Huawei, il Mate 30 rischia di non avere Android. Giù le vendite in Europa
Se il Mate 30 sarà veramente sprovvisto della licenza ufficiale di Android, Huawei potrebbe decidere di utilizzare la versione open-source del sistema operativo
di Biagio Simonetta
3' di lettura
La prova del fuoco è vicina. Da quando, lo scorso maggio, Donald Trump ha imposto un ban commerciale a Huawei, il risultato è stato più che altro potenziale. L'ultimo smartphone uscito, il Huawei P30, era stato presentato più di un mese prima (ad inizio aprile). E la decisione della Casa Bianca era più che altro una grossa nuvola sul futuro. Adesso, invece, quel futuro è arrivato. E non sembra per niente facile per il colosso di Shenzhen.
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Nelle prossime settimane, e più precisamente il 18 settembre, Huawei dovrebbe presentare in Europa il suo ultimo top di gamma: il Mate 30. Un device che, secondo quanto riferisce l'agenzia Reuters in queste ore, potrebbe non avere la licenza ufficiale di Android. E neanche – di conseguenza – le applicazioni di Google più diffuse, come Google Maps.
Il Mate 30 sarà il nuovo modello di punta, per Huawei. Molto probabilmente sarà attrezzato per funzionare con la tecnologia 5G. Ma se le indiscrezioni sulla mancanza di Android verranno confermate, le incognite sul successo di questo device saranno pesantissime.
Perché la deroga non basta
La notizia del probabile stop di Google a Mate 30, arriva a pochi giorni dalla nuova deroga – con scadenza il 19 novembre - concessa dagli Stati Uniti proprio a Huawei. A quanto pare, però, questa concessione riguarda solo i prodotti già esistenti, e non quelli non ancora certificati. Un portavoce di Google ha detto a Reuters che il Mate 30 non può essere venduto con applicazioni e servizi con licenza Google a causa del divieto statunitense di vendita a Huawei.
Aggiungendo proprio che la tregua temporanea che il governo degli Stati Uniti ha annunciato la scorsa settimana non si applica ai nuovi prodotti come il Mate 30. La risposta di Huawei, però, non si è fatta attendere: «Continueremo a utilizzare il sistema operativo Android e l'ecosistema Google se il governo degli Stati Uniti ci consentirà di farlo. - ha detto alla Reuters un portavoce di Huawei, Joe Kelly - Altrimenti, continueremo a sviluppare il nostro sistema operativo e il nostro ecosistema».
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Cosa succede adesso
Le incertezze, insomma, sono macigni. Se il Mate 30 sarà veramente sprovvisto della licenza ufficiale di Android, Huawei potrebbe decidere di utilizzare la versione open-source del robottino. Una versione certamente meno performante e che non include le classiche App dell'ecosistema Google. Una pezza, insomma, che sicuramente non basterebbe.
La serie Mate di Huawei, infatti, è rivolta da sempre a un mercato molto esigente. Per prestazioni e design, questo smartphone può contendersi lo scettro di miglior device dell'autunno 2019. E non a caso il costo dovrebbe aggirarsi sui mille euro.
Ora, però, la domanda più ricorrente è una sola: chi comprerebbe un telefono del genere senza la certezza di Android? «Senza i servizi Google, nessuno acquisterà il dispositivo», ha detto alla Reuters, senza mezze misure, l'analista Richard Windsor.
L'ipotesi Harmony
È giusto ricordare che all'inizio di agosto, Huawei ha annunciato il suo nuovo sistema operativo proprietario Harmony. Un progetto più che altro a lungo termine. L'azienda cinese ha più volte sottolineato che Harmony non è un'alternativa ad Android, e che il sistema operativo di Google rimane la priorità. Inoltre, almeno allo stato attuale, i due software non sembrano tenere il confronto, con il robottino di Mountain View ovviamente più avanti. Nel giro di qualche mese (un anno?), Harmony potrebbe essere veramente competitivo. Ma fra due settimane no.
Usa-China: guerra infinita
Il ban commerciale voluto da Trump ha inferto un duro colpo alle vendite di Huawei fuori dalla Cina. La quota di mercato europea del colosso cinese è scesa di oltre 5 punti percentuali (dal 25,9% al 19,3%) nel secondo trimestre, secondo le stime di Counterpoint Research. E il futuro è tutto da decifrare. Solo nell'ultima settimana, fra Washington e Pechino sono volati gli ennesimi stracci, con nuovi dazi commerciali reciproci che sono destinati a far tremare i mercati.
La guerra commerciale in atto è destinata a durare ancora a lungo. E il fattore Huawei rischia di essere pesantissimo. L'azienda di Shenzhen è il secondo produttore di smartphone al mondo. E se i numeri sono importanti, anche per Google si profila una perdita pesantissima in fatto di diffusione di Android e raccolta dati, perché se il futuro sarà quello di Harmony, qualche utente seguirà Huawei anche senza il sistema operativo di Google. Trovare un vincitore, a questo punto, è veramente difficile.
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