Homi a Milano: design e creatività sfidano la crisi del consumi
La manifestazione dedicata agli oggetti, alle decorazioni e accessori per la casa conferma la centralità dell’abitare per gli italiani e non solo: nel 2022 il commercio mondiale del comparto «home» ha sfiorato i 160 miliardi
di Giovanna Mancini
I punti chiave
4' di lettura
Nonostante l’incertezza dei tempi, il mercato dei prodotti legati alla casa e all’abitare sembra non conoscere crisi. Certo: l’inflazione incide sulle scelte dei consumatori, rallentando gli acquisti, che speso vengono posticipati per dare priorità al pagamento delle bollette e dei beni di prima necessità. Ma questo tema incide marginalmente sui prodotti di alta gamma e di design – segmento su cui si posiziona la maggior parte delle aziende manifatturiere italiane – e sul comparto dei complementi, degli oggetti e degli accessori, quello per intendersi che in questi giorni è protagonista a Homi, la manifestazione dedicata all’abitare e agli stili di vita organizzata da Fiera Milano.
Una manifestazione che – dopo i rinvii, i posticipi e gli adattamenti imposti dalla pandemia – sta investendo per darsi una nuova e ben definita identità, anche per distinguersi dalle due principali fiere europee del settore, decisamente più forti per numeri: la francese Maison&Objet, appena conclusasi a Parigi con oltre 2.300 espositori e 67mila visitatori da tutto il mondo (per il 45% esteri); e la tedesca Ambiente, che si terrà a Francoforte dal 3 al 7 febbraio, con più di 4.500 espositori da 160 Paesi.
Homi: sfida sulla qualità, non sulla quantità
Homi ha numeri completamente diversi (517 i brand presenti, per il 40% esteri, e 340 gli stand), ma anche gli obiettivi e il posizionamento della manifestazione sono differenti, come spiega Emanuele Guido, exhibition director della business unit Lifestyle di Fiera Milano. «Il nostro obiettivo è quello di prediligere la qualità degli espositori e dei buyer, rispetto ai grandi numeri – spiega Guido –. Anche per questo abbiamo cambiato la collocazione temporale della fiera, che di solito iniziava di venerdì e si concentrava sui piccoli negozianti, aprendo di giovedì, in modo da attrarre nei primi due giorni soprattutto i grandi rivenditori».
L’esperimento sembra riuscito: i padiglioni erano animati da un bel movimento di visitatori, raccontano gli espositori intervistati dal Sole 24 Ore, favorito anche da un mercato della casa che per due anni è cresciuto a livelli straordinari. Secondo i dati raccolti da Export Planning, il commercio mondiale del comparto Home ha confermato nel 2022 i buoni risultati del 2021 (+24,5%) e dovrebbe raggiungere il record di 158,1 miliardi di euro, il doppio di dieci anni fa. Nonostante il rallentamento atteso per il periodo 2023-2026, le prospettive di crescita restano interessanti, soprattutto per le aziende che si posizionano sul segmento alto del mercato e che investono in modo strutturale sull’internazionalizzazione.
Crisi dei consumi? Sì, ma la casa è ancora al centro
Secondo i dati della 5ª edizione dell’Osservatorio CasaDoxa, che fotografa i cambiamenti in atto nella società e nelle case degli italiani, l’ambiente domestico continua infatti a ricoprire un ruolo centrale. Le abitudini sono cambiate dopo la pandemia e in casa si passa molto più tempo rispetto a qualche anno fa. Secondo i dati Doxa molte persone desiderano una stanza in più (36%), dove poter lavorare indisturbati, o trovare spazio per allenarsi e tenersi in forma. I pasti si consumano più di frequente in casa (+33% a pranzo, +36% a cena) e si condividono più di prima con amici e parenti. Anche il tempo dello svago come la visione di film e serie (+42%) è decisamente più casalingo.
«La casa ha assunto una forte rilevanza perché diventa il fulcro del nostro nuovo progetto esistenziale – commenta Paola Caniglia, head of Living & Retail di BVA Doxa –. Una diversa attenzione al tempo, al lavoro, al digitale e alla sostenibilità ha messo in discussione i nostri tradizionali percorsi di vita e ci indica che è in corso un ribaltamento della prospettiva gravitazionale casa-lavoro».
Homi, grazie alle proposte dei brand espositori, ma anche attraverso eventi e momenti di approfondimento dedicati agli addetti ai lavori, intende farsi interprete e anticipatore di queste tendenze e fornire ai professionisti del settore (in particolare i negozianti) gli strumenti e le soluzioni per cavalcare le trasformazioni della società.
Sostenibilità e innovazione: ecco dove va il comparto
«Uno degli aspetti caratterizzanti di questa edizione di Homi è dare visibilità alle giovani realtà imprenditoriali dei distretti produttivi tradizionali del made in Italy – spiega Emanuele Guido –. Ai giovani e alle pmi che hanno voglia di proporsi e reinventarsi guardando ai valori che oggi più identificano sia i loro prodotti, sia i consumatori a cui si rivolgono. Centrale, ad esempio, è il tema della sostenibilità, dell’attenzione a tutti i fattori produttivi, alla creatività e anche a uno storytelling in cui il prodotto non è solo il prodotto di per sé, ma tutto il racconto che c’è attorno all’esperienza e all’utilizzo del prodotto stesso».
In tema di sostenibilità, uno dei marchi che meglio rappresenta – da sempre e quasi per Dna – questa crescente tendenza è Riva1920, storica azienda di arredo della Brianza, che conta però nel suo portafoglio prodotti anche oggetti di piccole dimensioni – come gli sgabelli – e collezioni di oggetti e regalistica. È con questi che l’azienda partecipa a Homi, che si rivolge a un pubblico diverso rispetto a quello del Salone del Mobile, spiega i ceo maurizio Riva.
«Homi rappresenta il punto di incontro di tutto il mondo del retail italiano, quindi per noi, essendo soprattutto presenti sul mercato Italia, è il momento per incontrare tutti i nostri diretti clienti negozianti in giro per l’Italia – dice Silvia Arienti, titolare di Baci Milano –. Abbiamo sempre fatto questa fiera e saremo anche a Francoforte, ma qui cerchiamo soprattutto contatti con il mercato nazionale».
Per Trebonn, azienda di accessori per la cucina nata nel 2020, è la seconda edizione e il titolare, Cesare Bonardi, si dice soddisfatto: «Il nostro obiettivo è farci conoscere e allargare il nostro giro di contatti, essendo una realtà molto giovane. Siamo stati anche a Maison&Objet e saremo anche ad Ambiente». Un’avventura imprenditoriale avviata perché «La cucina è un settore che ci consente di essere creativi e realizzare cose nuove - spiega Bonardi –. Pensavamo e pensiamo tuttora che ci sia spazio per fare innovazione e tutti i nostri prodotti hanno questo intento, cioè creare qualcosa di diverso da quello che già esiste, mischiando un design particolare con modalità di utilizzo inedite, per dare vita a oggetti che abbiano qualcosa da dire. Il momento non è dei più favorevoli, ma visto l’entusiasmo degli interlocutori con cui ci confrontiamo, siamo molto fiduciosi per il futuro».
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