I capolavori del Louvre diventano opere d'arte da polso
L'antico Egitto, l'impero persiano, la Grecia ellenistica, la Roma imperiale: quattro civiltà e altrettanti simboli protagonisti di quattro orologi speciali.
di Paco Guarnaccia
2' di lettura
Dove è possibile ammirare oltre 35 mila opere d'arte (che potrebbero essere 18 volte tanto, se si considerano anche quelle non esposte) in uno spazio di 86 mila mq? La risposta è una sola: nel Museo del Louvre di Parigi, il più grande e ricco di capolavori del mondo. Una volta entrati, si ha l'imbarazzo della scelta tra tutto quello che c'è da vedere nelle tre ali (Sully, Denon e Richelieu), distribuite su quattro piani. Si può spaziare tra i tesori di civiltà antiche come quelle dell'Antico Egitto, della Mesopotamia, della Grecia Antica, oppure perdersi tra i capolavori del Rinascimento italiano e francese, ed ammirare, su tutti il quadro più famoso del mondo, la Gioconda di Leonardo da Vinci, oppure una ricca collezione di pittura del Nord Europa.
Insomma, ovunque il Louvre sovrasta con la bellezza delle sue opere d'arte. Con questa istituzione, la storica maison svizzera Vacheron Constantin dal 2019 ha iniziato una collaborazione, in particolar modo per quei capolavori di alta orologeria che rientrano nella sua linea Métiers d'Art, per la cui realizzazione prestano la loro opera un ristretto gotha di maestri artigiani, utilizzando le più sofisticate tecniche decorative e artistiche per realizzare un limitatissimo numero di modelli speciali.
Le novità sono quattro per un totale di 20 orologi che, in rappresentanza di altrettante civiltà antiche (l'impero persiano di Dario il Grande, l'antico Egitto dei faraoni, la Grecia ellenistica post Alessandro Magno e, infine, la Roma imperiale), presentano la riproduzione, in oro, di una delle opere custodite all'interno del museo, scelte in stretta sinergia con il team di esperti. Queste miniature sono inserite su un vetro zaffiro intermedio che mostra anche delle scritture incise (cuneiformi, geroglifici, in greco antico e in latino) che ripetono esattamente quelle presenti sulle quattro opere originali.
Il vetro zaffiro a sua volta è applicato sul quadrante decorato con elementi di grande pregio tipici dell'epoca delle opere rappresentate: smalti, micro-mosaici, incisioni, pietre intarsiate. Ecco, dunque, che il protagonista del primo orologio con cassa in oro rosa è la Grande Sfinge di Tanis (Antico Egitto, ca. 2035-1680 a.C.); del secondo, anch'esso con la cassa in oro rosa, è Il leone di Dario (impero persiano degli Achemenidi, 559 – 330 a.C.); del terzo, in oro bianco, è la Nike di Samotracia (Grecia ellenistica, dinastia antigonide 277 – 168 a.C.); del quarto, in oro bianco, è il Busto di Augusto (Impero romano, dinastia Giulio-Claudia 27 a.C.- 68 d.C.). In tutti gli orologi il cuore pulsante è il calibro di manifattura 2460 G4/2 meccanico a carica automatica composto da 237 componenti tra i quali una massa oscillante in oro rosa che riproduce la facciata orientale del Museo, ispirata a una litografia del XVIII secolo.
Il movimento aziona quattro dischi grazie ai quali è possibile vedere, in altrettante finestrelle, le indicazioni di ore e minuti (in alto da sinistra), del giorno della settimana e della data (in basso da sinistra). Un'unione di capolavori che diventano un paradosso: strumenti che segnano il tempo rendono ancora più senza tempo alcune delle opere più affascinanti della storia dell'uomo.
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