente: a prendersi le prime pagine dei giornali è uno sciopero dei lavoratori di Hollywood aderenti all’American Federation of Labor contro il coinvolgimento di esercito e marina statunitensi nella produzione dei film. Erano anni in cui al di qua dell’Atlantico c’era un tizio che diceva che «il cinema è l’arma più forte».
In America andavano persino oltre: per le scene di massa coinvolgevano direttamente soldati e marinai sulla base di accordi tra major e Pentagono, così da risparmiare paghe di attori veri. Con il coinvolgimento degli Usa nella Seconda guerra mondiale, le major restituiranno il favore realizzando memorabili pellicole a sostegno della casa degli Alleati.
Quando Disney delocalizzò in Sudamerica
Proprio gli anni della guerra furono un periodo molto caldo sul fronte sindacale. Nel 1941, per esempio, ci fu lo sciopero degli animatori Disney che lamentavano scarsa retribuzione e poca visibilità. Tradotto: noi fatichiamo per un pugno di dollari, Walt Disney si firma i film e vince gli Oscar. Come la risolse quel vecchio volpone di Walt? Prendendo l’aereo per il Sudamerica: lì la manodopera a basso costo non è mai mancata. Hasta siempre la delocalizzazione, che porta alla nascita di nuovi personaggio (José Carioca e Panchito) e all’uscita di titoli esotici come Saludos Amigos (1942) e I tre caballeros (1944).
«Casablanca» e la serrata dei musicisti
Il primato di sciopero più lungo della storia di Hollywood spetta a quello dei musicisti che va avanti addirittura per 13 mesi, dal ’42 al ’44. La musica era un pezzo fondamentale del successo di un film, come dimostrava il caso di As times go by in Casablanca (1942). A spartisti la torta, tuttavia, erano soltanto le majors del cinema e quelle della musica. Che spesso e volentieri coincidevano: vedi alla voce Warner Bros.
L’agitazione si concluse senza grossi danni per le major che continuavano a vendere dischi di colonne sonore e senza conquiste significative per i musicisti. Effetto collaterale: iniziò il declino dell’era delle big band del jazz che trovavano nel cinema una delle principali fonti di introiti.
Ronald Reagan, è nata una stella (della politica)
Per trovare il primo sciopero degli attori bisogna andare al 1952, quando la neonata Sag-Aftra incrociò le braccia per due mesi e mezzo perché era nata la televisione e, con la televisione, gli spot televisivi. Senza che venissero a monte stabilite le regole d’ingaggio del coinvolgimento degli attori negli spot televisivi. Gli attori concederanno il bis nel 1960 con un altro mese e mezzo di sciopero per la vertenza sulla cessione in licenza dei film.
Curiosità: tra le uscite rimandate a causa della vertenza, Va nuda per il mondo (1961) con Gina Lollobrigida. Altra curiosità: chi era il leader del movimento degli attori nei primi loro cortei della storia? Un bel ragazzone dell’Illinois, già protagonista di Bonzo la scimmia sapiente (1951). Un tizio fissato con le libertà individuali: tale Ronald Reagan. Non male nelle trattative, il ragazzo: da grande potrebbe fare politica...
Gli scioperi di sceneggiatori e registi
Nel 1960 si registra anche il primo sciopero degli sceneggiatori: il bersaglio erano i network televisivi, dai quali ottennero diritti più alti e... una pensione, ché pure se vivi a Hollywood non si sa mai nella vita. Categoria decisamente meno agitata è, invece, quella dei registi, se è vero che fecero un solo sciopero (nel 1987) e si concluse dopo appena tre ore con tante scuse da parte delle case di produzione. Si sa, del resto, che il mestiere del regista è quello più simile al mestiere di Dio.
L’ultimo sciopero degli attori, prima di quello attuale, risale al 2000 e ha a che fare con i compensi per le apparizioni negli spot televisivi (aridaje), mentre il precedente più immediato per gli sceneggiatori risale al biennio 2007-2008, quando si discuteva della transizione digitale di titoli realizzati per il cinema e per la Tv. Transizione su Dvd: è l’altroieri ma pare quasi un secolo fa. Perché si tornasse tutti insieme, compatti, sulle barricate bisognerà aspettare il 2023, anno non banale considerando il centenario della scritta Hollywood. Quale miglior modo per festeggiare di una bella serrata?
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