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Hotel e compagnie aeree ko dopo lo stop americano ai voli europei

In Borsa i titoli del settore viaggi scendono ai minimi dal 2013. Le compagnie avevano già cancellato centinaia di voli isolando anche l’Italia

di Mara Monti

Le code per raggiungere l’area della TSA immigration completamente vuote nell'aeroporto internazionale John F. Kennedy di New York (Reuters)

3' di lettura

E’ arrivata come una doccia fredda lo stop imposto dal presidente americano Donald Trump ai voli dall’Europa agli Stati Uniti per un mese, esclusa la Gran Bretagna per tentare di contenere la pandemia di coronavirus. I primi a pagarne le conseguenze sono i titoli delle compagnie aeree, hotel, operatori turistici e in generale del settore viaggi che scendono ai minimi dal 2013. Il sottoindice Stoxx 600 Viaggi fa segnare la peggiore prestazione a livello europeo con un calo del 10%, su cui pesano nomi come Air France-KLM (-11,04%), Lufthansa (-9,98%), British Airways attraverso la holding Iag (-8,62%) nonostante la compagnia britannica sia quella meno colpita dal provvedimento americano dal momento che partire da Londra per gli States non sarà vietato. Giù anche le compagnie low cost come easyJet (-5,73%), Ryanair (-3,86%) e Wizz Air (-8,3%).

In forte ribasso anche le compagnie aeree Usa nelle negoziazioni pre mercato: American Airlines fa segnare -13,84%, United Airlines -10,21% e Delta -11,48%. Tornando alle Borse europee, soffrono anche altri titoli del settore viaggi, come i gestori aeroportuali Fraport (-5,98% a Francoforte) e Aeroports de Paris (-9,29% a Parigi), oltre a Dufry (-12,1% a Zurigo). Negativi i titoli delle catene alberghiere come InterContinental Hotels Group e Accor oltre agli operatori Carnival il cui titolo sta perdendo il 9,45 per cento.

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Lo scenario che si sta delineando è paragonabile solo a quanto avvenne dopo l’11 settembre, forse peggio facendo prevedere una crisi tra le peggiori degli ultimi 40 anni. Gli operatori si stanno preparando e uno ad uno stanno rivedendo le previsioni sui bilanci di quest'anno, ma una previsione a questo punto è molto difficile. Anche perché la crisi è arrivata a poche settimane dalle feste pasquali, un periodo di alta stagione in quanto corrisponde al primo lungo break dopo la pausa natalizia.

Le compagnie già prima della decisione americana avevano cancellato migliaia di voli in tutta Europa e soprattutto dall’Italia rimasta isolata: gli ultimi voli sono previsti venerdì da Ryanair. Quello che fa paura non è soltanto la fase contingente legata alla crescente diffusione del virus in Europa, ma soprattutto il crollo delle prenotazioni per i prossimi mesi stimate circa nel 79 per cento. A questo dato già drammatico si aggiunge quello sul calo del fatturato che per la Iata, l'associazione internazionale delle compagnie aeree. vale circa 113 miliardi di dollari. Di fronte a questo scenario, le aerolinee stanno reagendo con misure come il congedo non retribuito dell'equipaggio, il congelamento degli aumenti di stipendio e piani per il fermo degli aerei.

Tutto questo prima della decisione americana dirompente per il settore dei viaggi già colpito per i timori del diffondersi del virus. Da più parti si chiede un intervento sul settore che così rischia il collasso. Tra i vettori statunitensi, American Airlines potrebbe essere relativamente risparmiata per via della sua alleanza con British Airways e della sua ampia quota di traffico verso Regno Unito.
Diverso è discorso di Delta Air Lines, partner di Air France-KLM ma che può contare solo su Virgin Atlantic come partner britannico. Sta di fatto che con la notizia della diffusione del virus in Europa, i voli sarebbero comunque vuoti.
American Airlines ha dichiarato di essere in contatto con il governo degli Stati Uniti mentre Delta ha dichiarato che avrebbe rinunciato alle tariffe di modifica della prenotazione per i clienti che viaggiano da, verso l'Europa e la Gran Bretagna fino al 31 maggio, mentre per tanti il sogno di una vacanza svanisce.

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