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Hotel, l’Italia fa gola a investitori e grandi catene

Secondo la ricerca Thrends si è passati da 1.324 alberghi ai fine 2013 a 2.105 a chiusura del 2022

di Paola Dezza

3' di lettura

L’Italia fa gola alle catene alberghiere. E agli investitori, anche se il boom di acquisizioni realizzate pre-Covid non si replicherà nemmeno quest’anno, complice una situazione economia e geopolitica complessa che induce alla cautela. Quei 3,2 miliardi di euro di volumi del 2019 richiederanno tempo prima di essere di nuovo raggiunti. Le grandi catene continuano a credere nel nostro Paese e nelle sue potenzialità nel settore turistico tanto che, come rilevato da Thrends nel suo decimo report sul settore, negli ultimi dieci anni (dal 2013 al 2022) le catene alberghiere in Italia hanno incrementato la loro presenza.

La crescita ha visto un incremento da 1.324 hotel di fine 2013 a 2.105 a chiusura del 2022, per la prima volta superando la soglia delle 2.000 strutture, per un totale di 210mila camere. «Il censimento ha restituito una immagine dell’ospitalità italiana molto dinamica: nell’ultimo decennio il comparto ha intrapreso una decisa evoluzione nei modelli di sviluppo e crescita, più decisa di quanto direttamente visibile a livello immobiliare, con un consolidamento sempre più marcato e vicino a dinamiche europee e dei mercati anglosassoni - recita il report -. In massima sintesi, nel decennio, gli hotel sono passati da poco oltre 1.300 a 2.100 (+59%), mentre le camere da 146mila ad oltre 210mila (+44 per cento)».

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Il tasso di penetrazione delle catene alberghiere (in termini di hotel) è quindi passato dal 4% del 2013, valore molto modesto a confronto con le dinamiche di altri player mondiali del turismo, al 6,6% di oggi. Ma in termini di camere, la crescita è molto più marcata, perché le catene hanno iniziato ad accettare, nella loro espansione, anche dimensioni più ridotte, caratteristiche del panorama immobiliare italiano: le camere di catena erano il 13,4% del totale nel 2013 e sono oggi quasi il 20% (19,7 per cento).

IL QUADRO DEL SETTORE
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Oggi in Italia una camera d’hotel ogni cinque appartiene o è gestita da una catena. In un panorama che resta ancora molto legato alle famiglie proprietarie e risulta pertanto frazionato.

«La dimensione media delle strutture di catena passa da 110 camere del 2013 alle 100 di oggi: un notevole abbassamento della soglia minima dovuto al proliferare dei brand lifestyle, meno rigidi in termini dimensionali e anche quindi più adatti al tessuto immobiliare e ricettivo italiano» spiega Giorgio Ribaudo, ideatore della ricerca -. La pressione dei player globali sull'Italia non è mai stata così evidente e sono impressionanti i numeri relativi ai brand presenti: alla chiusura del censimento si contano 152 brand internazionali presenti in Italia, erano “solo” 75 appena dieci anni fa, una crescita del 100 per cento».

Per citare gli ultimi arrivi Cipriani a Milano, che ha aperto un club con stanze di albergo e ristoranti, Rosewood che aprirà sempre a Milano in via Borgonuovo 2, in un palazzo del gruppo Statuto, e ancora Rocco Forte che prepara la sua prima struttura milanese in via Statuto. Non solo. L’arrivo recente di Portrait Milano della famiglia Ferragamo ha rivitalizzato il capoluogo lombardo, mentre a Roma si susseguono aperture e ristrutturazioni importanti. Nella capitale diventerà hotel Rosewood l’ex sede di Bnl in zona via Veneto, ma si vocifera anche dell’arrivo di Mandarin Orientale negli ex villini Unicredit. Prima dell’estate è stato invece inaugurato il W di Marriott in viale Liguria in un edificio acquistato da Kingstreet.

Anche il numero dei resort continua a crescere complice il trend inaugurato con la pandemia della ricerca di vacanze nella natura.

I gruppi alberghieri presenti sul suolo italiano sono passati da 138 a 264. Il 2022 ha dimostrato una grande accelerazione sul normale passo di crescita del consolidamento in Italia, frutto della chiusura di molte operazioni che nel biennio Covid erano rimaste in stand-by: nell'ultimo anno gli hotel di catena sono cresciuti del 9% e le camere del 6%.


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  • Paola DezzaCaposervizio Responsabile Real Estate

    Lingue parlate: inglese, francese

    Argomenti: mercato immobiliare, architettura, finanza immobiliare, lifestyle, turismo, hotel e ospitalità

    Premi: “Key player of the italian real estate market” di Scenari Immobiliari

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