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I 4 comuni lombardi banco di prova per Lega, Fdi e il centrosinistra allargato

Le amministrative si svolgeranno nei tre capoluoghi Como, Lodi e Monza, a cui si aggiunge Sesto San Giovanni, l’ex fortino rosso alle porte di Milano

di Sara Monaci

(Ansa)

3' di lettura

Occhi puntati sui grandi comuni della Lombardia in questa tornata di elezioni amministrative 2022. È una giornata cruciale non solo per Como, Monza, Lodi e Sesto San Giovanni (che pur non essendo capoluogo di provincia rappresenta l’ex fortino rosso alle porte di Milano che il centrosinistra prova a riconquistare). Potrebbe diventare infatti un test importante sulla base di come i voti si comporranno all’interno delle stesse coalizioni, mettendo in luce i rapporti di forza.

È in corso infatti un braccio di ferro strisciante fra Lega e Fdi (visibile anche nella scelta degli stessi candidati locali): i due partiti andranno a contarsi proprio sul territorio storico del Carroccio.

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Sull’altro fronte, verrà valutato il “gradimento” del campo largo di centrosinistra, con il Pd alla guida e il Movimento 5 Stelle come principale alleato in alcuni Comuni.

Un fatto non scontato, quest’ultimo, sia per motivi strategici che tattici. Prima di tutto il centrosinistra dovrà capire se questa alleanza funziona, visto che in entrambi i partiti c’è ancora il residuo del passato antagonismo; inoltre, il Pd sceglie di abbracciare il movimento di Grillo proprio quanto sta implodendo, soprattutto in una regione in cui non ha mai brillato.

A Sesto San Giovanni ci sono 6 candidati, tra cui Roberto di Stefano, sindaco uscente che cerca la riconferma, oggi leghista dopo aver lasciato Forza Italia. Ha una sua lista civica, che servirà anche a misurare il peso del suo stesso nome, dopo un mandato caratterizzato da una comunicazione aggressiva. Sesto, per fare un esempio, ha il recordo di “daspo” urbani contro rom e abusivi, fogli di via spesso più simbolici che pratici, ma che hanno trovato sostegno da parte della popolazione.

Il principale sfidante è Michele Foggetta, che ha vinto le primarie (poco partecipate, 1.657 voti su 60mila aventi diritto) e che ha il sostegno dei democratici, di Sinistra italiana e dei grillini. Va da solo il partito di Carlo Calenda, Azione, con +Europa.

La campagna è incentrata proprio su questo: il problema della sicurezza e la possibile moschea. Seguono la riqualifica dell’area Falck e il possibile arrivo dello stadio del Milan.

Possibile che si arrivi al ballottaggio.

A Como ci sono 8 candidati, tra cui Giordano Molteni per il centrodestra e Barbara Minghetti per il centrosinistra. Ma mentre il centrodestra risulta unito, il centrosinistra ha subito varie spaccature: il M5S è in parte con il Pd e in parte con un suo candidato autonomo, Fabio Aleotti; poi c’è Adria Bartolich che è uscita dal Pd con una sua lista civica, Progetto Città.

La scelta del centrodestra è andato su Molteni, candidato di Fdi, pur essendo stato sconfitto nel più piccolo comune di Lipomo. Ha tuttavia potuto dimostrare che la spaccatura del centrodestra portò in quel caso alla sconfitta, e così è stato riaccolto dalla coalizione unita nel capoluogo. Scelta poco lineare, che il centrosinistra spera di usare a proprio vantaggio. Inoltre tra i candidati civici c’è anche Alessandro Rapinese, indipendente ma più orientato a togliere voti al centrodestra.

Como è tradizionalmente di centrodestra, ma considerando questa serie di elementi la riconferma non è scontata.

Quella di Monza è una partita importante perché rappresenta la quarta città lombarda per dimensioni, ed è anche capoluogo di un’area fortemente industrializzata. Ci sono 9 candidati.

È tradizionalmente di centrodestra, ma talvolta le spaccature hanno permesso l’arrivo di sindaci di sinistra. Ha un’altra particolarità: da quando si elegge direttamente il sindaco, non ci sono mai state riconferme. Qui sarà possibile arrivare al ballottaggio.

Dario Allevi, Forza Italia, cerca la riconferma con il centrodestra. Paolo Pilotto è lo sfidante di centrosinistra. Il M5s qui ha fatto un piccolo valzer: prima si è candidato da solo e poi si è ritirato, lasciando quindi liberi i propri elettori.

Infine Lodi, con i suoi 5 candidati, potrebbe vedere un testa a testa tra Sara Casanova, sindaca uscente della Lega in cerca di riconferma, e Andrea Furegato, sostenuto dal centrosinistra allargato.

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