Qualcuno sa leggere

I bambini intelligenti sbagliano di più

di Paolo Legrenzi

3' di lettura

In italiano i verbi indicativi descrivono la realtà, quelli congiuntivi il possibile: Desidererei che rimanessi con me, la combinazione “congiuntivo + condizionale” l’immaginario o l’irreale: Se Vittorio avesse potuto, sarebbe rimasto con noi. I bambini padroneggiano queste distinzioni tra reale, possibile e immaginario e come le esprimono?

Provate a raccontare questa storia a una bambina di circa undici anni:

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«C’è una scuola con una maestra, una capo-classe, un solo dolcetto, e più bambini che hanno preso 10 nel compito. La maestra dice alla capo-classe: “Puoi dare il dolcetto a un compagno che ha preso 10 nel compito”».

Ora mostrate alla bambina dei cartoncini. Su un lato c’è scritto il punteggio del compito: 4 oppure 10. Sull’altro lato, c’è scritto l’eventuale dono della capo-classe: DOLCETTO oppure NO DOLCETTO. Dopo che la bambina ha giocato un po’ con questi cartoncini e ha capito come sono fatti, prendetene due e appoggiateli sul tavolo. La bambina vede solo il lato superiore. Non sa cosa c’è sull’altro lato del cartoncino.

Così:

4 NO DOLCETTO

Ora chiedete alla bambina:

Quale cartoncino va girato per essere sicuri che la capo-classe ha fatto come le ha detto la maestra?

Per rispondere bisogna avere la capacità di immaginare le conseguenze di qualcosa che non si sa se sia capitata oppure no. Falsificare una possibilità, avrebbe detto il filosofo Popper. Dato che solo un bambino con il 10 può aver avuto il dolcetto, la bambina deve girare il cartoncino con il 4 per controllare che dietro ci sia: NO DOLCETTO. Non occorre invece girare il cartoncino con NO DOLCETTO perché un bambino con 10 poteva aver avuto il dolcetto oppure non averlo avuto.

La maggioranza dei bambini a dodici anni risolve questo tipo di prove se le presentate come un gioco, magari in compagnia di altri bambini, non come un test. Possono però esprimersi in modi scorretti. Per esempio, non è detto che i bambini usino la combinazione linguistica “congiuntivo+ condizionale”: «Se la capoclasse avesse seguito l’ordine della maestra, avrebbe dato i dolci a un compagno tra quelli che avevano preso 10 nel compito». E tuttavia, anche se non si parla così, non vuol dire che non si sappia ragionare bene.

Al contrario, i bambini sanno pensare talmente bene da fare errori linguistici intelligenti. Grazie a un solo caso, sanno creare una regola. Se hanno sentito mare e marinaio, ipotizzano una norma tale per cui da giardino deriva l’aggettivo giardinaio (e non giardiniere). È un errore. Un errore, però, che mostra una capacità innata di scoprire regole e di applicarle a situazioni mai incontrate in precedenza. Non solo. I bambini cercano di usare regole quanto più semplici e generali, finché un adulto non li corregge. Per esempio, usano il condizionale per il possibile e anche per l’irreale: Se Vittorio avrebbe potuto, sarebbe venuto.

In conclusione: due tipi ben diversi di errori. Gli errori nel ragionamento, come nella prova appena descritta, rivelano le strategie di pensiero, la cosiddetta “buona logica”. Gli errori nell’uso del linguaggio, al contrario, dimostrano l’incredibile potenza innata della mente umana. Essi sono la cartina di tornasole di quella che Chomsky chiama “creatività linguistica” e costituiscono un tassello essenziale della “rivoluzione cognitiva”. Quando un bambino diventa grande può fare “errori” linguistici inconsapevoli oppure consapevoli, probabilmente per scopi retorici. Meglio se si tratta di errori “voluti” e che, comunque, il bambino sia corretto prima che gli “errori” diventino automatici. Ecco un esercizio per accertare la padronanza dell’uso del condizionale e del congiuntivo (la risposta corretta è la prima tra le due indicate tra parentesi):

È preferibile che tu ---------meglio

(scriva o scriveresti?)

Vorrei tanto che l’inverno---------di meno

(durasse o durerebbe?)

Mi hanno detto che il giorno dopo--------per Londra

(sarebbero partiti o partissero?).

Desidererei che ---------con me

(rimanessi o rimarresti?).

In caso di dubbio,-------non fare azioni avventate

(bisognerebbe o bisognasse?).

Al tuo posto non so se -------così tranquilla

(sarei rimasta o fossi rimasta).

L’esperimento qui raccontato è stato condotto nel 1989 grazie alla collaborazione dei fantastici bambini della Harrold Priory Middle School di Milton Keynes, in Inghilterra (cfr. Cognitive Development, 1990), e di Vittorio Girotto, indimenticabile scienziato cognitivo prematuramente scomparso.

Per saperne di più:

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