TEST RIDE

Honda Africa Twin 1100, il deserto in città

La Honda Africa Twin model year 2020 ha un motore più grande e potente, un'elettronica migliorata ed è più leggera:abbiamo provato la versione “turistica”, la Adventure Sports, con cambio a doppia frizione Dct, in vendita a 20mila euro

di Gianluigi Guiotto

4' di lettura

Da quando è tornata nel 2015 a rinvedire i fasti del primo modello prodotto dal 1988 al 2002, la Honda Africa Twin ha infiammato il cuore degli appassionati delle grandi tuttoterreno: moto robuste in grado di affrontare il tragitto quotidiano casa-lavoro, le vacanze in due a pieno carico e anche qualche puntata in fuoristrada, anche difficile. Con il model year 2020, la Casa giapponese ha rinnovato profondamente la sua best seller, mettendo mano a motore, ciclistica ed elettronica. Due ora le versioni tra cui scegliere: il modello standard (15mila euro), orientato al fuoristrada più impegnativo, e la versione Adventure Sports (19mila euro), allestimento turistico destinata ai grandi viaggi con cupolino maggiorato e un serbatoio maggiorato da 24,8 litri.

Honda Africa Twin, le foto della prova

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Più potenza e leggerezza
Il bicilindrico parallelo – ora Euro 5 – è stato riprogettato. La cilindrata è aumentata da 998 a 1.084 cc con un incremento della corsa. Sono nuovi distribuzione, camere di scoppio, alimentazione, cilindri, contralberi e sistema di scarico (il suono è ancor più emozionante). Aumentano la potenza (da 95 a 102 cv) e la coppia (da 99 a 105 Nm). Quanto al telaio, il doppio trave discendente con semi-doppia culla sdoppiata è stato interamente ridisegnato e alleggerito (ora la moto pesa 4 kg in meno: 226 kg la versione standard col pieno di benzina); il telaietto reggisella è ora in alluminio, imbullonato e più leggero e nuovo è anche il forcellone in alluminio, derivato da quello della CRF450R da cross. Il risultato del taglio di peso è un abbassamento del baricentro della moto, che è diventata ancor più maneggevole. Confermata anche la versione dotata di cambio automatico-sequenziale con doppia frizione Dual clutch trasmission (costa 1.000 euro, ma la consigliamo). Reparto sospensioni: la forcella Showa con 230 mm di escursione per il cerchio da 21” è completamente regolabile nell'idraulica, così come il monoammortizzatore con leveraggio Pro-Link che offre un'escursione di 220 mm alla ruota da 18”.

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Elettronica allo stato dell'arte
Grande passo in avanti anche per l'elettronica per l'Africa Twin 2020: la nuova piattaforma inerziale Imu a sei assi coordina il lavoro del controllo di trazione regolabile su 7 livelli, del controllo dell'impennata (tre livelli) e dell'Abs cornering con due mappature (Road e Off Road), che riconosce quando la moto è in piega e adegua la frenata, e della funzione antisollevamento della ruota posteriore. Sei sono ora i riding mode a disposizione: a Giro Turistico, Città e Ghiaia si aggiungono il Fuoristrada (G) e due mappe personalizzabili. Utile nelle lunghe trasferte autostradali il cruise control, ora di serie.

In sella
Abbiamo provato su strada la versione Adventure Sports con cambio Dct. Seduti sull'Africa Twin si assume una posizione naturale, con il busto eretto e le braccia in posizione rilassata, a 870 mm da terra. Rispetto alla vecchia versione, la posizione è più rialzata ma i fianchi sono stati alleggeriti e ristretti in modo che un po' tutti riescono a mettere almeno un piede saldamente a terra. Un'occhiata ai blocchetti dà subito l'idea di come sia cambiata l'elettronica della moto: nel nostro allestimento sulla sinistra ci sono ben 16 pulsanti per gestire tutti l'elettronica di bordo (c'è anche una leva che potrebbe ricordare la frizione se non fosse lontanissima dalla manopola: è invece quella del freno di stazionamento che blocca la ruota posteriore). Molto bello il display touch screen da 6.5” che costituisce la strumentazione e si riesce a usare anche con i guanti indossati; integra l'Apple CarPlay e può collegarsi allo smartphone via Bluetooth.

Come va
L'impostazione è da fuoristrada, perfetta quindi per le strade delle nostre città: buche, tombini e pavè si digeriscno senza alcun risentimento per la schiena del pilota. Ci è parsa ancora più agile nei cambi di direzione e nelle manovre cittadine: merito evidentemente del nuovo telaio che ha abbassato il baricentro. Anche sullo sterrato (non l'abbiamo messa alla prova nel fuoristrada vero) l'Africa Twin è facile e rapida, sempre con reazioni prevedibili. Il nuovo motore, poi, offre potenza in abbondanza a qualunque regime, ma non è mai rabbioso, anche se la mappatura Fuoristrada su terra richiede un po' di esperienza perché la risposta è immediata (impostando Ghiaia la faccenda si semplifica); su strada, allunga fino a 8mila giri senza alcun buco e mostra la cattiveria giusta. Del cambio Dct c'è poco da dire: qui è giunto alla sua massima espressione. Bisogna provarlo per capire (e non lasciarlo più): ora sceglie i rapporti anche in base all'inclinazione della moto grazie all'Imu e impostato su uno dei tre livelli S, “ragiona” come... un motociclista inserendo la marcia proprio quando serve (il D è ancora troppo conservativo, da autostrada). La Adventure Sports monta inoltre di serie le sospensioni Showa Eera (Electronically equipped ride adjustment), impostabili su tre modalità, che “capiscono” il terreno su cui si sta viaggiando e adeguano la risposta; inoltre, il precarico molla del posteriore può essere regolato elettronicamente anche da fermo per adattarsi al carico, a seconda che si viaggi da soli o con passeggero e bagaglio. In frenata, poi, è molto attutito il beccheggio tipico delle enduro con sospensioni ad ampia escursione. Infine, l'autostrada: il riparo offerto da parabrezza (regolabile manualmente) e carena è ottimo, senza alcuna turbolenza.

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