Il mercato

I Big data e la telematica rivoluzionano le assicurazioni

La raccolta e l'elaborazione di dati consentirà la creazione di prodotti ad hoc

di Gaia Giorgio Fedi

3' di lettura

I Big data e le tecnologie digitali stanno rivoluzionando il mondo delle assicurazioni, soprattutto nel ramo danni. Alla base del cambiamento c’è innanzitutto l’accesso a varie fonti di dati, tra cui i dispositivi come le black box che si montano sulle auto – che in Italia sono un fenomeno piuttosto consistente, con una quota del 40% sul mercato mondiale dei dispositivi telematici per veicoli - e le smart box per le case. E con l’elaborazione di questi dati attraverso modelli sempre più sofisticati, che permettono di analizzare meglio i comportamenti degli assicurati, quantificare con maggiore precisione i rischi attuariali e offrire prodotti meno cari e servizi personalizzati. L’innovazione ha inoltre permesso l’impiego di tecnologie che consentono di ridurre la struttura dei costi, per esempio con l’utilizzo di algoritmi di analisi delle immagini in grado di quantificare i danni delle auto dopo un sinistro. Senza contare lo spostamento verso prodotti sempre più innovativi, come assicurazioni on demand, istantanee e pay-per-use.

L’innovazione si svolge lungo due direttrici: da un lato l’ascesa delle startup del cosiddetto insurtech (in pratica, il fintech delle assicurazioni) e dall’altro le compagnie tradizionali, che pure non sono rimaste a guardare: soprattutto i gruppi più grandi hanno infatti abbracciato le novità, adottando tecnologie, innovazioni di prodotto, e ampliando il proprio raggio d’azione lungo la filiera assicurativa, con il posizionamento su settori contigui come il welfare e i servizi sulla casa.

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«La componente del fintech che si occupa del settore assicurativo negli ultimi tempi è cresciuta a ritmi più sostenuti del fintech in generale: nel 2018 il numero di startup insurtech è cresciuto del 174%, mentre i finanziamenti diretti verso queste società sono lievitati del 44%», osserva Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio fintech e insurtech del Politecnico di Milano. L’Italia è un po’ in ritardo rispetto ad altri Paesi, ma ha comunque visto un certo fermento, soprattutto negli ultimi due anni: nel 2018, per esempio, sono state finanziate due startup per 101,5 milioni di euro. Nel 2019 per il momento è stata finanziata una startup, per 5 milioni. «Siamo agli inizi, le startup italiane sono ancora poche», commenta Renga, convinto che anche i dati possano essere sfruttati ancora di più, perché attualmente «solo il 40% li impiega come strumento di vantaggio competitivo» e si vedono ancora pochi progetti basati sulla blockchain.

I dati dell’Osservatorio evidenziano che circa la metà delle startup insurtech attive a livello mondiale (51%) si occupa di insurance providing, cioè di arricchire il prodotto assicurativo (in termini di servizio o di convenienza del premio), mentre il 20% fa scouting (cioè permette di selezionare compagnie e prodotti assicurativi) e il 5% si occupa di altro, offrendo servizi non prettamente assicurativi, dedicati al settore (come le soluzioni di intelligenza artificiale).

Bisogna considerare che i primi veri insurtech sono state proprio le società di scouting, cioè i comparatori e gli aggregatori: uno dei principali trend sulla digitalizzazione, non solo nel settore delle assicurazioni, è quello delle piattaforme che intermediano la relazione con il cliente. La prima vera innovazione che ha inaugurato la rivoluzione digitale delle assicurazioni è quindi avvenuta sul canale distributivo, grazie alla possibilità di selezionare e comprare una polizza con qualche click.

Ma poi è arrivata un’ulteriore fase di innovazione, con nuove soluzioni di processo e di prodotto che hanno dato vita a una seconda categoria di nuovi player: i cosiddetti “carrier innovativi”, in grado di inventare e impacchettare offerte personalizzate, micropolizze, o di creare prodotti white label per le compagnie tradizionali.

Il terzo livello sono le piattaforme insurtech che sviluppano servizi b2b per le assicurazioni: società che per esempio offrono modelli di analisi delle immagini dei sinistri o gli strumenti telematici cui vengono collegate le polizze. E presto potrebbe esserci un’ulteriore categoria di player: grandi società tech, come Google e Amazon, che potrebbero iniziare a fare assicurazioni.

IL FATTURATO TELEMATICO

Milioni di pezzi e percentuale sul totale di polizze abbinate a un dispositivo e stime di crescita. (Fonte: MBS)

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USO E CONOSCENZA DEI SERVIZI INSURTECH

Il mercato italiano. Percentuale sul totale. (Fonte: Ossevatorio Fintech e Insurtech)

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